rosone

Notizie dalla Diocesi

Voci dalle Missioni

ALOE: voci dalle missioniContinui aggiornamenti con le testimonianze dei giovani dell'Associazione "Aloe" partiti per Etiopia, Benin, Siria, Togo, Colombia e Tanzania

Dopo il corso di formazione “Il senso del partire”, svolto presso il santuario di Santa Maria a Mare, è arrivato il momento andare. Etiopia, Benin, Siria, Colombia, Togo, Tanzania: sono le destinazioni cui sono diretti i 21 volontari (nel 2009 erano stati 16) dell'associazione missionaria Aloe di Fermo.
Molti sono già partiti per la Tanzania, mentre altre partenze sono previste tra i mesi di agosto e ottobre.
I volontari, tra cui dieci alla prima esperienza, saranno al fianco dei missionari del nostro territorio nei paesi interessati dai progetti che Aloe sostiene: padre Vincenzo Febi (Benin), padre Angelo Antolini (Etiopia), suor Luciana Maulo (Togo), padre Remo Villa (Tanzania), padre Peppe Svanera (Colombia) e padre Paolo Dall'Oglio (Siria). Partiranno a gruppi di 3 o 5 persone per ogni paese e sul posto si occuperanno di controllare lo stato dei progetti, di verificare quanto è stato fatto e cos'altro c'è da fare.
Soprattutto, bando alle banalità e ai luoghi comuni: chi parte non pensa ad una vacanza “avventurosa” né a fare dei “lavori forzati” per uscire dalla routine di una società materialista. Sul piatto c'è un'esperienza umana, concreta, che è utile per mettersi in contatto con chi vive in modo diverso da noi. Inoltre, i volontari spiegano che non è tanto il lavoro che si fa nel mese di permanenza all'estero la parte più importante del progetto, quanto ciò che poi si può fare una volta tornati a casa. Più si conoscono i bisogni, le esigenze e i problemi delle comunità che si va a visitare, più si può dare in termini di organizzazione degli aiuti, di forze utili e sensibilizzazione dall'Italia.
Tra i progetti già portati a termine da Aloe ci sono scuole per l'infanzia in Colombia, iniziative di micro credito femminile in Etiopia, una sala parto attrezzata in Tanzania. Tra i partenti la più giovane è Eleonora Lupi, 19 anni, di Amandola, che ha già inviato la prima testimonianza, pubblicata sulla pagina Facebook dell'associazione, nella rubrica “Voci dalla Missione”.
Negli ultimi mesi Aloe ha registrato un boom di contatti: sono state circa 60 le persone che si sono avvicinate all'attività dell'associazione e numerose le manifestazioni di interesse e appoggio da parte del territorio.

(Stella Alfieri, Corriere Adriatico, 22/07/2010)

 

 

VOCI DALLE MISSIONI - TOGO

Fiatà, 10 agosto 2010
Eccoci qua a scrivere la nostra prima mail. Questa settimana è passata molto velocemente, ma é stata piena di eventi ! Per arrivare alla Maison delle Suore il tragitto é stato un po' travagliato perché la strada di terra era quasi completamente distrutta dalle piogge che sono scese abbondantemente a giugno e luglio; per fare 4 km ci abbiamo messo circa 50 minuti rischiando spesso di rimanere impantanati.
Dopo un arrivo del genere ci serviva un giorno di riposo e allora, al pomeriggio, siamo usciti per salutare gli amici di cui ricordiamo i volti...
I giorni seguenti insieme a Suor Luciana, che è super indaffarata e super attiva , siamo andati a vedere la scuola che era in costruzione l'anno passato, e siamo rimasti esterrefatti nel vedere il grande lavoro svolto! Ora sono in costruzione altri servizi igienici e la casa di residenza per il direttore perché almeno così non ci saranno furti ! Poi abbiamo visitato la casa famiglia dove ci sono orfani e disabili e anche qui abbiamo notato con grande gioia che hanno iniziato a lavorare un terreno così da poter mangiare senza l'aiuto economico delle Suore.
Sabato poi per la festa di San Gaetano , patrono delle Gaetanine, abbiamo preparato insieme alle Suore e ad alcune donne del villaggio una grande festa per grandi e piccini; prima della messa abbiamo addobbato con i palloncini di Cesarina la chiesa e il giardino; durante la messa grandissima animazione ed è sempre sorprendente vedere questo, la messa è durata 3 ore ma Suor Luciana ci ha detto una cosa che ci è rimasta nel cuore : «Loro sono padroni del tempo, in Italia siamo schiavi... »; finita la messa : panini, bisap (bevanda tipica togolese), bibite , canti, balli e tanti sorrisi ! Ps : Marco e Andrea hanno anche cantato per la gioia di tutti Volare di Domenico Modugno... grande successo!!!
Lunedì invece siamo stati ad Anehò per la cerimonia del 25° di sacerdozio del Vescovo Mons. Isaac, per l'occasione c'era anche il presidente delle Repubblica Togolese, e l'abbiamo constatato lungo la strada per la smisurata presenza di forze armate: da notare il carro armato lanciafiamme!
Oggi invece siamo andati nel villaggio di Padre Benjamen (lui era presente alla Festa dei Partenti a Santa Maria a Mare il 10 luglio) ad Attittogon, dove abbiamo assistito alla messa, animata come sempre, poi abbiamo consegnato una divisa da gioco per i grandi e delle magliette con la scritta ITALIA per i piccolo: grande gioia, grande festa, grandi emozioni!!!! Poi siamo rimasti a pranzo dove abbiamo gustato piatti tipici locali! La prossima settimana ci aspetta un lungo tour de force........ vi terremo aggiornati!
PS : San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti, il buio è totale e le stelle sono accese, speriamo si realizzino i tanti desideri !!!
Buona Route

Cesarina Schinchirimini, Andrea Beleggia e Marco Brasili


Fiatà, 17 agosto 2010
Ecco la nostra seconda mail dal Togo. Mercoledì siamo andati al grande mercato di Lomè... come al solito pieno di colori, odori, sapori... pieno di roba da comprare, pieno di contrattazioni, grida , musica e balli! Tra tutti si è distinto Andrea famoso per le sue contrattazioni !!! Siamo partiti alle 5 di mattina e siamo tornati alle 20... come stracci ma molto ma molto soddisfatti dei nostri acquisti! Giovedì mattina Marco e Andrea sono andati a « potare » le piante delle nuova scuola... sono venute davvero belle! Poi nel pomeriggio Marco e Andrea sono andati in Benin via fiume attraversando il confine con la piroga, a Lokossa in centro disabili per bambini! Esperienza davvero indimenticabile ve la racconteremo in Italia! Cesarina intanto è andata a visitare i villaggi vicini e su uno di questi dove c'erano 3 volontarie « yovo », un a italiana e due francesi, ha portato le casacche donate dall'A.s.d. Montottone Calcio .
Sabato e Domenica programma solo religioso : sabato siamo andati all'ordinazione di un Sacerdote della nostra parrocchia... la messa è durata 6 ore e stavamo per svenire... e domenica siamo andati al 25° del Vescovo Mons. Isaac a Togoville, nel santuario che nasce nella laguna! Poi nel pomeriggio abbiamo donato una muta da gioco alla squadra femminile di Fiatà e subito dopo c'è stata la partita ma purtroppo hanno perso... però sono state felicissime e non finivano di ringraziarci!
Oggi invece siamo ritornati in Benin, stavolta con il visto regolare, e siamo andati a Cotonou a trovare Cristian, Marta e Samanta, mentre Valentina e Alice non c'erano perché erano a Quidà! Abbiamo chiacchierato un pò con loro e con Padre Vicenzo e Padre Lazar poi abbiamo condiviso il pranzo e alle 18 siamo tornati a Fiatà!
Ci sentiamo venerdì per l'ultima mail, un abbraccio.

