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Un pensiero di benvenuto nella nostra terra fermana
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L'Arcivescovo rivolge un saluto ai turisti che nell'estate ormai alle porte visiteranno il nostro territorio e agli operatori del settore turistico impegnati affinché si prepari al meglio l’accoglienza e l’ospitalità

A coloro che sono ospiti delle nostre comunità

e a quanti visitano il nostro territorio

 

 

 

Prot. N.  204/2023

 

Carissimi,

 

      rivolgo un pensiero di benvenuto nella nostra terra fermana a voi e alle vostre famiglie.

 

      Un pensiero che è anche un ringraziamento per un incontro nuovo o che rafforza la conoscenza reciproca maturata negli anni, tra le persone delle nostre comunità e voi che giungete da luoghi diversi dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero.

 

      Questo tempo di riposo e di tempo libero sia l’occasione per scoprire il bello che circonda e pervade questa nostra grande e bella comunità che vive dal mare Adriatico ai monti Sibillini, passando per le valli e i crinali delle colline.

 

      Il principe Myškin nell'Idiota di Dostoevskij afferma: “La bellezza salverà il mondo”. Non si tratta certamente del solo carattere estetico a cui si riferisce l’autore russo, piuttosto del valore “estatico” che unisce il bello al buono e, a sua volta, al vero.

      Quando lo spirito si predispone al dono dell’incontro, si rinnova sempre una sorta di estasi che rincuora e nutre il nostro animo, anche quando è afflitto da preoccupazioni, tensioni e sofferenze.

      Questa estasi non cambia o cancella gli aspetti problematici dell’esistenza ma, facendo appello a quanto di più essenziale c’è nella vita, consente a noi tutti di affrontarli con consapevolezza e coraggio. Quando ci sentiamo accolti, quando riusciamo a vivere con positività le nostre vicende, si svela davanti a noi l’essenziale che percepiamo anche come verità profonda.

 

      Come ogni anno, rinnovo l’invito a scoprire la bellezza della nostra terra. Lasciatevi conquistare dalle tradizioni culturali e religiose della storia passata e presente, diffuse in ogni paese, borgo e città; dalle feste patronali alle manifestazioni rievocative storiche, dagli eventi culturali con le numerose proposte teatrali alle iniziative religiose, dai luoghi dello spirito (il Duomo, i monasteri, i conventi, i santuari e le parrocchie) ai cammini dei pellegrinaggi, dal Museo Diocesano agli altri luoghi della cultura, e tanto altro ancora.

 

      Il mio è un invito non solo a vivere un itinerario artistico culturale, ma ad aprirvi all’incontro con le persone e le comunità del territorio caratterizzate dalla novità portata in dono da ciascuno.

 

      Le Marche sono da tempi antichi luogo di passaggio, per vicende di varia natura storica e umana. La nostra non è solo una terra plurale ma anche una popolazione plurale che ha scolpito nel proprio dna questa diversità dialogante.

 

      Con grande affetto ed amicizia chiedo l’intercessione della Vergine Assunta in Cielo, patrona della nostra Arcidiocesi, perché discenda su di voi, sulle vostre famiglie e i vostri cari la benedizione di Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

 

Fermo, 28 Maggio 2023

Domenica di Pentecoste

 

+ Rocco Pennacchio

Arcivescovo Metropolita di Fermo

 

Scarica il messaggio in formato pdf

 

AGLI OPERATORI NEL SETTORE TURISTICO

Agli Imprenditori, alle Maestranze

Agli Amministratori pubblici competenti

Agli Addetti negli Uffici pubblici preposti

Alle Associazioni di categoria

 

Prot. N.  203/2023

 

Carissimi,

 

con l’avvicinarsi della stagione estiva vi immagino già tutti impegnati a pieno ritmo affinché si prepari al meglio l’accoglienza e l’ospitalità delle migliaia di persone che trascorreranno il loro tempo di ferie nella nostra terra.

 

Desidero esprimere la gratitudine e la vicinanza di tutta l’Arcidiocesi di Fermo per il vostro prezioso operato e per il particolare carattere di integrazione tra le persone che ispira l’attività che vi contraddistingue.

 

Dopo il tempo della pandemia, ci troviamo in una fase in cui, insieme a segnali di ripresa e al desiderio di reincontrarsi, emerge il rischio di conflittualità e di sospetto che si estendono dal comportamento e dall’esistenza individuale fino ai rapporti internazionali e alle relazioni tra i popoli; quasi fosse un nuovo virus dell’anima che ha il potere di condizionare il destino dell’umanità.

 

Ognuno ha il dovere di costruire un argine al dilagare del disorientamento diffuso, ed anche il vostro ruolo può essere determinante per alcuni fattori costitutivi del vostro operato innanzitutto, l’arte dell’accoglienza e dell’ospitalità, la valorizzazione del territorio e delle comunità, la capacità di cogliere i bisogni e i desideri per offrire un tempo di riposo e di rinfrancamento, danno la possibilità di rasserenare e pacificare l’anima e lo spirito.

In secondo luogo, il valore aggiunto dell’incontro tra persone di diversa provenienza e cultura, non solo tra gli ospiti ma anche tra gli addetti del settore. Questo fenomeno di “mescolamento”, se da una parte richiede la fatica dell’adattamento e della comprensione reciproca, dall’altro favorisce l’occasione di una presa di coscienza consapevole e responsabile di appartenere tutti ad un unico genere umano, consapevoli che ogni organismo non può crescere e maturare se qualche sua parte si trova in sofferenza, viene sfruttata e prevaricata, si sente estranea o rifiutata.

 

L’invito è quello di provare a vivere questo tempo all’insegna della fiducia reciproca e della speranza, elementi indispensabili per un terreno fertile su cui possa germogliare un mondo migliore abitato da un’umanità più felice. Non vuole essere un discorso buonista; sappiamo che dolore, sofferenza, malattia e morte sono sempre presenti nella nostra esistenza. Tuttavia tutto questo può essere vissuto nel sostegno reciproco e solidale anziché nella solitudine e nella disperazione. Un sorriso, una mano tesa, il farsi compagni di strada,


alleviano la fatica di portare il fardello quotidiano e, al tempo stesso, da questa fatica scaturisce la ragion d’essere che è quella di un “mondo migliore” che possiamo contribuire a costruire come eredità per le generazioni a venire.

 

La nostra vicinanza, il sentirci parte di un'unica umanità, ci rende compagni di strada che possono provare a fidarsi, confidarsi e affidarsi in questo cammino complesso e a volte misterioso in cui la speranza sia generatrice di una umanità rinnovata.

 

                  Affidiamoci all’abbraccio di colei che accettò questa sfida nel silenzio e con umiltà, a Maria Assunta in Cielo, Patrona della nostra Arcidiocesi. Per Sua intercessione scenda su di voi e sulle vostre famiglie la benedizione di Dio, che è Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

Fermo, 28 Maggio 2023

Solennità di Pentecoste

 

+ Rocco Pennacchio

Arcivescovo Metropolita di Fermo

 

Scarica il messaggio in formato pdf

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