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Notizie dalla Diocesi

Una delegazione della Caritas Marchigiana in missione a L'Aquila

nella giornata di Lunedì 20 Aprile

una piccola rappresentanza della Chiesa Marchigiana si e recata a L’Aquila presso il Centro di Coordinamento di Caritas Italiana alle ore 14.00.

Erano presenti:

S.E. Mons. Montevecchi (Ascoli Piceno),

Mario Bettucci (Caritas Macerata),

don Francesco Pierpaoli (Pastorale Giovanile),

Simone Breccia (Nucleo Servizio Civile Caritas),

Marco Federici (Pastorale Giovanile)

Andrea Piscopo referente della segreteria regionale, già sul posto.

La natura composita di questa piccola delegazione è dovuta all’immediato contatto e ad azioni di coordinamento, seguite al verificarsi dell’emergenza, attuati da Caritas Marche e dalla Pastorale Giovanile delle Marche.

Vista l’esperienza regionale di dialogo e di attuazione di azioni congiunte tra le realtà ecclesiali delle Marche, si ritiene che un agire unitario non sia solo maggiormente significativo dal punto di vista ecclesiale ma costituisca anche una modalità di lavoro più efficace grazie alle peculiarità e risorse delle diverse realtà (anche il Tavolo regionale per la Pastorale Integrata è stato attivato con un primo contatto).

L’obiettivo dell’incontro era stabilire nel concreto come poter attuare il gemellaggio di accompagnamento e quale zona poter accompagnare.

Siamo stati accolti dall’equipe di Caritas Italiana composta da Marcello Pietrobon, Don Andrea La Regina e Francesco Carloni. Era inoltre presente don Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana.

Marcello Pietrobon ci ha esposto la situazione attuale: si contano oltre 65 mila sfollati alloggiati nelle tendopoli, negli alberghi e nelle abitazioni messe a disposizione dai privati e non è chiaro quanti saranno al termine della prima fase dei lavori e dell’agibilità delle strutture.

Si lavora comunque per un passaggio diretto dalle tendopoli e altre sistemazioni attuali alle casette prefabbricate con tempi di consegna di circa 200 gg.

 

La proposta di gemellaggio e i primi passi

Marcello Pietrobon ha poi illustrato i passi effettuati in queste prime due settimane da Caritas Italiana, dalle diocesi dell’Abruzzo-Molise e dalle Delegazioni Regionali Caritas che si sono recate a L’Aquila.

Caritas Italiana ha offerto alla Diocesi de L’Aquila sin da subito un servizio di promozione, sostegno e coordinamento attraverso l’attivazione del Centro di Coordinamento Caritas per la rilevazione dei bisogni, la pianificazione degli interventi e il coordinamento di risorse e iniziative.

Dato che, almeno in questa prima fase dell’emergenza:

▪ i danni più rilevanti sono stati registrati nel territorio dell’Arcidiocesi de L’Aquila

▪ le Diocesi dell’Abruzzo-Molise coinvolte dall’evento (con danni e/o che accolgono sfollati) hanno

garantito la sostenibilità dell’intervento di emergenza sul proprio territorio diocesano

si è deciso di chiedere alle delegazioni di intervenire inizialmente esclusivamente sul territorio dell’Arcidiocesi de L’Aquila che è stata suddivisa in 9 zone.

La Delegazione Marche, anche in virtù della fattiva esperienza durante il sisma del Molise, è stata assegnata a una zona dove ancora non sono presenti altre delegazioni. Si tratta della Zona 3, che si trova nella parte Nordorientale della Diocesi e che comprende i Comuni di BARETE - CAGNANO AMITERNO - CAMPOTOSTO – CAPITIGNANO – MONTEREALE – PIZZOLI – e le Frazioni del Comune di L’AQUILA (Arischia, San Vittorino…).

Successivamente è intervenuto all’incontro anche don Dionisio Humberto Rodriguez Cuartas,

direttore della Caritas Diocesana che ci ha spiegato brevemente le caratteristiche pastorali e sociali della zona dove interverremo.

Si tratta di un territorio montano dove esistono alcuni piccoli comuni che hanno molte frazioni. Ci sono una decina di parrocchie e all’incirca lo stesso numero di parroci tra i quali è predominante la presenza di sacerdoti stranieri.

La nostra presenza, che si caratterizza nello stile della disponibilità all’ascolto e alla prossimità, è possibile sin da subito, ovviamente dopo una nostra ulteriore visita di qualche giorno (3-4) sul posto che permetterà l’elaborazione di un progetto maggiormente dettagliato. Con il delinearsi di una progettualità più precisa si valuteranno anche gli aspetti logistici ottimali e la gestione economica di tale intervento.

Per questa visita si potrebbe pensare ad un nucleo ristretto con la presenza di operatori esperti e qualche giovane eventualmente disponibile per il ruolo stabile di coordinamento regionale in loco, auspicato sia da Caritas Italiana che dalla Caritas diocesana de L’Aquila, per garantire un’efficace presenza dei volontari e uno stile di accompagnamento improntato alla continuità nella ferialità delle comunità locali.

Un ulteriore passo successivo necessario sarà incontrare il clero locale e i rappresentanti delle comunità, le associazioni per iniziare insieme a loro un lavoro di progettazione.

In questo scenario ancora in via di definizione Caritas Italiana ipotizza almeno due fasi della presenza delle Delegazioni:

· una prima fase di presenza, successiva alla visita, che durerà fino alla consegna delle casette.

Questa fase potrebbe prevedere un nostro affiancamento e un sostegno alle comunità, sia fungendo

da punto di riferimento per il territorio (non solo per le comunità, ma anche per i parroci… ), che di presenza in grado di condividere le condizioni di vita della popolazione e capace di azioni di ascolto (sempre in coordinamento con i parroci).

· Successivamente con la seconda fase si andrà ad operare sempre affiancando le comunità, questa

volta all’interno dei villaggi in cui verranno sistemate le casette; in questa seconda fase sarebbe pensabile inserire azioni di animazione.

Non e risultato possibile l’auspicato abbinamento con la Regione civile Marche in quanto la Protezione Civile delle Marche ha avuto in assegnazione un territorio della diocesi di Sulmona.

 

Renato Postacchini

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