Cesarina Schinchirimini, Andrea Beleggia, Marco Brasili


VOCI DALLE MISSIONI - BENIN

Cotonou, 14 agosto 2010
Odabo (ciao) amici di Aloe!
Eccoci a raccontarvi la nostra prima settimana qui a Cotonou...
Superati i primi problemi con le valigie disperse ma recuperate dopo 2 giorni, questa prima settimana è stata trascorsa con l'intento di farci conoscere e conoscere i frati che ci ospitano, cercando di rispettare il più possibile i loro tempi e i loro impegni! Siamo stati molto apprezzati per questo e ci sentiamo come a casa nostra, sono sempre tutti molto gentili e sorridenti e trascorrono volentieri del tempo a parlare e a scherzare con noi...
Proprio a causa di molti impegni che hanno avuto in questa settimana, per ora abbiamo visitato il mercato della via libanese con fra Luigi, la parrocchia dove opera padre Vincenzo e tutto il suo quartiere, il mercatino artigianale dove abbiamo fatto interessanti acquisti per i mercatini di Aloe. Inoltre abbiamo potuto partecipare a diverse feste che seguono le celebrazioni di matrimoni e battesimi. Questa è stata un'occasione per conoscere da vicino la loro cultura, le loro radici e quindi apprezzare la loro musica, le danze, il cibo, gli abiti e l'entusiasmante ospitalità che li caratterizza. Questa, come ha ironizzato anche padre Vincenzo, non è proprio l'Africa che muore di fame... e mentre Vale e Alice (ribattezzate le due clarisse) sono a volte scettiche, Cristian ne approfitta per ingurgitare di tutto e di più, della serie quello che non strozza ingrassa!!
Siamo un po' dispiaciuti del fatto che non ci sono i bambini dell'orfanotrofio perché i frati per il mese di agosto li hanno trasferiti in una casa famiglia a nord...così tutte le cose che abbiamo preparato e portato per loro saranno consegnate solo a settembre... non per questo ci siamo persi d'animo... infatti per la prossima settimana abbiamo molti appuntamenti: visitare la scuola di cui Aloe finanzia il progetto, fare visita al carcere minorile dove opera padre Vincenzo e il manicomio di Cotonou...
Per ora non abbiamo progettato di andare ad Inà perché ci siamo resi conto che per i frati é un viaggio impegnativo e dispendioso cosi se possibile andremo l'ultima settimana!
Tra le cose con le quali abbiamo trovato maggiore difficoltà c'é sicuramente il clima...non abbiamo ancora visto uno spiraglio di sole, il cielo è sempre coperto di nuvole e l'umidità pervade ogni cosa: i muri, i mobili e i letti dove dormiamo...un toccasana per l'asma di Vale!
Con nostra meraviglia non ci sono molte zanzare e possiamo tranquillamente bere la loro acqua anche se è molto pesante e per esempio fare la doccia non ci dà la sensazione di essere puliti a fondo...inoltre Cotonou, essendo una vera e propria metropoli, è caotica, sporca, polverosa e inquinata da uno smog soffocante! Siamo circondati da sciami di Zam, i motorini grazie ai quali la gente si sposta...
Come ci è stato insegnato al corso, noi ragazze per integrarci a pieno abbiamo impiegato 5 ore per farci fare le Blada, le loro tipiche treccine... Cristian, evidentemente impossibilitato a farlo, ha tentato di integrarsi con le parrucchiere ...
A parte gli scherzi, la nostra triade è molto affiatata e ben inserita tra la gente con cui entra in contatto sfoggiando varie lingue, dialetto marchigiano compreso! Vi aggiorneremo la prossima settimana con il seguito della nostra avventura...un saluto dai vostri Yowo (uomo bianco)!

Cristian Rossi, Valentina Minnucci, Alice Ciccolini


Cotonou, 17 agosto 2010
Ciao a tutti, eccoci di ritorno dopo il soggiorno al nord che ci ha un pò isolate dati i problemi di linea internet! Come saprete ormai tutti Samantha ha contratto la malaria e dopo un ferragosto da "brivido" (in tutti i sensi!), ora sta molto meglio. Questa mattina abbiamo fatto il test ed è risultato negativo per entrambe...Malanni a parte domani torneremo in Italia ma prima vi dobbiamo almeno accennare i progetti discussi con i frati di Inà di cui quella zona necessiterebbe la realizzazione.
Ve li elenchiamo brevemente: promozione delle adozioni a distanza, acquisto di un trattore per i contadini della zona, realizzazione di una scuola per il secondo ciclo del collegio, costruzione di un centro sportivo attraverso un contributo con qualche federazione sportiva italiana...
Per il resto il nostro soggiorno é stato molto movimentato. Oltre alle belle visite turistiche fatte a sud, a nord siamo riuscite a vivere a pieno la vita dei villaggi come desideravamo. Abbiamo realizzato numerose attività con i bambini di Inà e dei vari villaggi: giochi di squadra a premi, danze in cerchio, disegni liberi con i colori per il corpo, una partita di calcio con le divise della Firmum... tutto riuscitissimo con grande entusiasmo dei bambini, soprattutto la partita che ha praticamente coinvolto tutta la città evidenziando il bisogno di un centro sportivo che possa anche servire a togliere i ragazzi dalla strada. La partita tra le squadre da noi denominate "Cotonou" e "Inà" si è conclusa con la vittoria di Cotonou alla quale abbiamo consegnato lo scudetto Firmun e a tutti i giocatori sono rimaste le divise in regalo.
Siamo molto soddisfatte del lavoro fatto, è ora di preparare le valigie per tornare in Italia...
Grazie a tutti dei messaggi di conforto per i nostri piccoli incidenti di percorso... non avevamo dubbi sulla vostra presenza che ci ha accompagnato per tutto il viaggio.
Un abbraccio forte e un arrivederci a presto.

Marta Tarquini e Samantha Chiarini

PS: Oggi Cristian è rimasto qui con noi a Cotonou invece di partire per Ouidà con Valentina e Alice per via della dissenteria! E poi è spuntato Andrea che è rimasto a pranzo con noi per poi ripartire insieme a Marco per Ouidà!


