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Venerdì 18 dicembre 2009 in San Domenico a Fermo Sua Eccellenza Mons. Luigi Conti ha celebrato il rito di restituzione del simbolo apostolico ai diaconi ed ai candidati diaconi.

La celebrazione è iniziata con la lettura del brano Gv 4, 5-42 in cui si narra dell’incontro di Gesù con la Samaritana che sta attingendo l’acqua al pozzo; un brano su cui i diaconi e i candidati diaconi avevano precedentemente fatto una lectio divina e una scrutatio. Questa lettura ha sottolineato la vocazione che ognuno di noi ha ricevuto nel battesimo che da un lato estingue la sete di verità e di eterno in noi e dall’altro ci fa sorgenti di acqua viva per gli altri. Nella preghiera dei fedeli ci è stato ricordato di essere discepoli nell’umiltà, di riconoscere perciò i nostri peccati, di rifiutare ogni idolatria e di riporre ogni speranza in Gesù, anche per la nostra coppia e le nostre famiglie. Sua Eccellenza ha quindi effettuato una preghiera di esorcismo sui candidati e i diaconi. Successivamente, nella Liturgia della Parola, è stato letto il brano dalla I° lettera di San Giacomo Apostolo in cui ci viene ricordato che chi crede che Gesù è Cristo è nato da Dio, tramite lo Spirito, ed è questo Spirito che dà unità. Nel Vangelo di Mc 7,31-37 Sua Eccellenza ha evidenziato, come nell’“effatà”, ciò che occorre per giungere alla fede è l’ascolto della Parola; ha quindi esortato tutti affinché non passi giorno senza nutrire la propria anima con la Parola di Dio. Solo in questo modo le nostre parole potranno diventare Parola di Dio; il nostro linguaggio.

Quindi c’è stata la lettura e la riconsegna del Simbolo apostolico, simbolo di impegni che sono espressione della Resurrezione, come l’assiduità nella preghiera, il riferimento alla Parola di Dio o la testimonianza della fede.

In conclusione c’è stata la consegna di un crocefisso ad ogni diacono, candidato o coppia di sposi in cui il consorte sia diacono o candidato. E’ stato un momento molto intenso e carico di significato, poiché il crocefisso in legno, nella parte del corpo di Gesù Cristo, è vuoto perché siamo noi, Chiesa, Corpo vivente di Cristo, che dobbiamo riempirlo, con la nostra vita.

Manuela Marini

Renato Postacchini