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Notizie dalla Diocesi

Visita della Caritas Diocesana alla casa di Pizzoli (AQ)

per un accompagnamento umano e pastorale alle parrocchie assegnate alle Marche da Caritas Italiana

pizzoli 1Martedì pomeriggio, 14 luglio 2009, Don Pietro, Gina e le due ragazze in servizio civile in Caritas: Tonia Ligorio e Federica Ripa sono state a Pizzoli per un aggiornamento della situazione di accompagnamento delle parrocchie e per esprimere tutta la vicinanza a Noemi Tamburini trasferitasi per sei mesi a Pizzoli per un coordinamento delle attività sul posto.
Federica e Tonia ci raccontano la visita.


Martedì 14 luglio siamo partiti nel primo pomeriggio alla volta di Pizzoli. Pizzoli è un piccolo paesino di 3000 abitanti circa, divisi in due frazioni, in provincia de l' Aquila.
Lo scopo del nostro viaggio era quello di far visita a Noemi Tamburrini, una ragazza di Morrovalle che per 6 mesi vivrà nei territori colpiti dal terremoto, ospite nella struttura che la Caritas delle Marche ha messo a disposizione di tutti i volontari che per qualche tempo vogliono prestare il loro servizio in Abruzzo.
Il viaggio è stato tranquillo e solo avvicinandoci alla meta è salita un pò di tensione. Tesi e attenti ad analizzare il paesaggio, tutti con i nasi verso i finestrini per scorgere forse delle macerie o una tendopoli e poter affermare “Ecco siamo arrivati, è qui. E' vero, è successo e si vede”.
Casualmente ci siamo ritrovati nei pressi de l' Aquila città. Non dovevamo passarci, era un'altra la strada che dovevamo imboccare per Pizzoli. Ma per un errore ci siamo arrivati. Le parole di commento in fondo sono state poche; non ce n'era bisogno.
Era proprio come la chiamano ora, “la città fantasma”. Silenzio.. Un assordante silenzio e il deserto. I segni del terremoto sulle case e nell'anima della città. Crepe sui muri, autoambulanze e tende agli argini della strada e solo due cani assonnati e stremati dal caldo, a riposare ai fianchi delle Chiese. Forse tutto ciò era dovuto all'orario e al caldo di quel giorno. Ma c'era qualcos'altro, qualcosa di percepibile, qualcosa di reale.
Foto Pizzoli 2Dopo questa piccola e non prevista deviazione arriviamo finalmente a Pizzoli. Paesino caratteristico, strade strette e bel paesaggio, tutti con lo sguardo verso l'alto ad ammirare le montagne che da lì sembravano così vicine, quasi fosse possibile toccarle. Scesi dalla macchina ci viene incontro una ragazza. Non può che essere Noemi! Ci presentiamo e dopo pochi minuti facciamo anche la conoscenza dell'altra ragazza che con lei condividerà l'esperienza di questi 6 mesi. E' Rosanna, della Basilicata. Come constateremo poco dopo infatti, le zone colpite dal sisma sono state divise in 9 aree, ognuna delle quali assegnata a una (o due) diverse regioni d' Italia. Sul territorio di Pizzoli sono quindi presenti le Marche e la Basilicata.
pizzoli 2Le ragazze si trovano accanto alla Parrocchia ora inagibile a causa del terremoto. Noemi ci dice che proprio oggi hanno avuto inizio le attività di oratorio per i ragazzi. Infatti ad accoglierci è un folto gruppo di ragazzini che giocano nei campetti adiacenti alla Parrocchia. Ad animare le attività sono le prime due volontarie arrivate in Abruzzo ad affiancare Noemi e Rosanna, due civiliste della diocesi di Ancona. Infatti, per tutti i giovani che svolgono il servizio civile, c'è la possibilità di raggiungere Pizzoli e prestare servizio alla comunità per qualche tempo per un massimo di 30 giorni.
Il pomeriggio è passato velocemente fra i vari giri nel paesino. Abbiamo prima fatto visita alla struttura della Caritas in cui le ragazze alloggiano. Una casa accogliente e fornita di tutto il necessario. Nel frattempo c'è stata una chiacchierata per analizzare un pò la situazione e i progetti che la Caritas delle Marche ha in questi luoghi, l'inserimento dei volontari nel territorio e le possibilità e i tempi di “recupero” della comunità.
