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La Chiesa tra potere e servizio

dialoghiamo con Vito Mancuso e con "Repubblica"

Con senso di stupore abbiamo letto su Repubblica del 28 agosto l’articolo del teologo Vito Mancuso dal titolo “La perdonanza mediatica”. Oramai Mancuso è persona in fase di progressiva notorietà per la sua presenza crescente nei vari mezzi di comunicazione come teologo. Lo conosco personalmente da quando conseguì la laurea in teologia presso la Pontificia Università Lateranense, in cui ero docente. Tuttavia il suo esporsi ora come voce della teologia cattolica lascia molti nella perplessità, per le sue attuali posizioni dottrinali spesso in dissonanza con il magistero della Chiesa e l’autentica rivelazione cristiana. Ho avuto l’occasione di dirgli ciò che ora sto scrivendo anche quando abbiamo pubblicamente dialogato insieme qui a Fermo.

Ora dedico l’attenzione soltanto a un punto espresso nella parte finale dell’articolo sopra ho citato. Mancuso fa propria la tesi di Severino che la Chiesa Cattolica non è che un’organizzazione della “volontà di potenza”, che porta in sé “una sete infinita di potere…connaturata alla sua struttura”: e questo, specifica Mancuso, tra l’altro, porta spesso la Chiesa inevitabilmente a coniugare un astratto moralismo con il compromesso di potere.

Ora vorrei ricordare a Mancuso che tutti riconosciamo i rischi dell’esercizio del potere sacro in nome di Dio: e questi rischi sono presenti anche nella vita della Chiesa: e di ciò la Chiesa stessa è consapevole e umilmente chiede perdono a Dio e agli uomini per i momenti di fragilità che incorrono nella sua storia. Ma non possiamo condividere la tesi di Severino e di Mancuso che la Chiesa Cattolica per sua stessa natura e struttura è volontà di potenza e “porta in sé una sete infinita di potere”. La Chiesa ha continuamente in mano e nel cuore il Vangelo e sa perfettamente che il potere che Dio le conferisce è “diaconia”, cioè “serrvizio”. E’ il potere di Dio che è Amore; è il potere di Dio Crocifisso che regna dalla Croce; è il potere di Cristo che ha detto aio suoi : “Il Figlio dell’uomo è venuto non per essere servito ma per servire”. Mancuso dovrebbe fare teologia più partendo dai testi biblici che non dalle speculazioni filosofiche di Severino o di altri. E la storia della Chiesa è la storia di una comunità segnata spesso dalla croce e dal martirio per rimanere fedele al suo Signore e al Vangelo. E questo resta vero anche se qualche membro della Chiesa può snaturare il suo potere rendendolo volontà di potenza.

 

mons. Duilio Bonifazi

direttore Ufficio Cultura, Scuola e Università

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