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Credenti e non credenti per una nuova laicità

commento di mons. Duilio Bonifazi, direttore dell'Ufficio Diocesano Scuola, Cultura ed Università

Due riflessioni: una in riferimento a ciò che la stampa e i telegiornali di grande diffusione hanno detto intorno alla recente riunione del Consiglio permanente della CEI; l’altra in riferimento a ciò che di essa hanno ignorato. Abbiamo presenti la prolusione del cardinale Bagnasco e la conferenza stampa del segretario generale della CEI mons. Crociata nella presentazione del comunicato finale.
Notiamo con soddisfazione ciò che i mezzi di comunicazione sociale di grande diffusione hanno messo in evidenza. Di Bagnasco hanno sottolineato il suo sognare una nuova generazione di cattolici impegnati nella cosa pubblica in coerenza con la fede, il suo appello alla riconciliazione sociale, il suo richiamo alla urgenza delle riforme. Di Crociata hanno messo in evidenza il suo discorso sui valori che devono guidare la scelta dei credenti nel momento del voto, sottolineando la necessità di armonizzare le esigenze della solidarietà sociale e della difesa della vita,evitando letture unilaterali della dottrina sociale della Chiesa. Come è a tutti evidente, ci si è limitati a evidenziare la dimensione “politica” del discorso di Bagnasco e dell’intervento di Crociata, ignorando l’ampia articolazione problematica in cui è inserita, o appena accennando ad essa. A volte poi si è data una interpretazione più o meno favorevole alla propria posizione di parte in campo politico.
Ecco allora la nostra seconda riflessione. Ora a noi preme mettere in evidenza il fondamento e la complessa articolazione problematica in cui Bagnasco e Crociata hanno inserito le loro affermazioni “politiche”. In questa sede ci dobbiamo limitare ad un aspetto: l’esigenza che credenti e non credenti si muovano nel quadro di una nuova concezione della laicità. E’ indicativo il fatto che nella prolusione di Bagnasco il discorso più direttamente “politico” si trova nell’ultima parte. Egli infatti muove dalla centralità e attualità della “questione di Dio” nella società di oggi, questione che chiama la Chiesa alla creatività pastorale, mentre comporta creatività culturale nel ripensare la laicità, il rapporto tra la fede e la storia,l’impegno dei cristiani nella vita economico-sociale-politica, l’educazione alla cittadinanza responsabile, l’attenzione dei non credenti alla rilevanza pubblica del fenomeno religioso. Qui Bagnasco affronta il problema del superamento del “secolarismo”, cioè della concezione della laicità che è ancora egemone nella nostra Europa e in Italia. Egli fa propria la riflessione sul “post-secolare” cha ha preso l’avvio da un dialogo tra Habermas e l’allora cardinale Ratzinger nel 2004. Habermas stesso, che è un pensatore “laico”, ha contribuito a diffondere il tema del ”post-secolare” per qualificare una società che mette in discussione la classica concezione weberiana della secolarizzazione e prende atto del fenomeno delle religioni che chiedono una maggiore visibilità e una maggiore influenza nella sfera pubblica, in presenza di nuove problematiche etiche. E’ in questo quadro che Bagnasco dice: “ ciascuno è chiamato a respingere le intimidazioni del secolarismo, le spinte cioè all’interpretazione più privatistica del fatto religioso, quasi si trattasse di una debolezza

 

 

dell’intelligenza e di un cedimento all’irrazionalità”.E’ sul fondamento di una rinnovata concezione della laicità che emerge il diritto dei credenti a dare voce pubblica alle implicazioni culturali e sociali della loro fede e a sostenerle, sempre nel corretto rispetto del metodo del dialogo con tutti e delle norme della democrazia, evitando posizioni integraliste e integriste, che sarebbero negazione della laicità, che è un valore anche per i cristiani. In questa nuova concezione della laicità diventa più facile alla comunità ecclesiale educare le future generazioni a una cittadinanza responsabile, facendo emergere la valenza storica e sociale della Parola di Dio, della fede, della celebrazione eucaristica.
 

 

 

mons. Duilio Bonifazi

direttore Ufficio Scuola, Cultura ed Università

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