Cotonou, 19 agosto 2010
Ciao amici di Aloe!
Come potete vedere vi inviamo in anticipo la nostra seconda lettera perché domani mattina partiamo molto presto per Inà, dove sarà più difficile utilizzare la connessione internet. Anche questa settimana l'abbiamo vissuta più da turisti visitando i vari luoghi caratteristici come la capitale Porto Novo, Ouidah e Ganvié. A Porto Novo abbiamo visitato il museo di storia della dinastia creola Da Silva e una tipica reggia dei re che si sono susseguiti in questa città. Successivamente siamo stati 2 giorni a Ouidah ospiti di padre Giulio; Cristian non é potuto venire causa problemi intestinali ma tranquilli perché si è ripreso e sta tornando più affamato di prima...Grazie alla guida turistica offertaci da padre Luigi all'andata abbiamo percorso il suggestivo lungomare che collega Cotonou a Ouidah fermandoci ad ammirare il lavoro dei pescatori. Inoltre abbiamo visto le varie porte della città e il museo l egati alla storia della tratta degli schiavi. Nel pomeriggio siamo state in alcuni villaggi vicini alla casa di formazione di padre Giulio riuscendo finalmente, anche se per poco, a fare dei giochi con i bambini del posto. La mattina seguente abbiamo visitato il dispensario, il panificio e, percorrendo le ampie campagne coltivate, siamo giunte al confine con il Togo. Stamattina abbiamo fatto tappa a Ganvié, bellissima e suggestiva città sull'acqua...come i bambini ci vedevano passare non urlavano altro che "Jowo cadeaux".
Ad Inà staremo fino a sabato prossimo e speriamo di vivere a pieno la vita nei villaggi e riuscire a portare un pò di divertimento e gioco ai bambini; non ci facciamo grandi aspettative perché alcuni villaggi sono distanti dal convento e dobbiamo sempre essere accompagnati da qualcuno che ci traduca anche dal francese al fon. Ci sembra comunque opportuno rispettare i loro impegni, anche perché padre Luigi, Lazard, Vincenzo e August si sono raccomandati sulla condotta da tenere una volta arrivati al nord per evitare di creare disagi.
Ci siamo resi conto che il mese di agosto non è adatto per chi vuole venire in Benin a visitare gli orfanotrofi e la scuola ed avere la possibilità di rendersi utili in qualche modo; i frati ci hanno infatti spiegato che l'anno scolastico è come il nostro quindi i bambini sono ora in vacanza e per stare con loro sarebbe l'ideale venire fino a metà luglio, quando le cose da fare sono davvero molte.
Siamo stati con padre Vincenzo a vedere il muro di cinta finanziato da Aloe, ed è stato realizzato un ottimo lavoro. Abbiamo avuto modo di conoscere una delle maestre che ci ha parlato delle molteplici difficoltà della realtà scolastica locale.
Ci sentiamo la prossima settimana per raccontarvi la nostra esperienza al nord del Benin.

Alice Ciccolini, Cristian Rossi, Valentina Minnucci


VOCI DALLE MISSIONI - PERU'

Barranquita, 19 agosto 2010
Ciao Franco,
vedo che segui con cura le informazioni. Padre Mario il 17 agosto è stato dal Procuratore Provinciale di Lamas. Tutto è andato bene. Tuttavia dobbiamo sempre aspettare la risoluzione che sarà emessa dal Procuratore. Lo stesso girono 17 di agosto la popolazione di Barranquita, all'incirca 400 persone, è uscita nelle strade di Tarapoto per esigere dal Governo Centrale il rispetto per la decentralizzazione, poiché risulta che il Governo Regionale aveva chiesto nel mese di aprile, al Ministero dell'Agricoltura - Lima - la revoca del contratto sopra i 3000 ettari che erano stati concessi al Gruppo Romero. All'inizio di Giugno il Ministero dell'Agricoltura ha risposto che il problema è di spettanza della Regione perché le competenze sono state trasferite, secondo la risoluzione ministeriale del 30 aprile di quest'anno. Immediatamente Barranquita aveva chiesto al Governo Regional e la revoca di tale contratto per il mancato rispetto dei termini del contratto stesso da parte del Gruppo Romero. E tutti davamo per scontato che in questo mese di agosto il Governo Regionale avrebbe preso questa risoluzione di revoca. Invece all'inizio di agosto giunge una risoluzione del Ministero dell'Agricoltura che dichiara al Governo Regionale di San Martin l'impossibilità di questa competenza sulla revisione del contratto dei 3.000 ettari, e che essi la dichiarano piuttosto sleale. Puoi immaginare il malumore che ci ha assaliti, al punto da decidere di scendere per le strade a protestare per questo e per altri punti che coinvolgono il territorio di Barranquita e di tutta l'Amazzonia.
Sappiamo che ci vorrà del tempo e che ci saranno situazioni molto più difficili, però la popolazione è sempre più cosciente e partecipa che è un piacere.
Bene, adesso mi stamperò il tuo messaggio perché anche padre Mario lo possa leggere a Barranquita.

Suor Lucero Guillen

 

VOCI DALLE MISSIONI - COLOMBIA

Marialabaja, 10 agosto 2010
Cari amici,
non abbiamo scritto perché eravamo stati rapiti!!!
... eravamo stati rapiti dalla missione quando siamo stati richiamati all'ordine, segue il racconto della nostra avventura. Abbiamo già visto e toccato con mano tutti i progetti, anche se le tre scuolette Santa Martin, Santa Rosa e Montecarlo ci hanno adottato. Questo grazie alla disponibilità delle maestre che accolgono ogni nostra iniziativa e all'affetto di tutti i bimbi. Ci sono molti problemi organizzativi sia a livello gestionale che economico, i quali compromettono la buona gestione delle scuolette.
Questo si verifica perché non ci sono i fondi necessari per arrivare a fine anno ma Padre Peppe é fiducioso che una soluzione si troverà. Abbiamo capito, anche grazie a lui, come manchi da parte dei genitori e dei gestori locali della scuola la capacità di auto sostenersi e di ricercare fondi in modo autonomo, per avviarsi al più presto alla totale indipendenza dagli aiuti esterni. Ci sono per le famiglie e la città in generale delle gravi difficoltà economiche, e questo é innegabile, fattori culturali e stile di vita non favoriscono il processo di sviluppo autonomo, anche se le possibilità reali per farlo ci sarebbero. Anyway, non si può fare di tutta l'erba un fascio e ci teniamo a raccontarvi appena torneremo delle storie delle mamme di Montecarlo che si sono costituite in associazione riconosciuta dallo Stato per fare impresa e racimolare qualche soldo, o i campesinos di Agrosolidaria piuttosto che Cedar, ci oè coloro che sono beneficiari insieme a molti altri del trattore che presto arriverà.
Ci piace l'armadillo cucinato con amore da Mercedes, il machete di Alberto, ci piace mangiare i semi di cacao e il platano fritto, trascorrere il sabato sera nel locale più affollato di Marialabaja a vedere le coppiette ballare la salsa con l'impareggiabile presidente della fondacion a partir da los ninos, ci piace la Champeta, i sorrisi a trentadue denti della gente, i consigli delle mamme per non farci fregare i soldi dal moto-taxista, le gambe di Eloisia divorate dai mosquitos, vedere Caterina scappare dalle lucertole trovate dai bambini. Ci piacciono le bambine che giocano alla pita, i calli e il sudore di Diego dopo aver sistemato l'orticello delle scuolette, lo spagnolo di Caterina, le ricette di Eloisia per Matilde, i succhi tropicali e il bollo. Ci piace la Casa Cural, i padri che ci ospitano con tanta pazienza, Prisio e Lolo che sono parte della famiglia, ci pi acciono Sophia, Silvana, Teresa, Jiry, Maria Julia, i fratelli zuccherini e il triplo mento di José Luis. Ci piace la serenità e la lungimiranza di Padre Peppe in questa "giungla" di problemi.
Non ci piace sudare mentre facciamo la doccia, essere sporchi da mattina a sera, sempre e ovunque, anche se siamo fermi. Non ci piace la puzza nera dei camion, l'orologio del campanile fermo alle 8:30 e il riverbero del sole in faccia. Non ci piace chi prevarica sull'esperienza di chi di questo posto ha fatto la sua casa, chi compra e basta.
Noi, sereni E VIVI.

