rosone

Notizie dalla Diocesi

Sosteniamo la lotta di Padre Mario Bartolini

 Mario72 anni, missionario in Perù: rischia la vita per difendere gli indios.

Padre Mario viene considerato "Terrorista". Forse anche tu puoi fare qualcosa...

Copia e incolla il testo del FAX da inviare al Ministero degli Esteri

Anche i Vescovi Marchigiani esprimono la loro solidarietà

P. Mario Bartolini è un missionario dell’ordine dei Padri Passionisti, nato a Valcinante di Roccafluvione (AP) il 25/11/1938. Ordinato prete nel 1965, nell’aprile del 1968 partì in missione per l’Indonesia, destinato nell’isola di Borneo ove rimase fino al giugno del 1977.
Nel 1978 partiva nuovamente in missione per raggiungere la foresta del Perù alle dipendenze del Vicariato Apostolico di Yurimaguas, missione tenuta dai PP. Passionisti della Provincia del Sacro Cuore di Bilbao (Spagna). Attualmente, all’età di 71 anni, padre Mario si trova tuttora nella foresta amazzonica peruviana, nella stessa zona di Yurimaguas, dove sta difendendo i diritti delle comunità indigene di quel territorio. Si tratta di popolazioni che vivono da sempre nella foresta. Alcune multinazionali vorrebbero sottrarre agli indios la terra, cioè l’unica risorsa e bene che hanno. In particolare la Romero Group, con la complicità del governo, intende trasformare una immensa porzione di foresta in piantagioni per il biodiesel o altre forme di sfruttamento del territorio, senza alcun riguardo per le popolazioni che da millenni abitano, vivono e custodiscono per il mondo intero questa foresta.


Lo scorso anno, il 5 giugno 2009, in una regione attigua, a Bagua per le stesse motivazioni l’esercito peruviano, per difendere i “diritti” delle multinazionali ha sparato su una manifestazione di indigeni che difendevano le loro terre e ha fatto decine di morti, secondo alcune fonte anche dai 100 ai 1501. Anche a Yurimaguas, il territorio dove vive p. Mario Bartolini, le organizzazioni indigene stanno prendendo coscienza dei loro diritti e lottano per ottenerne il rispetto, ma qui il capo ‘terrorista’ sembra essere lo stesso missionario, secondo le informazioni tendenziose fatte circolare dalla multinazionale2. E questo perché la radio della sua parrocchia di Barranquita, in tutti questi anni ha continuato ad essere la voce degli indios e degli oppressi, al punto da aver subito anche un attentato che aveva tentato di metterla a tacere3. Ma con grande sforzo, dopo diversi mesi, era tornata a farsi portavoce degli ultimi, contro i potenti. Nel contesto delle proteste delle organizzazioni indigene a cui aveva fatto seguito la repressione dei militari, i giornali italiani La Repubblica e il Corriere della Sera, avevano pubblicato due articoli su padre Mario Bartolini, articoli che però non ebbero alcun seguito4. In questi ultimi tre anni, P. Mario ha già subito diversi processi, ai quali è stato sino ad ora sempre assolto, anche grazie all’appoggio del suo vescovo e di altre autorità cattoliche vicine alla sua lotta. La chiesa peruviana a livello popolare infatti è vicina ai poveri, forse “l’unica forza che si sta opponendo alla menzogna e alla corruzione” come ha detto una volta lo stesso missionario5. Nel gennaio del 2010 si sono espressi in favore della lotta dei padre Mario Bartolini a favore degli indios, anche un gruppo di missionari fidei donum italiani riuniti a Lima6, ma un assordante silenzio ha dominato sino ad ora sia le autorità politiche italiane che le autorità ecclesiali nei confronti di questo cittadino italiano esposto alla ritorsione violenta di chi vede mettere in discussione ingenti interessi economici dall’azione di questo missionario degli indios. Su Youtube sono disponibili diversi video-interviste fatte al missionario, molto interessanti per ascoltare dalla sua viva vive tutta la problematica e la storia connessa.7


