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L'Arcivescovo commenta con i Diaconi il messaggio del Santo Padre per la Quaresima

durante il consueto incontro quindicinale di formazione

 

Venerdì 12 febbraio si è svolto il consueto incontro - a cadenza più o meno quindicinale - dell’Arcivescovo con diaconi e candidati al diaconato presso casa San Lorenzo. Dopo la preghiera dei Vespri, che sempre ci aiuta ad aprire il nostro cuore all’ascolto, Sua Eccellenza ha voluto dare una rapida occhiata al messaggio del Papa per la Quaresima 2010 per aiutare i presenti a meglio riflettere su di esso. Partendo dal “dare cuique suum”, ossia “dare a ciascuno il suo” di Ulpiano nel “messaggio di Benedetto XVI per la quaresima 2010”, Mons. Conti ha voluto riflettere sul fatto che questa frase venga interpretata come “dare ai poveri il superfluo”, mentre “Quod super est dare pauperibus”, non significa dare loro il superfluo ma il massimo. In definitiva, ha spiegato l’Arcivescovo, la proposta del Santo Padre per la Quaresima è quella di un esodo spirituale da noi stessi, dalle nostre certezze che va oltre la giustizia umana ed è possibile solo per mezzo della fede. In particolare il Vescovo si è soffermato sul significato ebraico della parola Sedaqah, cui fa riferimento il messaggio, che in ebraico significa dare al povero per restituire a Dio ciò che ci ha dato. Il termine Sedaqah ha quindi introdotto l’argomento Caritas di cui Mons.Pietro Orazi è il direttore diocesano. Quest’ultimo, presente all’incontro, ha quindi spiegato a tutti i presenti che la Caritas è nata nel 1971 con S.S. Paolo VI come organismo pastorale costituito dalla CEI, espressione e testimonianza della carità presente nella comunità cristiana, non come associazione o cooperativa sociale. La Caritas quindi, essendo espressione della comunità cristiana, dovrà essere diocesana (qualcuno auspicherebbe parrocchiale). Sua Eccellenza ha spiegato che la vita della comunità cristiana è caratterizzata anzitutto dall’Ascolto e dall’Annuncio della Parola, quindi dalla Liturgia e infine dalla traduzione nella vita quotidiana del comandamento dell’amore (=carità); questi tre momenti non sono scollegati tra loro ma si richiamano l’un l’altro. Proprio per questo richiamo della carità agli altri momenti della vita cristiana, il compito della Caritas non è solo quello di distribuire aiuto ai fratelli bisognosi ma prevalente è l’azione pedagogica cioè sensibilizzare la chiesa e i fedeli alle povertà e alla carità. L’azione pedagogica della Caritas, ha spiegato Mons. Orazi, si svolge con proposte di vita semplice e sobria, superando una mentalità consumistica, individuando le varie espressioni di povertà, inquietando le coscienze per far loro aprire gli occhi sulle povertà e inducendo le persone a farsi carico dei fratelli per creare una rete di solidarietà. S.E. Mons. Conti ha perciò chiarito che la funzione pedagogica, all’interno della chiesa, deve essere svolta da chi è più prossimo all’eucarestia: sacerdoti e diaconi.

Per evitare che le Caritas siano delle avanguardie solitarie senza un popolo che le segua – rischio attuale di queste realtà – occorre valorizzare tutto ciò che viene fatto e promuovere nuove iniziative, rilevare e far conoscere le povertà del territorio (osservatorio Caritas), progettare a partire da un’analisi e uno studio sulle cause di povertà, proporre servizi come opere segno  (Casa Betesda ndr), sensibilizzare alla mondialità, stimolare le istituzioni civili, collaborare con altri gruppi o movimenti per operare in maniera integrata e coordinata.

A questo punto si è chiesto ai presenti che collaborano in maniera più stringente con le Caritas parrocchiali di intervenire per dare il proprio contributo.

 

- Diacono Tonino di Civitanova Marche. Si è detto dispiaciuto del fatto che il diacono Sergio di Porto Sant’Elpidio non fosse presente e di come la sua assenza fosse segno di come funzionano le Caritas, costrette ad essere più operative che pedagogiche.

Mons. Pietro Orazi ha osservato che in questo momento le Caritas scoppiano, anche a causa della crisi economica.

- Diacono Attilio di Corridonia. Ha spiegato che nella sua città, per coinvolgere le persone, hanno invitato i ragazzi del catechismo coi loro genitori a visitare la Caritas .

 

S.E. Mons Conti ha concluso l’incontro con l’impegno a riprendere questi discorsi sulla Caritas e, riguardo all’attuale crisi economica, invitando a guardare più in là della crisi e dell’aiuto concreto per richiamare alla fede. La Caritas, ha concluso il Vescovo, deve tendere a dare una risposta al senso della vita.

 

 

Manuela Marini

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