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Lettera dell'Arcivescovo per il Giovedì Santo
Carissimi fratelli ...
5 marzo 2009,
Domenica delle Palme
Vi invito di cuore il prossimo 8 aprile, Mercoledì Santo, alle ore 20.30, nella Chiesa Cattedrale alla Messa crismale.
Essa “quasi epifania della Chiesa, corpo di Cristo organicamente strutturato come comunità tutta ministeriale, esprime nei vari ministeri e carismi, i doni nuziali del Cristo alla sua sposa pellegrina nel mondo” (Cfr. Pontificale Romano).
La convocazione pertanto va estesa non solo ai ministri ordinati (presbiteri e diaconi), ma anche a quelli istituiti e di fatto e ai rappresentanti dei Consigli pastorali e dei diversi organismi di partecipazione.
1. Ai Presbiteri, in primo luogo, ma anche a tutti coloro che vorranno partecipare faccio presente che la consueta “colletta sacerdotale” della Messa Crismale sarà devoluta - quest’anno non ai sacerdoti malati o anziani - ma ad un “fondo di solidarietà per le famiglie”. Di fronte alle difficoltà economiche che stanno colpendo le famiglie, noi pastori, diaconi e persone consacrate siamo chiamati a rammentare a tutti - innanzitutto con l’esempio - il dovere di praticare la gratuità e la necessità di cambiare gli stili di vita per promuovere una società più sobria, equa e solidale. Così, anticiperemo la colletta nazionale che ogni diocesi farà domenica 31 maggio (Pentecoste) chiamando i fedeli a concorrere al fondo nazionale di garanzia messo a punto nel recente Consiglio Episcopale Permanente della CEI.
Per primi, come Pastori e ministri della Chiesa, siamo chiamati a prolungare il “sacramento dell’altare” nel “sacramento dei fratelli” e solo dopo rivolgerci ai fedeli della nostra arcidiocesi, e a tutte le persone di buona volontà. In questa circostanza propongo di riprendere l’antica prassi della “decima”, tradizionalmente intesa come la decima parte del raccolto come prescritto dalla Bibbia soprattutto di fronte a momenti di grave necessità. Personalmente mi impegno a versare quanto in questo mese mi assegna l’Istituto Centrale Sostentamento Clero.
Nella mia recente lettera per la quaresima facevo riferimento alla colletta promossa dall’apostolo Paolo definendola «molto più di un aiuto nell’emergenza o di un gesto di condivisione bensì e piuttosto, secondo le parole dello stesso Paolo, “servizio”, “benedizione”, “amore”, “grazia”, anzi “liturgia”». Questa “liturgia crismale”, interpella innanzitutto noi consacrati e ci chiama a dare indicazioni che accompagnino le nostre comunità a fare eucaristia nella vita mediante azioni di carità per lenire e guarire le ferite della povertà.
2. Propongo ai parroci di sensibilizzare anche le nuove generazioni; in particolare di chiedere ai giovani che riceveranno la Cresima nei prossimi mesi - proprio con il sacro crisma benedetto nella liturgia del mercoledì santo - di destinare la loro offerta al “fondo di solidarietà per le famiglie in difficoltà”. Quotidianamente i media trattano e amplificano l’emergenza economica. Nella vita concreta delle famiglie e delle persone si evidenziano condizioni di precarietà, di perdita di lavoro, di mancanza di prospettive per i giovani. Emerge anche un clima di incertezza morale, di orientamenti ambigui, di sfiducia personale e collettiva. La nostra comunità ecclesiale intende farsi sollecita per i riflessi che la crisi economica globale sta suscitando anche in mezzo a noi e vuole farsi solidale con quanti subiscono le conseguenze della difficile contingenza finanziaria, che sta mettendo alla prova un numero sempre crescente delle nostre famiglie.
I dati raccolti da alcuni Centri di Ascolto Caritas - e sono dati parziali - parlano chiaro: tra gli ultimi tre mesi del 2008 e i primi tre del 2009 ben 640 famiglie hanno fatto ricorso sistematicamente ai nostri Centri per ricevere il “pacco alimentare”, 2869 persone hanno usufruito del servizio guardaroba (dato particolarmente indicativo). Solo nella città di Fermo Casa Betesda è diventata approdo sempre colmo di senza-casa e l’Associazione il Ponte ha quasi raddoppiato l’erogazione di pasti negli ultimi due anni (dagli 11.416 pasti del 2006, ai 14.761 del 2007 ai 19.308 del 2008). Un calcolo sommario dice che dei 79.058 nuclei familiari con figli (Cfr. Nota Past. n.4, p. 37) ben 3.509 hanno fatto ricorso ad alcuni Centri di Ascolto che fanno riferimento alla Caritas diocesana: il 4,43% delle famiglie! Una percentuale peraltro parziale perché risulta dagli interventi solo di alcune strutture di servizio e accoglienza. Non possiamo quantificare gli aiuti erogati direttamente da voi parroci e dalle strutture di servizio delle parrocchie.