In questi giorni si trova di nuovo, per la sesta volta, sotto processo e si è in attesa della sentenza. Nella settimana scorsa hanno fatto le loro arringhe sia l’accusa (che ha chiesto 11 anni di carcere) che la difesa. In questa occasione sembra che lo stesso vescovo della sua regione è sotto processo. Ci sono spiragli di ottimismo, ma la situazione è ancora del tutto imprevedibile. A conclusione di questo processo, p. Mario dovrà ancora subire un altro processo già istruito, dove nei banchi dell’accusa siederà addirittura il governo locale. L’accusa è sempre la stessa: agitatore sociale, attività antigovernativa, e sempre per la stessa motivazione: essere a fianco degli indios per difendere la loro terra. P. Mario ha ricevuto diverse minacce di morte. A Pasqua ha scritto alla sua parrocchia di Roccafluvione una lettera accorata dove mette in guardia davanti ad una possibile notizia della sua uccisione (allegato 1). In realtà quando risulterà chiaro che tutta la strategia di intimidazione che sta dietro a questi diversi processi, non otterrà l’effetto desiderato, quello cioè di cacciare il missionario dal territorio e lasciare le organizzazioni indigene senza alcun appoggio, allora la tentazione di liberarsene con metodi più spicci, provocando un qualsiasi “incidente” al missionario, sarà molto alta. Padre Mario infatti è assolutamente determinato a portare avanti la sua lotta in favore degli indios senza sconti. Qualche tempo fa ebbe a dichiarare in una intervista con la coordinatrice della radio nazionale: “Se vogliono ammazzarmi che mi ammazzino. Io ho detto sempre che un curato è la cosa più facile da ammazzare. Non ho chiesto mai garanzie per la mia vita e neanche in questa occasione lo faccio”.


La lettera indirizzata nel mese di marzo alla sua parrocchia di Roccafluvione ha allarmato soprattutto la sua famiglia, in particolare il fratello gemello Francesco Bartolini, e gli amici più stretti. In essa infatti P. Mario così scrive: “Non vi dovete sorprendere se un giorno leggerete la notizia: …. è stato ucciso … La eliminazione diretta ed impune di quelli che il Governo ed i gruppi di potere economico ritengono “oppositori” è una pratica comune e quasi legalizzata”. Nel 2007 p. Mario aveva già indirizzato un’altra lettera drammatica che era stata pubblicata nel settimanale della diocesi di Ascoli “Vita Picena”, ma niente era stato poi fatto seguire a quel grido di allarme (Allegato 2).
Il giorno 22 aprile u.s., giorno internazionale della terra, è stata organizzata a Roccafluvione una fiaccolata a sostegno di p. Mario con lo slogan “Salviamo il pianeta, aiutando padre Mario Bartolini”8. In questa occasione il regista televisivo Bargiacchi Maurizio ha cercato di smuovere le acque ottenendo dal presidente della provincia di Ascoli la promessa di interessarsi direttamente presso il Ministro degli Esteri Frattini e mandando lui stesso un fax al Ministro degli Esteri (Allegato 3). Sono stati prodotti articoli e servizi sui mezzi di comunicazione locali.
L’associazione Aloe ha invitato Francesco Bartolini, fratello gemello di p. Mario, per una testimonianza all’interno della Marcia della Solidarietà Smerillo-Montefalcone. In questa occasione l’associazione Aloe ha deciso di “adottare” questo missionario e la sua lotta a favore degli Indios peruviani. E’ necessario quindi creare una sinergia fra diverse realtà sensibili alla lotta di padre Mario Bartolini; non possiamo permetterci di lasciare il missionario a combattere da solo. Si tratta di un cittadino italiano, di un cittadino marchigiano, ascolano quanto a provincia, fermano quanto a diocesi che sta portando alto il valore della solidarietà, del rispetto dei diritti umani, della protezione dell’ecosistema da chi vorrebbe tutto ridurre a pattumiera dell’umanità con uno sconsiderato modello di sviluppo che significa morte e distruzione per molti e ricchezza insanguinata per pochi.
Dobbiamo impegnarci a suscitare un movimento di opinione pubblica per riuscire in qualche modo a far pressione sul governo peruviano che si faccia garante dell’incolumità di p. Mario e della sua azione a favore delle comunità indigene. Bisogna raggiungere il Ministero degli Esteri italiano.
Dobbiamo far in modo che le autorità provinciali delle Marche si impegnino a far pressione sul Ministero degli Esteri perché intervenga presso l’ambasciata peruviana e presso lo stesso governo peruviano a favore del nostro concittadino Padre Mario Bartolini che da trent’anni è al servizio della gente peruviana più povera e indifesa, al servizio di un progetto di società basato sul rispetto della dignità umana di tutti gli abitanti del pianeta e dello stesso ecosistema come ‘casa’ degli uomini, contro tutte le speculazioni di un modello di sviluppo falso e portatore di morte.


