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Notizie dalla Diocesi

Cento città contro il dolore

Costituzione della sede provinciale di Fermo dell'Associazione "Amici di ISAL"

Diamo una notizia e formuliamo una riflessione. E’ sorta anche a Fermo una sezione Isal, che è una fondazione onlus, che ha come obiettivo essere concretamente vicini alle persone colpite dal dolore cronico e alle loro famiglie. La sua sede centrale è a Rimini ed è diretta dal prof. Raffaelli. La sezione di Fermo è sorta per interessamento dell’arcivescovo di Fermo mons, Conti e del prefetto della nuova provincia Emilia Zarilli. In una conferenza stampa presso la sede attuale della prefettura i protagonisti hanno illustrato i vari aspetti della Isal e delle problematiche del dolore presenti nel territorio fermano, comprese quelle dei sacerdoti, ricordate dall’arcivescovo, che ha anche sottolineato l’importanza di non spegnere nel malato la speranza di una vita ultraterrena. Rilevanti sono state le osservazioni sulla dimensione sociale ed economica del problema della cura del dolore fatte dal prefetto; le informazioni tecniche date dal presidente della sezione di Fermo, l’imprenditore Biondi; le notizie attinenti l’impegno della sanità pubblica fornite da due medici, Pompei e Calcagni. La struttura di Isal è stata illustrata dal dottor Ciliberto, coordinatore del progetto. Da tutti è stata rilevata la felice coincidenza con la recente legge sulle cure palliative approvata dal parlamento all’unanimità.


Ora formuliamo una riflessione che ho già esposto durante il Convegno sulla eutanasia, che si è tenuto ad Ancona, presso la Facoltà di Medicina, organizzato dalla stessa Facoltà di Medicina e dall’Istituto Teologico Marchigiano nel 2001. La riflessione riguarda l’etica della terapia del dolore: problema che in quel convegno emergeva in connessione al tema dell’eutanasia. Impegnarsi nell’allontanare, lenire e sopprimere il dolore, proprio e altrui, è un preciso dovere morale e una dimensione dell’esperienza cristiana autenticamente intesa. Affermare la possibilità di valorizzare positivamente anche l’esperienza della sofferenza non significa attenuare l’impegno a ridurre, per quanto è umanamente possibile, la sofferenza stessa. Il desiderio di vivere felice e di promuovere la qualità e la dignità della vita è insito nel cuore dell’uomo e nell’esperienza del vivere cristiano:proprio perché la vita umana è un valore, l’uomo deve promuoverne la qualità e la dignità in ogni fase della sua esistenza, con tutti i mezzi di cui può lecitamente disporre, comprese le terapie antidolorifiche, le cure palliative,l’uso di analgesici, “anche se ne possono derivare torpore o minore lucidità;o possono sopprimere la coscienza in presenza di dolori violenti e insopportabili”. Così dice la Congregazione della Dottrina della Fede nella “Dichiarazione sulla eutanasia” del 1980.

 

mons. Duilio Bonifazi

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