Diego Cinti, Eloisia Tomassoni, Caterina Minnucci

VOCI DALLE MISSIONI - BENIN

Inà, 11 agosto 2010
Ciao "Iovo' ",
eccoci di nuovo qui per raccontarvi il proseguimento del nostro viaggio.
Venerdi scorso alle ore 6 siamo partite per il nord intraprendendo un viaggio allucinante di 10 ore.
Immaginate un caldo terribile, l'odore nauseante degli scarichi dei veicoli, pressate come sardine in scatola senza la possibilità di muovere braccia e gambe e bagnate fradice per l'ultima metà del viaggio a causa di un acquazzone preso in pieno durante una delle rare soste!!!
Stremate e al limite della sopportazione siamo giunte alla tanto desiderata destinazione.
Nei giorni seguenti abbiamo visitato il centro d'accoglienza per i bambini orfani di madre rifiutati dai padri e abbandonati secondo la tradizione Bariba'; la casa del vescovo di Ndali'; il centro maternità e il dispensario di Inà; il villaggio di Guà e il centro nutrizionale delle suore indiane che abbiamo iniziato a frequentare dove stiamo cercando di dare una mano come possiamo.
Siamo molto felici di aver preso la decisione di venire qui per 10 giorni perchè questa è l'Africa che cercavamo.
Abbiamo la luce solo 3 ore al giorno, non abbiamo quasi mai la linea internet, viviamo sempre a contatto con la popolazione dei villaggi..
In questi giorni seguendo le attività principali dei frati del posto ci siamo rese conto dei vari problemi e dei bisogni della popolazione di questa zona.
Ora purtroppo dobbiamo lasciare il computer perchè stà per andare via la luce, speriamo di riavere presto la linea per potervi illustrare le nostre idee sui progetti da poter realizzare.
A presto.
Marta Tarquini e Samantha Chiarini
PS: giovedi finalmente arriveranno i rinforzi ALOE!! Li attendiamo con ansia


VOCI DALLE MISSIONI - SIRIA

Fermo, 10 agosto 2010
LETTERA DI OMBRETTA E WALTER AI MONACI DI MAR MUSA
Carissimi amici monaci, monache, volontari, collaboratori,
il rientro in Italia è stato buono ma non quanto voi con i quali abbiamo condiviso giorni di vera intensa fraternità. Ci avete dato ciò che avete raggiunto con tanto impegno in una vita comunitaria veramente speciale, ma soprattutto ciò che siete! Sono rimasta impressionata della disponibilità ad accogliere chiunque senza fare troppe domande con la discrezione di chi sa che per ottenere l'allegria dell'incontro, c'è bisogno di credere nell'altro prima ancora che questo si esprime e in quello che porta inconsapevolmente porta con sè; speriamo che anche noi nel nostro piccolo possiamo sperimentare quella profondità di preghiera che abbiamo visto vivere lì, quell'interessamento amoroso per l'islam, quella speranza che si può fare qualcosa per cambiare questo nostro mondo alla deriva. Mi dispiace solo di non aver potuto c omprendere e assaporare tutte le catechesi e le omelie di padre Paolo ma questo l'ho interpretato come un invito a superare la pigrizia,( studiare bene l'inglese) e ad andare oltre capendo il senso delle cose per quello che producono; ma comunque mi sento di fare una richiesta gentile , per coloro che verranno a visitarvi dopo di noi, a fare una piccola traslate negli incontri.
Mi piace pensarvi sempre così; Huda premurosa, con quelli di casa non meno che con gli ospiti, gentile e moderata, un vero modello di equilibrio, bravissima in tutta l'organizzazione: Deema così capace nelle traduzioni e intelligentissima a capace e a cogliere le sfumature...,Jihad colto e raffinato,capace di amicizia nonostante la sua parsimoniosa parola, Jeanz lavoratore indefesso e suonatore delicato di flauto traverso per risvegliarci dopo le lunghe meditazioni, Butros (Pietr o) della stessa pasta di cui è fatta la montagna, sostanza della roccia dove è posizionato il monastero, che dà sicurezza solo a guardarlo, sereno e umile, imperterrito coltivatore sulle rocce e i dirupi, riuscendo a far verdeggiare ulivi e melograni là dove altri non vedrebbero che arida pietra; Giacomo la cui bontà traspare da tutto il suo essere,non lontano dalla santità del monaco che sa coniugare l'attenzione al prossimo con la contemplazione solitaria; Jossef dispensatore di silenzio e preciso sostenitore, nello schop, della povera economia comunitaria e infine Abuna Paolo, il fondatore, che pur di difendere la sua creatura, sarebbe pronto a morire più di una volta. Chiss& agrave; quante volte deve aver detto a se stesso, mentre via via gli si presentavano gli ostacoli assieme alla bellezza degli orizzonte di questa particolare vita monastica,che se il Signore aveva scelto proprio lui vuol voleva dire che possedeva le qualità giuste e che per quelle mancanti ci avrebbe pensato Lui. E così è stato vivendo questa avventura come se tutto dipendesse da Dio o come se tutto dipendesse da lui.
Grazie perchè ci siete ora e continuerete a dimostrare che il dialogo con Dio e con gli uomini non solo è possibile ma è l'unica condizione per continuare semplicemente a vivere. Così vi penso ma c'è molto di più che non mi è dato di conosce...
Un abbraccio fortissimo. Pace. Salute.Gioia!

Ombretta Morganti e Walter Angelini

Deir-Mar-Musa, 11 agosto 2010
LETTERA DEL PRIORE DI MAR MUSA AD OMBRETTA E WALTER
Carissimi Ombretta e Walter,
oggi comincia il Ramadan e già gira la testa …
vi ho pensato con affetto e riconoscenza nella preghiera dopo la vostra partenza.
Siete stati molto simpatici e pazienti vista la fatica del gran caldo e le nostre nervosità da stanchezza … Vi siamo molto grati per la solidarietà amichevole e intelligente che ci avete dimostrato.
Speriamo di poter rimanere in relazione con la vostra associazione e di trovare delle magnifiche cose da fare assieme. Allora, come dicono i musulmani sufi: Non voglia (insomma non permetta) Iddio che la vostra dipartita segni la fine della nostra alleanza!!!
Siete stati voi a prendere l’iniziativa …. GRAZIE! Vedete anche quanto per noi sia difficile prendere l’iniziativa di proseguire la relazione … Allora vi preghiamo fraternamente di continuare fedelmente a prendere l’iniziativa ….
Molta amicizia e gratitudine
Padre Paolo Dall'Oglio