Questa percentuale rilevante di famiglie della nostra diocesi sotto la soglia di povertà si aggiunge a quella delle famiglie che erano in sofferenza già prima dell’attuale crisi. A maggior rischio sono le famiglie numerose, i nuclei familiari formati da anziani, le donne e, talora le gestanti sole, le famiglie monogenitoriali e le donne immigrate con figli, come pure chi ha disabili in casa. Sono le famiglie, soprattutto se hanno figli da crescere, ad avere maggiori difficoltà a raggiungere un reddito minimo che le ponga fuori dallo stato di povertà. Sempre più alto è il numero di quelli che non riescono a pagare le rate dei mutui accesi in anni precedenti, soprattutto quando la perdita del lavoro coinvolge entrambi i coniugi. Si fa ancora più frequente la fatica a sostenere il peso degli affitti e le utenze di luce, acqua, gas e riscaldamento nonostante i più volte conclamati - e finora solo annunciati dai media - ribassi delle tariffe. In soli due Centri sono stati erogati negli ultimi mesi 35.900 euro per il pagamento di affitti, bollette Enel, gas, ecc. a cui vanno aggiunti, per il 2008, 26.000 euro erogati dal capitolo del conto diocesi denominato “carità del Vescovo”.
In maggiore difficoltà si trovano i precari, i giovani non ancora inseriti nel mondo del lavoro e quanti prestano la loro opera in strutture che non hanno, dalle leggi vigenti, i benefici degli ammortizzatori sociali. Stanno entrando in crisi, in modo preoccupante, anche i diversi comparti del manufatturiero, soprattutto per la caduta dei flussi di liquidità e l’insolvenza di molti. Il lavoro flessibile e precario, diffuso anche tra noi, incoraggia la prolungata permanenza dei giovani nelle famiglie di origine fino a 30-35 anni, con conseguenti effetti negativi sulla vita sociale e morale della popolazione giovane. Di conseguenza il ritardo della nuzialità incide sulle nascite, come testimonia l’opera meritoria del nostro Consultorio. Povertà e rischio di impoverimento costituiscono una remora alla costituzione di nuove famiglie.
3. Carissimi presbiteri, la conversione verso uno stile di vita più sobrio, essenziale e solidale sarà per noi una efficace preparazione all’«Anno sacerdotale» indetto da Benedetto XVI lo scorso 16 marzo. Egli, rivolto ai membri della Plenaria della Congregazione per il Clero ha parlato della indispensabile tensione verso la perfezione morale che deve abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale. Queste sono le sue parole: «Proprio per favorire questa tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero, ho deciso di indire uno speciale “Anno Sacerdotale”, che andrà dal 19 giugno prossimo fino al 19 giugno 2010. Ricorre infatti il 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, vero esempio di Pastore a servizio del gregge di Cristo». Potremo riprendere questo tema in un ritiro diocesano (giovedì 21 maggio nel Santuario SS. Crocifisso in Mogliano) e, soprattutto, nelle prossime convocazioni del Consiglio presbiterale (giovedì 11 giugno) e nel Consiglio pastorale (sabato 20 giugno), affido anche alla vostra creatività spirituale di individuare le modalità più adeguate per dare il giusto risalto alla celebrazione di questo kairòs del presbiterio nella nostra archidiocesi.
