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Strumenti virtuali e comunità reali

di Marco Marziali - Presidente MediaComunicazioni e esperto di nuove tecnologie


Una rete sociale (spesso si usa il termine inglese social network) consiste di un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari.

Le reti sociali sono spesso usate come base di studi interculturali in sociologia e in antropologia ( definizione tratta da wikipedia, enciclopedia del web).

 

La rete Internet, oramai da circa 30 anni, è sempre la stessa. Costruita e funzionante con gli stessi modelli e tecnologie di allora. La società invece – dopo tutti questi anni - cambia e trasforma i propri modi di interagire, si evolve e affina i suoi costumi in rete proprio come ha fatto nel mondo reale nel corso dei secoli.

L’introduzione della rivoluzione del web, denominata WEB 2.0, non corrisponde tanto a nuovi sistemi, nuove “invenzioni” o nuovi “brevetti”. Corrisponde principalmente a nuovi modi di utilizzare gli strumenti tecnologici in un’ottica di maggiore collaborazione e costruzione di conoscenza.

 

Agli inizi, la società che si affacciava alla tecnologia di internet, si è avvicinata a questa nuova realtà semplicemente come fruitrice dei contenuti che una ridotta comunità tecnologica rendeva disponibili. Pochi eletti che conoscevano la tecnologia e sapevano come utilizzarla per produrre contenuti in ogni settore dello scibile umano. Questo paradigma di comunicazione è molto simile alla modalità con cui utilizziamo i media tradizionali quali ad esempio la tv o la radio.

Pur se esisteva fin dall’inizio la possibilità tecnologica per tutti di interagire con tutti ciò non è stato realizzabile per gli ovvi limiti di accesso alle nuove tecnologie. Con questi vincoli, questa “democrazia” della rete non ha potuto compiersi fino in fondo.

 

Oggi, invece, il WEB 2.0 e le tecnologie che realizzano il new deal della rete garantiscono, e possiamo dire con un certo successo, che la parità di accesso e produzione di informazioni e contenuti in rete si sta realizzando. Allo stato attuale è sempre più sottile la distinzione tra scrittori e lettori, tra protagonisti e spettatori. Questa è la vera rivoluzione mediatica che sta accadendo in questi ultimi anni nella rete.

Si pensi alla possibilità di mettere i propri pensieri in rete in tempo reale e di permettere ad altri di commentarli (blog). E’ una cosa che un utente senza conoscenze particolari può realizzare investendo 15 minuti del proprio tempo. O alla possibilità di trovare persone con interessi affini, valori comuni e rimanere in contatto per potersi scambiare – a prescindere dai vincoli geografici, culturali e sociali – informazioni, esperienze e qualsiasi altra cosa possa essere ritenuta utile in tempo reale.

 

E proprio partendo da questo nuovo approccio che le “reti sociali” o “social network”, come oggi vengono definite, stanno conoscendo uno sviluppo di dimensioni notevoli, al di sopra di qualsiasi previsione. Con un tasso di crescita talmente elevato da divenire anche un fenomeno sociale studiato e dibattuto. Uno dei maggiori fenomeni del momento, il network denominato Facebook, conta circa 150 milioni di utenti a livello mondiale. Un sistema che, pur nella sua semplicità tecnologica e superficialità di intenti, ogni giorno tesse i collegamenti e favorisce i contatti tra milioni di persone di tutto il mondo.

Ma la rete – di persone – e pertanto sociale esiste a prescindere dalle infrastrutture tecnologiche e di comunicazione. La rete di persone o la comunità esiste da quando esiste l’uomo, le comunità, le tribù, i villaggi e tutti i modi di associarsi che caratterizzano qualsiasi attività umana.

 

Anche la Chiesa si è sviluppata fin dai suoi inizi su una comunità e su una struttura che potremmo definire in rete. Una comunità che – in nome di valori fondanti comuni a tutti gli individui che si riconoscono in essi – ha sviluppato nel tempo tutti i meccanismi di aggregazione e comunicazione che oggi conosciamo.

 

Essere in rete oggi, e alla luce di questi cambiamenti, significa battere percorsi e strade non ancora completamente percorse. Esserci in modalità 2.0 significa di porsi in un atteggiamento dialogico forte, paritetico, di comunicazione e di ascolto. Il WEB e le sue nuove forme consentono di aumentare proprio questo: la capacità di ascolto di tutti.

Non un cambio di scenario ma semplicemente la scelta di percorrere altre possibili strade: reali o  virtuali che vogliamo chiamarle.

 

Oggi la discussione su questi temi si occupa di definire la bontà o la pericolosità di questi strumenti. Ma gli strumenti non sono ne buoni ne cattivi, sono per l’appunto strumenti. Anche se in molti casi tali strumenti sono in grado di orientare anche la comunicazione.

E allora, le strade possono essere reali o virtuali. Ma dobbiamo ricordare sempre che ai due estremi delle strade ci sono gli individui, le loro aspirazioni e i loro sentimenti. E le strade, reali o virtuali che siano, ci permettono di arrivare direttamente alle persone, di essere vicini e di farci sentire una comunità dovunque siamo e in qualsiasi modo riusciamo a farlo. Non certo come alternativa, ma come ulteriore possibilità.

 

Il progetto di questo portale Web nasce con queste idee e con tali propositi. Realizzare la comunicazione istituzionale, la comunicazione di servizio ma con un’apertura all’interazione, allo scambio e al confronto che – a prescindere dal mezzo utilizzato – non può essere che foriero di crescita per l’intera comunità di riferimento.

 

E poco importa se per costruire altre comunità e per trasmettere la parola, l’amicizia, il calore o la solidarietà possiamo arrivarci stando fermi o con la polvere nelle scarpe.

Dalla rete, dal web 2.0 possiamo imparare che le parole possono andare in più direzioni. E che anche un sito Web può essere un occhio e un orecchio attento alle tante voci che rappresentano la nostra comunità di riferimento.

 

Chiediamo aiuto al Signore perché i nostri passi, in questo nuovo viaggio, siano sempre orientati nella giusta direzione.

 
Marco Marziali
Presidente del gruppo Media Comunicazioni
esperto di nuove tecnologie
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