VOCI DALLE MISSIONI - ETIOPIA

Cairo, 11 agosto 2010
Non è passata ancora una settimana che la nostra prima tappa, il Cairo, a sole tre ore di distanza, ci ha “strappato” dalla nostra società del benessere.
Siamo partiti venerdì scorso e ad accoglierci, nella casa dei Padri Comboniani, troviamo padre Giuseppe Cruciani, originario di Sant’Angelo in Pontano, che ha trascorso una vita tra Sudan ed Egitto.
Nella giornata di sabato, in un caldo afoso giriamo per le vie chiassose e piene di odori. Dobbiamo fare attenzione nel camminare per le strade cariche di macchine che avanzano al suono del clacson ed arrivare ai mercati con i loro forti odori, affolati da “donne coperte”, bambini con le spalle cariche e sguardi incuriositi.
Domenica mattina, accompagnamo Padre Giuseppe a celebrare la messa dalle suore di Madre Teresa, nel quartiere dove sono gli Zabbaleen, i “netturbini” del Cairo.
Gli Zabbaleen rappresentano una parte importante degli abitanti del Cairo, sia per numerosità sia per l’utilità del lavoro svolto. Effettuano la raccolta della spazzatura che portano nel loro quartiere e nelle le loro case, sede della loro attività di differenziazione e di parziale riciclo.
La cosa che più ci colpisce non è tanto di trovarci di fronte a delle persone povere, perché da questa attività qualcuno ne ha tratto dei benefici, quanto le condizioni di degrado nelle quali vivono, animali e uomini sommersi dall’immondizia e dal cattivo odore, nelle inesistenti condizioni igieniche.
Abbiamo conosciuto Padre Luciano, missionario comboniano, che tra questa gente, attraverso un dialogo interreligioso, sta donando la possibilità di un’istruzione ai bambini delle famiglie più povere, cercando di creare gradualmente un futuro più dignitoso.
Sempre all’interno della città del Cairo, altra frontiera, che richiama l’impegno dei missionari comboniani, è il centro d’accoglienza per i profughi sudanesi, oggi non più profughi, ma comunque senza alcun diritto. All’interno del centro è presente una scuola e garantito un pasto giornaliero e una buona istruzione fino al momento del diploma, il cui titolo viene poi riconosciuto dal loro governo sudanese. Il progetto è già sostenuto da ALOE.
Partiti dal Cairo, lasciandoci alle spalle una città frenetica di 20 milioni di abitanti, ci proiettiamo carichi di entusiasmo verso una nuova realtà, l’Etiopia dove ci attende padre Angelo …e un po’ di fresco.
Un saluto a tutti, dal variegato gruppo ALOE.

Emanuele Cappelletti, Loredana Orsili, Meri Ruggeri, Veronica Dialetto



VOCI DALLE MISSIONI – PERU’

 

Lima, 12 agosto 2010
Ciao a tutti,
sono stato i giorni scorsi a Barranquita dove sono andato a trovare Mario Bartolini.
Purtroppo lui non l'ho incontrato perche' ha dovuto andare a Iquitos, ma comunque ho visto il luogo e sono riuscito a parlare con la suora Lucero Guillen che lavora con lui.
La prima impressione che ho avuto è stata dell'...ottimo lavoro che stanno portando avanti a favore delle comunità del luogo, indigene e non.
Importante è anche il lavoro che stanno portando avanti contro la multinazionale Romero, che per ritorsione sta tentando di tutto per screditare Padre Mario e tutti gli attivisti che si stanno opponendo al progetto . Fare una enorme piantagione di palma da olio in un luogo come l'Amazzonia è veramente inconcepibile e per questo credo che sia assolutamente necessario dare il massimo sostegno anche da qui' in Italia.

 

Gianni Scramoncin
 

VOCI DALLE MISSIONI - SIRIA

Deir-Mar-Musa, 3 agosto 2010
Cari amici vicini e lontani:
no, non ci siamo perduti nel deserto: dopo il primo giorno di ambientazione, se mai ci si possa ambientare ad un clima cosi arido, a parte i 36 gradi all'ombra, e inospitale, l'impatto è stato scioccante, dopo una notte insonne per il viaggio i 400 gradini per arrivare a destinazione ci sembravano infiniti sotto il sole scottante. Ma l'accoglienza è stata davvero generosa da parte di Uda e Jihad che vi saluta calorosamente, più che fraterna. MAR MUSA e il suo monastero ci è apparso in tutta la sua severa disciplina di povertà ed essenzialità al limite del consentito per noi occidentali, ma io e Walter reggiamo l'urto perché la posta in gioco del dialogo e della comunanza con l'Islam è troppo importante e Padre Paolo e veramente "tosto" con 1,30 tra preghiere e conferenze in stretto arabo. Domani siamo in un villaggio dell'oasi dove vi è un altro monastero, intanto Walter ha piantato ben 21 germogli di Aloe arborescens graditissimi dai monaci e dalle monache, speriamo che attecchiscano. Io mi sono limitata a dialogare e pulire la cucina poiché gli ospiti sono moltissimi, a tavola si è sempre sulla cinquantina di tutte le provenienze. Ora vi lascio perché la mia celletta ha bisogno di pulizia, stiamo facendo delle riprese favolose, sembra che l'ambiente inospitale e desertico nasconda una primavera che è pronta scoppiare appena si avvicina un po' d'acqua. Baci.