Facciamo quindi un appello alle autorità politiche e alle autorità ecclesiastiche perché si muovano subito e ai livelli giusti per salvare padre Mario e con lui il pianeta terra. Ci rivolgiamo in particolare ai Presidenti delle Cinque Provincie Marchigiane, al Presidente della Regione Marche, ai partiti politici che per una volta tanto potrebbero attivarsi in maniera bipartisan, ai sindacati dei lavoratori, a tutte le associazioni di volontariato, alla Società Civile perché tutti insieme si faccia pressione presso le autorità del Governo italiano ed in particolare del Ministero degli Esteri affinché intervengano tempestivamente presso il Governo peruviano. Ma facciamo appello anche alle autorità della Diocesi di Fermo, di cui P. Mario Bartolini fa parte, e alla Conferenza Episcopale Marchigiana, perché si attivino presso lo stesso Vaticano in favore del missionario in pericolo di vita. Non abbiamo alcun bisogno di un martire in più, ma di una presa di coscienza collettiva che chi spende la sua vita per la solidarietà e per la difesa dei diritti umani deve essere a sua volta difeso e lasciato libero di agire.

 

Franco Pignotti
Presidente Aloe Onlus
347-0603932
aloe@aloemission.org - www.aloemission.org

 

 

ALLEGATI

 

Allegato N. 1

LETTERA DI P. MARIO BARTOLINI AL PARROCO DI ROCCAFLUVIONE

Parroquia De San Rafael – Barranquita 03-03-2010

Carissimo Don Vincenzo
Un saluto speciale a lei ed alla comunità cristiana di Roccafluvione ed a ciascuno in particolare vada il mio più profondo ringraziamento per tutto quello che la parrocchia di Roccafluvione ha fatto in favore di questa piccola porzione della vigna dl Signore: grazie a tutti.
Dal giorno 23 al 28 di Febbraio si è tenuta a Yurimaguas la riunione annuale degli agenti pastorali del Vicariato Apostolico, per trattare le problematiche che vivono le nostre comunità indigene e mestize.
- Se il Signore non interviene facendo naufragare il disegno dei potenti (che diventano “assassini” di quella gente che definiscono di “seconda categoria”, e “distruttori” del medio ambiente, in nome di uno “sviluppo” inteso come “benessere” per pochi e “miseria” per la stragrande maggioranza ….;
- se il Signore non ascolta il grido dei poveri, che in questa società non incontrano “né ascolto, né giustizia” …tutti i poteri dello Stato sono concatenati e concordi per fare “perdere il povero nei tribunali” e fare “trionfare la ingiustizia, l’abuso, la illegalità” del poderoso; l’esercito e la polizia sono invitati a combattere contro i contadini che difendono il loro diritto alla terra: umili contadini, ritenuti e trattati come “nemici dello Stato”, che devono essere eliminati;
- se coloro che si dichiarano “cristiani” non ricuperano il carattere profetico della denuncia, orientata a creare relazioni internazionali più giuste, nel rispetto delle persone, cultura e della natura;
- se la pressione di persone, gruppi, organizzazioni sopra i governi, perché cambino di politica in relazione a America Latina ed in particolare con Perù, non si fa più forte che mai;
- se dalla fase di persecuzione politica si passa alla fase della eliminazione dei dirigenti di organizzazione di base …
IL FUTURO IMMEDIATO DELLA NOSTRA GENTE SARA' UN FUTURO DI SCHIAVITù, DI MISERIA E DI MORTE.
Non è concepibile che il benessere di pochi si consolidi sopra lo sfruttamento delle persone e la distruzione del medio ambiente.
Carissimo Don Vincenzo, giorni fa mi consegnarono una rivista che circola tra la classe imprenditoriale … rimasi sconcertato … c’era una mia fotografia ed ero presentato come “un pericolo” ed “una persona che sta sollevando la gente”. Questa propaganda risponde non solo alle intenzioni ma alla attuazione del Governo, fedele alleato delle imprese. Membri del Governo mi hanno denunciato per il delitto di “ribellione”, solo per il semplice fatto di avere preso le difese dei contadini.
Attualmente mi trovo “bajo el regime de libertad restringida” come un delinquente ed ho sopra le spalle due processi. Il motivo? Lo stesso: la difesa del diritto della nostra gente alla terra.
Non vi dovete sorprendere se un giorno leggerete la notizia: …. è stato ucciso … La eliminazione diretta ed impune di quelli che il Governo ed i gruppi di potere economico ritengono “oppositori” è una pratica comune e quasi legalizzata.
I Governi europei che impongono questo tipo di politiche economiche, devono assumere la loro parte di responsabilità in tutta questa vasta problematica.
Attualmente, per quello che si riferisce a Barranquita: un gruppo di giovani dirigenti porta avanti la parte informativa, di formazione e di organizzazione. Per la parte legale: c’è un gruppo di avvocati: la carica è quasi insopportabile, quella economica. Le due ultime mobilizzazioni della nostra gente nella città di Taraporto hanno incontrato appoggio alla causa ed un clima molto favorevole; speriamo bene.
È tutto per il momento. Che il Signore si manifesti ancora una volta “come salvezza del suo popolo”
La preghiera reciproca ci fortifichi nel cammino del Signore.
Rinnovo a tutti il mio saluto ed il mio grazie.
BUONA PASQUA
Padre Mario Bartolini