4. Un singolare evento si innesta in questo annuncio del Papa con il passaggio nelle diocesi marchigiane di circa 1000 presbiteri provenienti da tutto il mondo e ordinati nei 72 seminari diocesani missionari “Redemptoris Mater” presenti nelle principali nazioni. Nel contesto di una “convivenza” che si protrarrà dal 14 al 23 aprile a Porto San Giorgio nel Centro Internazionale del Cammino Neocatecumenale, saranno inviati nei giorni 17-18-19 aprile “due a due di città in villaggio senza pane né sacca né denaro”, secondo la volontà di Gesù Cristo stesso trasmessaci dai Vangeli (Cfr. Mc 6,7-13; Mt 10,5-16; Lc 9,1-6), al fine di riaccendere nei cuori della nostra gente un nuovo e apostolico slancio missionario. Visiteranno le nostre parrocchie, incontreranno tante persone lungo le nostre strade, nelle nostre piazze annunciando la Buona Notizia di Gesù Cristo morto e risorto. A noi presbiteri e consacrati, eredi di una antica tradizione di fede e accoglienza, da sempre aperti alle novità suscitate dallo Spirito, il compito di accoglierli sapendo che “chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 11,40). Dio non mancherà di ricompensarci per aver dato loro anche solo un bicchiere d’acqua (Cfr. Mt 11,42).
5. Un ulteriore motivo di riflessione intendo proporre come intenzione prioritaria di preghiera della Messa crismale: l’avvicendamento dei parroci e di altri servizi presbiterali da prevedere nei prossimi mesi. La nostra Chiesa fermana ha bisogno dello spirito di obbedienza dei suoi presbiteri - che riaffermeremo nel rinnovare le promesse sacerdotali - al fine di rinnovare anche il nostro ministero e ottimizzare le esigue, ma grazie al Signore ancora sufficienti, risorse sacerdotali.
6. Insieme a questa, infine, un’altra intenzione mi sta molto a cuore. La Messa crismale a cui segue immediatamente, nell’itinerario della Grande Settimana, la Messa nella Cena del Signore con la lavanda dei piedi, mi offre l’opportunità di richiamare l’attenzione dell’intero presbiterio sul diaconato permanente. L’istituzione dell’Eucaristia, secondo la tradizione paolina e sinottica da una parte e a quella giovannea dall’altra, rivela che ci vengono richiesti due generi di memoria: l’uno mediante un’azione liturgica, l’altro mediante un comportamento di servizio L’unico Memoriale si esprime inscindibilmente in una duplice memoria eucaristica: cultuale e diaconale. L’unica diaconia di Cristo significata e realizzata nell’Eucaristia ha bisogno, per essere piena, della convergenza di questi due tipi di “memoria”: la diaconia cultuale e la diaconia esistenziale. L’una è “memoria eucaristica propriamente detta (il “fare in sua memoria”)” l’altra è una “memoria di servizio (il“fare secondo l’esempio dato dal Signore”)”. Presbiterato da una parte e diaconato dall’altra sono complementari per realizzare in pienezza l’Eucaristia. Koinonia e diaconia “si richiamano a vicenda e sono ordinate l’una all’altra. Ogni diaconia scaturisce dalla koinonia ed è ad essa finalizzata e ogni autentica e piena koinonia si esprime e si realizza nella diaconia. Se ciò è vero sempre nell’esperienza globale della vita e missione della Chiesa, lo è soprattutto nel momento in cui la Chiesa manifesta e vive in pienezza la sua identità di Corpo di Cristo e di popolo della nuova alleanza, e cioè nella celebrazione della Eucaristia”. Sarebbe interessante che il nostro Istituto Teologico sviluppasse anche una riflessione di teologia trinitaria per illuminare la ricerca dei rapporti tra i due “Ordines”: presbiterato e diaconato. Una Chiesa “sotto l’azione incessante dello Spirito” e quindi “tutta ministeriale” è icona della Trinità proprio nella sua struttura ministeriale dove i ministeri non sono subordinati sic et simpliciter ma prevalentemente complementari. Nella Trinità vi è un ordine. “Il Padre è sempre e soltanto origine, il Figlio è origine originata. Ma i due non sono che un solo e medesimo Dio e possiedono ognuno interamente tutta la natura divina; lo Spirito è contemporaneamente dal Padre e dal Figlio; ciascuno dei tre è differente come persona ma uguale come natura” (Cfr. B. Pottier, La sacramentalité du diaconat, in NRT 119, 1997).