Ombretta Morganti e Walter Angelini


VOCI DALLE MISSIONI - BENIN

Cotonou, 6 agosto 2010
Carissimi amici,
in questi dieci giorni abbiamo fatto moltissime cose ....
Cominciamo dall'inizio: scese dall'aereo senza valigie perché disperse, i frati non si sono svegliati per venirci a prendere e ci hanno lasciate sole alle due di notte in aeroporto. Per fortuna un sorvegliante ci ha aiutate e siamo riuscite a raggiungere telefonicamente i frati. Dopo aver dormito tutto il giorno per la stanchezza accumulata da Mianda, alle cinque del 28 mattina abbiamo fortunatamente recuperato le valigie.
Nei giorni seguenti abbiamo visitato le tre case d'accoglienza di Cotonou. La prima è stata quella di Saint Joseph, dove vengono accolte solo le ragazze dai 10 ai 18 anni. In questo periodo le tre case sono semi vuote a causa delle vacanze estive. A Saint Joseph abbiamo trascorso la giornata con le ragazze insegnando loro le nostre danze ebraiche in cambio dei balli tipici del Benin. Ci siamo divertite molto e le ragazze erano entusiaste! Nella seconda casa, quella di Sainte Famille, costruita recentemente e situata nella periferia di Cotonou immersa nel verde, ci sono i bambini dai 5 ai 10 anni. Mentre con Maximen visitavamo l'intera struttura i bambini ci seguivano festosi e contenti di mostrarci le loro camerette, la scuola e tutti gli ambienti dove trascorrono le loro giornate. Emozionante è stata la loro accoglienza, fatta di abbracci, coccole e grandi sorrisi. Abbiamo trascorso un po' di tempo con loro scattando foto e strapazzandoli un po'. La terza casa &eacu te; quella di Saint Pio', completamente deserta, che accoglie ragazzi dai 10 ai 18 anni.
Poiché Cotonou è una città troppo caotica, nel week end ci siamo rifugiate dalle suore Clarisse di Zinviè, dove nel loro Monastero immerso nella foresta abbiamo avuto il piacere di trascorrere del tempo con la gente dei villaggi che ci ha accolto molto calorosamente. In quell'ambiente così diverso da quello di Cotonou, la popolazione vive in case fatte di terra, senza corrente e in maniera estremamente semplice.
Dopo questa bellissima esperienza fuori programma, ci siamo trasferite a Ouidah per due giorni. Durante il soggiorno padre Giulio e padre Damiano ci hanno gentilmente dedicato tutto il loro tempo per visitare: la città di Ouidah, il Museo della Storia degli Schiavi, la "Porta del non ritorno", la "Porta del ritorno", la Cattedrale e Ganviè la Venezia dell'Africa. Pienamente soddisfatte di tutto quello che in così poco tempo siamo riuscite a vedere, con molta tristezza ci siamo diretti a Cotonou attraversando la via del mare.
Nel tragitto l'Oceano si affacciava alla nostra destra mentre a sinistra un bosco di palme da cocco ombreggiava la nostra strada. Di tanto in tanto piccoli villaggi di pescatori dominavano la spiaggia con le loro tipiche costruzioni di semplici foglie di palme intrecciate. Dopo questo affascinante percorso che nulla a da invidiare alle splendide cartoline caraibiche, siamo arrivate a destinazione.
Nei giorni seguenti abbiamo visitato la città di Porto Novo, il suo museo d'arte e cultura afro-brasiliano, il Palazzo Reale. Abbiamo partecipato a una lunga messa celebrativa di 4 ore per l'ordinazione di 18 sacerdoti locali e alla successiva festa con banchetto e musica. Oltretutto per assaporare il brivido di percorrere le strade di Cotonou in pieno traffico, siamo salite in sella ad una TAXI MOTO in tre per raggiungere il mercato più grande della città. L' esperienza é stata così divertente che l'abbiamo anche ripetuta e filmata!!!!
Tornando a cose più importanti, proprio oggi con padre Vincenzo abbiamo visitato l'asilo di cui abbiamo finanziato il progetto per la costruzione delle mura di cinta e dei bagni. La maestra che ci ha accolto, ci ha mostrato il muro terminato e il luogo dove verranno situati i bagni. Dopo la visita alle aule ci ha indicato il posto dove verrà affissa una targa di ringraziamento per ALOE. Felici di toccare con mano la realizzazione dei nostri progetti abbiamo dedicato tutto il pomeriggio all'acquisto degli oggetti per i nostri mercatini. Siamo riuscite a far fruttare i soldi con un proficuo bottino...!!!!!!!
Scusate se pur con una lunga lettera non siamo riuscite a raccontare nel dettaglio le nostre avventure con annesse emozioni che contiamo di poter condividere con voi nelle prossime Koinonie.
Domani finalmente partiremo per il grande NORD dove contiamo di vivere esperienze ancora più dirette nei villaggi poveri che visiteremo, sperando di lavorare con i bambini disabili del centro delle suore indiane e giocare con i bambini del villaggio di Inà. In questi prossimi giorni la corrente elettrica è disponibile solo 2 ore la sera e la linea internet è limitata.
Speriamo di risentirci presto e in attesa dell'arrivo del " BELLO, BRUTTO E CATTIVO" (assegnate voi i ruoli!!!!) le due pazzarelle beninoise vi salutano e vi abbracciano calorosamente.
Alla prossima puntata...

Marta Tarquini e Samantha Chiarini  

 

 

VOCI DALLE MISSIONI - TANZANIA

 

Makambako, 25 luglio 2010
...Eccoci di nuovo qua per raccontarvi il seguito della nostra avventura a Makambako:
la pallavolo è un successo, ogni giorno dalle 15.30 alle 17.30 fanno allenamento gli studenti di una scuola e subito dopo vengono i ragazzi più grandi e rimangono fino a notte. E' una grande soddisfazione vedere tutti quei giovani appassionarsi a questo gioco per non parlare poi di quanti altri bambini ci "rubano" i palloni per giocare lì intorno o semplicemente stanno a guardare.
Venerdì 23 siamo state ad Imiliwaha (2200 m di altitudine, si battevano i denti) un convento- casa madre delle Benedettine, qui abbiamo avuto la possibilità di conoscere le loro varie attività tra cui l'orfanotrofio che accoglie i bambini sin dalla nascita, e' stato veramente toccante... poi vi racconteremo... Piacevole e' stato conoscere Julia una ventenne dell'Alto Adige che da gennaio fa volontariato nell'orfanotrofio, ci ha raccontato della sua esperienza e ci siamo scambiate le nostre impressioni. Ci hanno molto colpito il suo coraggio e la forte motivazione, che l'hanno spinta a rimanere così a lungo in un posto del tutto isolato con temperature rigidissime e senza riscaldamento, pur di occuparsi di quei bambini.
Qualche volta siamo uscite per Makambako, sempre accompagnate da una suora. Alcune persone, soprattutto i bambini,cominciano a riconoscerci e ci salutano con grandi sorrisi ed i loro "mzungu mzungu" che significa bianco. Con alcuni di loro riusciamo anche a scambiarci brevi convenevoli in swahili grazie soprattutto all'aiuto delle "sisters" che ogni giorno ci danno qualche piccola lezione di lingua.
Con loro c'e' un bellissimo rapporto, da subito ci hanno accolto con baci ed abbracci per non dire dei canti e dei balli che ora facciamo insieme ogni volta che ci incontriamo, e' sempre una festa e loro sono sempre allegre e sorridenti. Anche con padre Remo e padre Casimiro ci troviamo molto bene, li accompagniamo sempre nei loro spostamenti nella vasta parrocchia, a dire il vero ci siamo sentite così tante messe (senza però capirle) che potrebbero bastarci per i prossimi due o tre anni.
Le cose da dire sarebbero ancora tante ma... alla prossima puntata...