Allegato N. 2

Articolo apparso su Vita Picena N. 18 Sabato 25 ottobre 2008

Padre Mario Bartolini, nato nel ’38 e originario di Valcinante di Roccafluvione (AP), è misionario del ’65. Dopo dieci anni di missione in Indonesia, vive da ormai 30 anni in Perù nel Vicariato Apostolico di Yurimaguas. In questa rehione all’interno della foresta amazzonica, padre Mario sta difendendo i diritti del “suo” popolo, che da sempre vive qui, dai soprusi del Governo e di alcune multinazionali che vorrebbero sottrrarre agli indios la terra che rappresenta l’unica risorsa e bene che hanno. Per essersi apertamente schierato a difesa di queste popolazioni, Padre Mario è stato più volte minacciato di morte. In una lettera arrivata nel 2007 alla Parrocchia di Santo Stefano di Roccafluvione così scriveva:

“Sono preoccupato per la situazione di conflitto sociale nella quale si vive. Ho fatto mia la causa dei contadini, ai quali il Governo, con la complicità di alcuni Consorzi nazionali ed internazionali, con una legge fatta per questo scopo, intende togliere la loro terra che hanno posseduto da sempre. Non si cerca uno sviluppo sociale, umano, sostenibile e rispettoso dell’ambiente, ma si sta riducendo la nostra gente a schiavi con un salario da fame e si consegue questo sviluppo sfruttando il nostro popolo nella lavorazione delle risorse naturali per poi esportarle.
La nostra gente, fino ad ora dimenticata ed esclusa, deve essere considerata come soggetto attivo del suo sviluppo, nel rispetto dei propri diritti. La nostra gente organizzata è capace di gestire il proprio sviluppo, solo ha bisogno di appoggio, orientamento e proposte concrete.
Sono stato denunciato penalmente insieme ad altre dieci persone, accusato di aver commesso un delitto che non esiste. La corruzione è un cancro sociale, la giustizia è al servizi dei potenti. L’unico delitto che abbiamo commesso è l’aver difeso il diritto della nostra gente alla terra. Nel Perù i questo momento ciò rappresenta un delitto e si è accusati di essere agitatori sociali e terroristi.
Il delitto che abbiamo commesso è di aver lavorato per cambiare la cultura dello schiavo con la cultura della persona libera, capace di orientare e programmare il proprio futuro. In questo costante sforzo è stata di fondamentale importanza la Radio parrocchiale “La voz del Caianarachi”.
Il 26 luglio 2007 cade la torre di trasmissione di 50 metri, per opera di una mano al servizio dei potenti. Dopo due mesi di amaro silenzio, di lavoro e di preoccupazioni, con la grazia del Signore che ci dà la forza, abbiamo potuto ricostruire la torre e riprendere le trasmissioni.
Per la quinta volta devo presentarmi a giudizio fra pochi giorni, il 15 gennaio 2008. Calunnie, insulti, diffamazione, denunce sono state all’ordine del giorno e non sono mancate minacce di morte ma ciononostante sono convinto che il Signore sarà il liberatore del suo popolo”