Foto Pizzoli 3Dopo di che abbiamo fatto visita alla tendopoli di Pizzoli. All'entrata della tendopoli abbiamo incontrato due vigili del fuoco di Belluno che preparano i pasti ogni giorno per le persone che vivono nelle tende. Le tende ospitano ben 500 persone, nonostante il numero degli abitanti sia esiguo e la zona non una delle più colpite. Delle 500 persone ospiti della tendopoli, solitamente “solo” 200 decidono di consumare il pranzo già pronto sotto la “tenda – mensa”. Da questo si può capire quanto siano forti per la gente colpita dal sisma, la volontà di riappropriarsi di una propria identità e di una propria intimità, lese dalla costrizione di una vita lontana dalle proprie case e dalla proprie abitudini. L'impressione di questa forte volontà è stata avvalorata da come ogni famiglia ha cercato di personalizzare anche una semplice tenda: fiori accanto alle tende, insegne di legno con su scritte le vie.
Oltre alle tendopoli abbiamo scorto già le prime costruzioni in legno fra cui un piccolo asilo per permettere ai bambini di stare insieme e tornare piano piano ad una sorta di normalità. Dopo la visita alle tendopoli di nuovo un salto a casa per i saluti e la promessa di un nuovo incontro prima o poi.
L' impressione di questo viaggio è stata per tutti sicuramente una grande voglia e un grande impegno da parte delle due ragazze ad integrarsi nella comunità e riuscire a dare un contributo nel percorso verso una graduale riappropriazione della quotidianità.
Ovviamente è chiaro che il cammino è ancora nelle fasi iniziali, quelle della progettazione e dell'analisi della situazione, prima ancora di apportare cambiamenti o realizzare interventi.
pizzoli 3E' ancora tutto in una fase di rodaggio, in cui la Caritas dei due Paesi deve riuscire ad inserirsi in una realtà preesistente e ora più che mai sensibile e scossa. I progetti sono tanti: ridare vita agli oratori, riuscire ad ottenere un tendone adibito a delle attività ricreative per i giovani, ottenere dal Comune un pulmino che vada in giro nelle frazioni vicine per raccogliere i ragazzi, ristabilire le abituali riunioni serali per i più grandi.
Sicuramente il difficile deve ancora arrivare: riuscire a inserirsi e farsi accettare da tutti con discrezione e delicatezza, affrontare i mesi freddi e bui del rigido inverno, mantenere la voglia e l'impegno costanti anche nei momenti più complicati.
Certamente le ragazze avranno bisogno di un appoggio non solo nella comunità, ma anche nei volontari inviati in Abruzzo, forza fondamentale per affrontare e raggiungere tutti gli obiettivi prefissi. Già per l' intero mese di agosto è assicurata la presenza di volontari, solo nelle prime due settimane di luglio Noemi e Rosanna probabilmente dovranno stare lì da sole.
La Caritas è presente nel territorio colpito dal sisma con tutte le sue caratteristiche peculiari, una fra tutte quella dell'accompagnamento. E' proprio questo lo scopo prioritario. Accompagnare, o meglio essere vicini e presenti (soprattutto in questa prima fase) durante il lungo e difficile percorso verso una ripresa del territorio e soprattutto degli individui e delle famiglie. Farlo con discrezione, senza essere troppo invasivi, e far sentire a queste persone che non sono sole e non devono fare tutto da sole.
Queste persone si fermano già per strada con le ragazze a chiacchierare e scherzare, sorridendo, mostrando una gran forza e un gran carattere. Queste persone sanno meglio di tutti che questo è l’inizio e che la strada è lunga e dura, sanno che, con il tempo, si riesce a convivere con la terra che continua a tremare sotto i piedi ma che superare quello che è successo è più complicato. Proprio come quella casetta vicino alla tendopoli, intatta all'esterno e assolutamente normale, ma distrutta all'interno.
Sono necessari impegno, aiuto, vicinanza, tempo e forza per far tornare “quello che c'è dentro” il più possibile simile a “quello che si vede fuori”.
 
Tonia e Federica

 

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