Un abbraccio a tutti
Raffaela Basili, Elisabetta Conti, Eleonora Lupi


Makambako, 29 luglio 2010
Carissimi amici siamo giunte alla fine di questa avventura, proviamo a fare un bilancio: per quanto riguarda la pallavolo oggi si e' svolto il torneo finale fra gli studenti. Alle 15.15 siamo andate nella loro scuola perché ci avevano invitate i loro insegnanti, qui con nostra grande sorpresa, dopo aver conosciuto la direttrice, la vice, e gli altri professori, tutti gli alunni hanno eseguito per noi una specie di "parata" a suono dei tamburi e cantando poi tutti insieme siamo andati al campo di pallavolo per il torneo. Anche Padre Remo ha assistito scattando foto e incitando i ragazzi. Dopo il torneo li abbiamo invitati a casa nostra dove avevamo preparato per loro una merenda con dolci, bibite, caramelle e palloncini colorati appesi. I ragazzi sono rimasti entusiasti della sorpresa che hanno apprezzato moltissimo. Abbiamo regalato a tutti loro delle magliette e alla scuola palloni, reti e tutto il necessario per continuare quest'attività con i loro insegn anti Deo e Diana che in questi giorni hanno sempre collaborato con noi e ci hanno aiutato negli allenamenti. Siamo molto contente e soddisfatte oltre le nostre aspettative, soprattutto per l'interesse e la voglia di imparare dimostrati dagli alunni che anche se in poco tempo hanno ben appreso i fondamentali e le basi di questo sport per poter continuare a migliorarsi e a praticarlo. Il saluto con questi ragazzi ed i loro insegnanti e' stato un momento di grande commozione per noi e per loro, sicuramente rimarranno nei nostri cuori e per quanto sarà possibile cercheremo di mantenere i contatti.
Per il resto, non saremo sincere se dicessimo "tutto bene, tutto bellissimo", non è stato sempre così. Come già vi avevamo accennato nella prima e-mail, l'impatto iniziale è stato scioccante, non si può immaginare questa realtà fino a quando non la si vede con i propri occhi, la lontananza poi si sente e non solo perché i chilometri che ci dividono sono tanti, ma soprattutto si sente la lontananza tra il loro ed il nostro mondo... poi piano piano una volta "accettata" questa realtà, si comincia ad apprezzarne gli aspetti più positivi e più belli. E' vero che i bambini sono sempre "sporchi" ed hanno abiti logori e strappati ma nei loro occhi c'e' una luce che offusca tutto il resto e ti incanti a guardarli. E' vero che la condizione delle donne e' "penosa", svolgono i lavori più duri, pensano al cibo, alla casa, ai loro numerosi figli, uno dei quali e' perennemente s ulla loro schiena e spesso sono anche maltrattate, ma i loro abiti hanno i colori più vivaci e sfavillanti ed il loro sorriso e' dolcissimo. E' vero che nelle scuole ci sono anche 50\60 alunni per classe, ma i ragazzi sono molto rispettosi e disciplinatissimi. E' vero che gli uomini sono diffidenti e poco inclini a fare amicizia con gli "mzungu" (bianchi), ma se poi li conosci in realtà sono molto disponibili e gentili.
La natura poi... quando si dice "la forza della natura", mai questa espressione ci è sembrata più appropriata, qui la natura è esplosiva, è violenta, è immensa, è selvaggia, è forte... le distese sono grandi, le colline sono grandi, le montagne sono grandi, le piante sono grandi, persino il cielo e le stelle sembrano più grandi.......
Non sappiamo se con queste nostre parole siamo riuscite a darvi un'idea dell'Africa, ma sicuramente questa è stata....... "la nostra Africa"!!!!

Raffaela Basili, Elisabetta Conti, Eleonora Lupi
 

Makambako, 27 luglio 2010

Ciao a tutti coloro che stanno leggendo questa e-mail,
sono Eleonora, come sempre ci sono molte cose da dire e poco tempo per riferirle tutte, quando torno sicuramente vi raccontero’ meglio. Innanzi tutto volevo dirvi che qui fa davvero freddo, dalle 19 a mezzogiorno è necessaria la giacca a vento, dopo mezzogiorno si sta bene anche a maniche corte. Non credo di avervi già detto che durante questa permanenza a Makambako sono nati, solo nel dispensario della missione, cinque bambini, e due siamo anche andate a trovarli, cogliendo l’occasione di visitare il reparto maternità compresa la sala parto. Oggi sono stati battezzati, pensate, 130 bambini!!!! Sicuramente non hanno problemi riguardo la crescita della popolazione!! Il 23 siamo state ad Imiliwaha, che si trova a 2200 m di altitudine, li’ abbiamo potuto girare per il luogo che è piuttosto isolato, ma a me è piaciuto molto, e fra le varie strutture abbiamo visitato un orfanotrofio le cui condizioni non sono proprio b uone, non tanto a livello di struttura quanto a livello di pulizia ed igiene. Appena arrivata in questo orfanotrofio, stavo osservando un bambino che scendeva le scale con le mani e con i piedi perché i gradini erano troppo alti per lui, una volta sceso mi è corso incontro e mi ha abbracciato le gambe. Non potete capire che emozione che mi ha procurato quel gesto così spontaneo fatto da un bambino per il quale io ero una perfetta sconosciuta!!!! Poi mi guardava con quegli occhioni come se volesse dirmi “finalmente sei arrivata”, non so’ descrivervi la gioia di quel momento!!!!
In questo stesso villaggio abbiamo conosciuto Julia, una ragazza di 20 anni di Bolzano, che insieme ad una sua amica è qui da gennaio e si occupano dei bambini di questo orfanotrofio. Quando ha detto che erano sei mesi che stava ad Imiliwaha mi sono sentita piccola piccola e insignificante, ha un bel coraggio questa ragazza e ha tutta la mia ammirazione!!!!!! Con lei abbiamo scambiato diverse opinioni riguardo alla situazione di questa zona, e ci siamo ripromesse di rimanere in contatto. A proposito di conoscenze, non vi ho mai parlato delle “sisters”, cioè delle suore della missione, sono davvero fantastiche, ci divertiamo tantissimo con loro!!! Noi cerchiamo di insegnargli l’italiano e loro lo swahili ma a memorizzare sono molto più brave loro, gli ho insegnato anche alcune frasi in dialetto e sono troppo simpatiche quando le ripetono!!!
Ah... Per quanto riguarda la pallavolo direi che questo progetto sta andando alla grande!!! Il pomeriggio abbiamo sempre una classe di bambini che si allena e dopo di loro giocano i ragazzi più grandi, dovete vedere quanti bambini vengono a guardare oppure a giocare, è spettacolare!!! Siamo molto orgogliose di quest’attività...
Che dire di più? Mi mancate tanto, tutti, però so che tra un pò vi rivedrò e quindi sono tranquilla!

Ciao ciao alla prossima (che credo sarà l’ultima e-mail perché il 30 siamo in viaggio per Dar es Salaam).
Eleonora Lupi

P.S. ho voglia di pasta!!!!!! Di pizza!!!! Di pane!!!!!! Per la gioia di mia madre qui ho anche mangiato le uova, che a me non piacciono affatto, certe esperienze ti cambiano davvero!!!


Makambako, 30 luglio 2010


Ciao Don Paolo e un saluto a chi sta leggendo questa e-mail,
siamo arrivati all’ultimo capitolo dell’esperienza a Makambako, visto che domani ripartiremo per Dar es Salaam per poi tornare in Italia il 2 agosto. Durante questa permanenza, lo ammetto, qualche volta ho pensato a quanto mi mancasse l’Italia, il cibo, il caldo, anche il solo fatto di sentir parlare qualcuno e riuscire a capire cosa dicesse... La nostalgia si faceva sentire soprattutto dopo cena, quando ci rintanavamo nella nostra casina, e lì, nel mio lettuccio, i pensieri iniziavano ad assalirmi.
Mi sono ritrovata così, a 18 anni, catapultata, per mia volontà, in una realtà tanto diversa, così complicata, ma così, a suo modo, bella!
Ora, però, che finalmente erano nate delle bellissime amicizie, è giunto il momento di ripartire, e questo un po’ mi rattrista... non ci saranno più quegli intensi scambi di sguardi con le persone del posto, i sorrisi dei bambini, il cercare di imparare lo swahili (con scarsi risultati), il solletico che mi faceva sempre sister Zita quando mi vedeva lunga sul letto a leggere durante il pomeriggio, il giocare con i ragazzini della scuola a pallavolo, il batticinque con Frederich ogni volta che vinceva, l’allegria che regna sempre in questo posto... be’ ecco, tutto questo mi mancherà... forse un giorno ritornerò, chi lo sa... intanto sister Zita mi ha detto che verrà alla mia laurea...certo, ne dovrà passare di tempo!!!! Comunque sono felice di aver fatto questa esperienza, e soprattutto di averla fatta con l’incoscienza della mia età... qui ho imparato molto, e ringrazio tutte le persone d el posto perché sono riuscite a darmi tanto!!!!
Be’, ci rivediamo il 2!!!