Per la legge dell’analogia Vescovo, presbiteri e diaconi che agiscono “in persona Christi” Lo rappresentano nella molteplicità della sua diaconia. Se anche ciascuno è integralmente “ministro” nessuno esaurisce il ministero di Cristo. Come Vescovo io non delego per ragioni puramente pratiche. Ma Vescovo, presbiteri e diaconi sono “portatori del solo e medesimo sacramento dell’Ordine nella loro specificità e complementarietà”: il sacramento configura ciascuno a Cristo secondo uno dei molteplici aspetti della Sua diaconia al mondo e alla Chiesa (Cfr. B. Pottier, ibid.). In sintesi: nessuno dei tre gradi dell’Ordine può fare a meno degli altri due perché solamente insieme rappresentano Cristo Servo di Jahvè, sommo sacerdote, Pastore, Sposo, Maestro, ecc… Certo è che il ministero dei diaconi è diverso da quello dei preti e la loro collocazione in una relazionalità permanente con gli ambienti e la condizione di vita degli uomini del nostro tempo è importante. Non dovrebbero i diaconi tendere a imitare i presbiteri nel loro specifico. La comunità prima di essere presieduta va radunata. Il diacono è il ministro delle periferie della Chiesa e della società. Se c’è un grado del sacramento dell’Ordine che non può pre-supporre ma è chiamato a pro-porre la fede è proprio il diaconato. Fra qualche decennio saranno i diaconi stessi ad individuare e proporre i contenuti e metodi nuovi del loro ministero a livello dottrinale se, nel frattempo, si misureranno con e dentro le sfide della secolarizzazione da una parte e dell’affanno pastorale dei presbiteri dell’intera Chiesa dall’altra. È sfida per il diacono sposato la sua stessa famiglia cristiana di fronte al disprezzo del mondo circa l’istituzione familiare. È sfida per il diacono la diffusa “sete di Parola di Dio” “fuori dal tempio”: i centri di ascolto, le missioni popolari, l’evangelizzazione capillare, la catechesi familiare, i “percorsi” di fede per i fidanzati… in una parola la cosiddetta pastorale d’ambiente . È sfida la liturgia stessa: convocare l’assemblea, curarne la partecipazione, animare i vari ministeri istituiti e non… È sfida la carità della Chiesa soprattutto nelle circostanze attuali. Voi sapete come uno degli aspetti prioritari del mio ministero è costituito dalla formazione diretta dei diaconi, seppure con l’aiuto di un delegato. Questa scelta, insieme alla formazione dei presbiteri per i quali peraltro la tradizione tridentina ha costituito i Seminari, è manifestazione del compito specifico della formazione dei ministri ordinati propria del Vescovo. Non si apriranno nuove prospettive di interazione, quindi, se non si opererà una sorta di ri-conversione e un ri-concepimento di tutta la ministerialità ordinata. Ancora oggi nelle Chiese che hanno ripristinato il diaconato c’è in noi vescovi e presbiteri una duplice tendenza divaricante: c’è chi colloca i diaconi nella laicità del popolo di Dio e chi tende a congelarli in un ruolo rituale intorno all’Altare. Chiedo con forza ai presbiteri, riuniti per la Messa crismale, una grande attenzione a questa vocazione nella nostra Chiesa fermana! Attualmente i diaconi ordinati sono 23, gli aspiranti in formazione 7 e i nuovi aspiranti, presentati dai parroci e che potrebbero iniziare l’itinerario formativo specifico all’inizio del prossimo anno pastorale, solo 3.
7. Mentre con tutta la Chiesa ci apprestiamo a vivere i misteri pasquali della nostra salvezza, mi è gradito far pervenire i miei personali auguri a tutti e in modo speciale a coloro che celebrano le ricorrenze anniversarie di ordinazione. Nel 2009 ricordiamo i 10 anni di Canale don Paolo e Scoponi don Paolo (2); i 20 anni di Valentini don Piero (1); il 25° diDel Gobbo don Nicola e il 30 diQuinzi don Piero; il 40° di Concetti don Luigi, Cudini don Franze, Marinozzi don Aldo, Moriconi don Mario, Ripa don Ubaldo (5); il 50° di Colombo don Giovanni, Cognigni don Erminio, Marchionni don Leonello (4) e il 60° di Orlandi don Nazareno e Giacoponi don Angelo (2). Affinchè le celebrazioni liturgiche della Settimana Santa ci aiutino ad entrare nel mistero pasquale del Crocifisso-Risorto ricordiamo anche i Vescovi e preti defunti: S.E. Mons. Agnozzi, don Giovanni Viozzi, don Giuseppe Orlandi, don Mario Blasi, mons. Luigi Lorenzetti, mons.Giuseppe Di Chiara, don Gennaro Ferretti e don Lidio Vitturini. Essi ci hanno preceduti nel segno della fede e sperimentano in Lui, sommo ed eterno sacerdote, la gloria della Risurrezione.
Pregate per me.
Vi benedico.
+ Luigi Conti
(vostro arcivescovo)
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