In una intervista alla Radio Nazionale P. Mario ha dichiarato: “Se vogliono ammazzarmi che mi ammazzino. Io ho detto sempre che un curato è la cosa più facile da ammazzare. Non ho chiesto mai garanzie per la mia vita e neanche in questa occasione lo faccio”.
Pur essendo stato recentemente (28 maggio 2008) assolto dal tribunale di San Martin dall’accusa di offesa alla libertà, i problemi non sono finiti, perché per il Governo e per le multinazionali P. mario è una voce scomoda che dà fastidio. Per noi invece è un testimone autentico del Vangelo, perché perseguitato per il Regno di Dio e la sua giustizia.


Allegato N. 3

FAX spedito il 26 aprile

Indirizzo fax

“ALL’ATTENZIONE DEL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCO FRATTINI”

EGREGIO SIGNOR MINISTRO NON C’E’ PIU’ TEMPO,
DOPO QUESTO ARTICOLO DEL 2008 AD OGGI
NON E’ STATO FATTO ANCORA NIENTE

Articolo di riferimento: Allegato N. 2

Dopo l’ultima lettera di P. Mario, arrivata nei giorni di Pasqua 2010 sono uscite decine di articoli, in relazione anche alla fiaccolata che si è tenuta nel comune di Roccafluvione per esprimere la solidarietà il 22 aprile scorso, in occasione della 40° giornata della terra.
Il sottoscritto Maurizio Bargiacchi oltre ad avere proposto questa iniziativa, filmandola e mandandola in onda sulla propria TV digitale e altre TV locali, continuerà a fare tutto il possibile per questa causa anche in relazione delle ultime notizie dove il procuratore peruviano ha proposto al missionario 11 anni di galera, inoltre d’accordo con il fratello gemello Francesco Bartolini, se il ministero non farà subito qualcosa, nei prossimi giorni verrà ad INCATENARSI A ROMA CON IL FRATELLO E CON TUTTI QUELLI CHE LO VORRANNO FARE, manifestando pacificamente lo sdegno per le nostre autorità governative che fino ad oggi non hanno fatto niente.

Lascio i miei recapiti 0736-363021 328-6130735


Bargiacchi Maurizio

 

Allegato N. 4

 

I Vescovi Marchigiani esprimono la solidarietà a P.Mario Bartolini

Padre Mario Bartolini, nato nel 1938 e originario di Valcinate di Roccafluvione (AP), vive ormai da trent’anni nel Vicariato Apostolico di Yurimaguas, nella foresta Amazzonica peruviana. In questa missione P. Mario si distingue per la difesa dei diritti delle comunità indigene del territorio, lottando (a forze impari) contro le grandi multinazionali che con la complicità del governo peruviano vorrebbero sfruttare e sottrarre la terra agli indios. La terra che è la loro unica risorsa.

Proprio in questi giorni il missionario si trova sotto processo e si è in attesa della sentenza, l’accusa ha chiesto 11 anni di carcere. Considerata la situazione anche la Conferenza Episcopale Marchigiana, nella sua riunione ordinaria del 09/06/2010 si è espressa a suo favore con il seguente comunicato stampa: Solidarietà e sostegno sono state espresse dai presuli al missionario marchigiano P. Mario Bartolini (passionista nato a Roccafluvione nel 1938) per il suo impegno a difesa degli indigeni peruviani minacciati dalle attività di deforestazione.

 

Fermo, 10/06/2010


 

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • angela boerio

    05-08-2010 23:18 - #1
    Fatemi sapere al più presto in che modo posso essere utile.
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