 

Ciao a tutti

Eleonora Lupi


P.S. quello che abbiamo fatto in questi giorni ve lo racconterò al ritorno...

 

Makambako 17/07/2010

Ciao Don Paolo,
sono Eleonora e scrivo dalla missione di Makambako. Il viaggio in aereo è stato abbastanza tranquillo, ma dal Cairo a Dar es Salaam abbiamo viaggiato di notte ed è stato impossibile dormire. A Dar ci siamo fermate per un giorno, la città è piuttosto grande e si sta rimodernizzando. Il viaggio per Makambako è stato straordinario, 800 km in jeep! Abbiamo incontrato durante il tragitto diversi animali: giraffe, elefanti, zebre, corvi, ting ting, ecc... siamo arrivate alla missione alle 20 passate e già per strada si notava la forte differenza di vita tra Dar e qui, Makambako mostra i segni di un villaggio in via di sviluppo che ogni anno aumenta la popolazione del 10%! Sono circa 80 mila abitanti. Le condioni di vita le potete immaginare, case fatte di legno o di terra ricoperte da un tetto di lamiera, poca presenza di fognature, e l’igiene lascia alquanto a desiderare ma mantengono una mentalità ancora legata alle tradizioni che è motivo di unione, di solidarietà e di senso di appartenenza, ciò che ormai in Italia non esiste più. Il problema maggiore quaggiù è l’ignoranza, perché il non conoscere non permette loro di svilupparsi, ma è ancora più negativo il conoscere tutto contemporaneamente, infatti mentre la nostra evoluzione è stata graduale, loro passano dalla zappa al cellulare, come ci diceva lo stesso Padre Remo, e questo non comporta un vero sviluppo. Il lavoro che svolge Padre Remo qui è fondamentale, dopo il suo arrivo sono sorte diverse scuole, nate nuove chiese, ristrutturate nuove case. Appena siamo arrivate ci siamo subito sentite osservate, perché alcuni quaggiù non sono contenti della presenza degli “nzungu” (i bianchi i senso dispregiativo), è un po’ quello che succede da noi con gli extracomunitari, però se riesco no ad entrare in confidenza con te sono delle persone affettuosissime e gentili, certo non tutte. Oggi abbiamo assistito ad un matrimonio, è stato memorabile, balli, canti, musica, riti particolari, ti coinvolgeva completamente. Per quanto riguarda il cibo sono giorni che mangiamo riso e pollo, però meglio di niente!!! Il nostro lavoro con i bambini deve ancora iniziare, credo che domani comincerà.
Ora ti lascio, ci sentiamo presto.
Ah... il mio stato d’animo per ora è sotto controllo... ho troppe cose da fare per deprimermi! E comunque è un’esperienza fantastica, sicuramente aiuta a crescere e a maturare.. avevo bisogno di sentirmi utile, di fare qualcosa di eccezionale, di rompere la quotidianità, di distaccarmi da cio che è superficiale.. insomma, avevo bisogno di andare oltre!!!

Eleonora Lupi

 

Makambako 20/07/2010

Ciao Don Paolo,
scusa se non ti scrivo tanto spesso. In questi giorni sono successe molte cose, le emozioni sono sempre forti ed intense. Domenica ad esempio abbiamo pranzato nella “casa” di un adorabile bambino. La casa era illuminata solo dalla luce che filtrava dalla porta aperta, non so come descrivere le condizioni dell’abitazione e delle persone che vi abitano, sicuramente a parole non renderei l’idea di quella povertà assoluta... andiamo oltre! Finalmente abbiamo allestito il campetto da pallavolo e già alcuni bambini sono venuti a giocarci, mentre noi, pur avendo difficoltà a causa della lingua, spiegavamo le regole del gioco. Devo dire che è stata una vera soddisfazione! Questa mattina siamo state in un asilo, i bambini erano completamente rapiti dalla nostra presenza, siamo riuscite a conquistarli del tutto dopo che ho iniziato a fare delle figure con i palloncini. Erano così contenti di questa novità che ci venivano tutti addosso!
L’impatto con questa realtà non e’ stato facile, provo ora un groviglio di sensazioni, momenti di gioia e momenti di sconforto, quest’ultimi aggravati dalla nostalgia che provo soprattutto nei confronti degli amici, mi mancano un casino!
Va be’, alla prossima.
P.S. se volete testare le sospensioni della vostra auto vi consiglio le strade africane perché invece delle buche ci sono dei veri e propri crateri e in sostituzione dei dossi delle vere montagne di terra!

Eleonora Lupi

 

Carissimi amici di ALOE,
cosa scrivervi di questi primi giorni a Makambako? Impossibile raccontarvi tutto perché questa settimana è stata veramente intensa e piena di avvenimenti emozionanti: abbiamo partecipato ad un matrimonio a Mlowa un paese qui vicino, siamo andate a trovare due neonati al dispensario della missione, abbiamo accompagnato Padre Remo a dire messa in villaggi poverissimi e “sperduti”, abbiamo passato una mattinata con i bambini di un asilo ed infine, con nostra grande soddisfazione, ieri abbiamo allestito il campetto da pallavolo e nello stesso pomeriggio è venuta una classe a giocarci. Che dire?... certo, l’impatto iniziale con questa dura realtà è stato scioccante ed i nostri stati d’animo sono oscillati tra momenti di tristezza e sconforto ed altri di euforia e di grande voglia di fare, ma sicuramente ci riteniamo fortunate di poter vivere questa straordinaria esperienza umana.
Un grande abbraccio da Raffaela Basili, Eleonora Lupi, Elisabetta Conti

 

Commenti dei lettori
0 commenti presenti
Aggiungi il tuo commento
indietro

Eventi dalla diocesi

05 dicembre

Ritiro spirituale del clero diocesano animato da Paolo Curtaz

09 gennaio

Ritiro spirituale del clero diocesano animato da don Andrea Bezzini

06 febbraio

Momento di aggiornamento pastorale per il clero diocesano guidato da don Giuseppe Bonfrate

10 aprile

Momento di aggiornamento pastorale del clero diocesano. Interviene il dott. Francesco De Angelis

Copyright 2009 Arcidiocesi di Fermo - info@fermodiocesi.it | pec: economato.diocesifermo@legalmail.it | Redazione | Contattaci | Cookies / Privacy Policy

Arcidiocesi di Fermo: C.F. 90006790449 - Via Sisto V, 11 - Tel: 0734.229005