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Imprese e Famiglie in un progetto di collaborazione

le conclusioni del convegno di Famiglia Nuova

Marche nuova frontiera del dialogo famiglia/lavoro? Si può fare

 

Le Marche sede come modello di società fondata sul dialogo impresa/famiglia? Non è solo un sogno, ma una realtà del prossimo futuro per i relatori intervenuti il 4 aprile a Fermo al convegno del consultorio “Famiglia nuova”, intitolato non a caso “Imprese e famiglie in un progetto di collaborazione. Il sogno di oggi la realtà di domani”.

Per dare concretezza a questa ipotesi, infatti, basterà passare attraverso una piccola rivoluzione culturale, che metta al centro della società le persone, non i ruoli che rivestono. La conciliazione, insomma, conviene a tutti: famiglie, imprese e istituzioni.

La pensa così, per esempio, Federico Vitali, il presidente della Confindustria Marche e amministratore delegato della Faam di Monterubbiano, per il quale non si fa innovazione “se non si passa dall'idea del dipendente a quella del collaboratore”. Pungolato dalle domande di Pino Ciociola, il giornalista del quotidiano  “Avvenire” chiamato a moderare il dibattito, l'imprenditore ha precisato anche come ottenere un risultato del genere: “Assumendosi tutti le proprie responsabilità, cioè sedendosi intorno a un tavolo per trovare insieme la soluzione migliore”.

Solo se si segue questa strada, infatti, è possibile dare una risposta a Simona, operaia metalmeccanica citata dal sociologo Massimiliano Colombi per raccontare una difficile esperienza di una lavoratrice arrivata a un passo dal rimpiangere di aver messo su famiglia per l'estrema indisponibilità di colleghi e datori di lavoro ad accordarle un orario compatibile con le sue esigenze di madre. Non si tratta purtroppo di un caso isolato, ha sottolineato il relatore di processi formativi dell'Ufficio Studi della Cisl Marche, ma per fortuna una speranza a tutte le Simone della regione è venuta dalle due aziende marchigiane che hanno raccontato il loro modo di fare impresa. Marco Scippa è il direttore del personale del gruppo Elica di Fabriano ed è convinto che non si possa essere buoni responsabili “se non si ha un buon equilibrio in famiglia”. In concreto, questo significa mantenere intatte le risorse destinate al capitale umano come ha fatto l'azienda per cui lavora anche in un momento di crisi come questo. Un atteggiamento del genere produce grande disponibilità tra i lavoratori che, oltre a molti incentivi, hanno anche la possibilità di dialogare direttamente con l'amministratore delegato in un blog interno. “Se vogliono lamentarsi di me – ha commentato Scippa – possono farlo”.

Parla invece di “fiducia reciproca” Enrico Loccioni dell'omonima azienda di Sant'Angeli di Rosora. Dalle proprie origini contadine l'imprenditore ha ereditato l'importanza di assumersi ciascuno le proprie responsabilità, secondo il principio del “non far fare agli altri quello che non piace fare a te”. Perché lo scopo ultimo di un'impresa non è solo il profitto, come testimoniano i colorati pavoni che razzolano liberi nel cortile della sede dell'azienda.

Dal basso, ossia dalle esigenze dei lavoratori e dei cittadini, ritiene che si debba partire Saturnino Di Ruscio, il sindaco di Fermo: “Di solito programmiamo dall'alto i nostri servizi, e invece si dovrebbe rivoltare l'ottica e modificare per esempio gli orari del trasporto pubblico e degli asili pensando non solo agli impiegati che escono dagli uffici alle quattro, ma anche ai dipendenti delle aziende private. L'importante è però che ciascuno si prenda le proprie responsabilità, sindacati compresi”.

Conciliare non è una parola negativa ma proprio il contrario, infine, per Sara Annoni, ideatrice del e Premio FamigliaLavoro, promosso dalla Regione Lombardia e dalla “Alta Scuola Impresa e Società” dell'Università Cattolica. Il suo intervento è stato preceduto da sei piccoli video che raccontano le storie delle imprese, piccole e grandi, che hanno vinto l'edizione 2008 dell'importante riconoscimento, esportabile tranquillamente anche alle Marche. Un premio Famiglia/Lavoro 2010 nelle Marche? Se la vostra regione accetta per noi si può fare. 

 

Don Vincenzo Marcucci, direttore di Famiglia Nuova

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