Il 18/10/1999 veniva firmata l’«Intesa tra la Regione Marche e Conferenza Episcopale Marchigiana per la salvaguardia e la valorizzazione dei Beni Culturali di interesse religioso appartenenti ad Enti ed Istituzioni Ecclesiastiche», oggi il 10 marzo 2009 ho avuto l’opportunità di presenziare ad un evento unico nel suo genere. Dopo la modifica del Titolo V della parte seconda della Costituzione Italiana (con la quale lo Stato demandava alle Regioni e Provincie una cospicua parte del potere legislativo riguardante la valorizzazione dei beni culturali riservandosi la tutela del patrimonio), a seguito dell’entrata in vigore del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Codice Urbani – D.Lg. 22/01/2004, n. 42), e soprattutto, dopo l’Intesa tra lo Stato e la Conferenza Episcopale Italiana del 26/01/2006, anche nella nostra Regione si percepì la necessità di rivedere il testo di una precedente Intesa tra la Regione Marche e la CEM.
Il 27 febbraio 2006, come Addetto alla Presidenza CEM, ho potuto partecipare ad un incontro tra i rappresentanti della Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e i rappresentanti della Regione. L’incontro fu molto cordiale: siamo stati attentamente ascoltati e anche da parte dell’allora assessore alla cultura dott. Raimondo Orsetti si percepiva l’intento di pervenire al più presto alla firma, in modo di poter continuare la proficua collaborazione già instaurata con l’Intesa precedente. Ma i tempi risultarono piuttosto lunghi. Solo oggi - 10 marzo 2009 - dopo tre anni si è potuto giungere alla firma del nuovo Protocollo d’Intesa tra la Regione Marche e la Conferenza Episcopale delle Marche per la salvaguardia e la valorizzazione dei Beni Culturali compresi Musei, Archivi, Biblioteche appartenenti ad enti ed Istituzioni Ecclesiastiche.
L’attuale Intesa allarga l’orizzonte della collaborazione evidenziando la particolare importanza che deve essere rivolta a Musei, Archivi e Biblioteche, in quanto strumenti per poter far rivivere alla comunità degli uomini la loro memoria storica. Non si tratta, infatti, solamente di conservare oggetti, carte e libri, ma di far sì che attraverso queste testimonianze dell’ingegno umano venga trasmessa la fede e il pensiero dei nostri padri. In realtà, pertanto, i cosiddetti Beni Culturali, per i credenti sono primariamente e sostanzialmente Beni di Culto che narrano la testimonianza della fede trasmessa alla nostra generazione. Nasce spontanea una domanda: ma noi che cosa lasceremo ai nostri posteri? Saremo in grado di custodire questi immensi beni, oppure li lasceremo perire nell’oblio chiusi all’interno dei Musei, degli Archivi e delle Biblioteche? È un pericolo reale, che viene in qualche modo “scongiurato” dal testo firmato oggi. Bisogna proteggere e, nello stesso tempo, far conoscere l’immenso patrimonio in nostro possesso: a questo, tra altro, si impegna la Regione Marche insieme alla Conferenza Episcopale Marchigiana.
Una curiosità: nell’Archivio Arcivescovile di Fermo viene conservata la pergamena dell’Archivio Capitolare riguardante una donazione al Monastero di San Savino risalente all’anno 1016, c’è anche il regesto di un documento risalente all’anno 977. Qualcuno potrebbe obiettare, ma che ci importa di tutto questo, a che serve? Una persona così potrebbe essere considerata “insipiente” in quanto, dimentica del passato, non sarà aperta al futuro.
L’altra curiosità è il fatto che il testo dell’Intesa ha avuto l’assenso, per la firma, da parte della Giunta Regionale nello stesso giorno nel quale veniva firmato il Decreto della Recognitio canonica da parte del prefetto della Congregazione per i Vescovi S.Em. Card. Giovanni Battista Re (una coincidenza o un segno da parte della Vergine Lauretana? Visto che in quel giorno, il 2 febbraio ricorre la festa della Presentazione di Gesù al Tempio?).
Lasciamo ora le divagazioni e torniamo al documento firmato oggi, evidenziando i suoi punti salienti:
1. Oggetto dell’Intesa è il patrimonio culturale mobile e immobile, gli archivi, le biblioteche, i musei e le raccolte d’arte sacra di proprietà degli Enti ecclesiastici.
2. L’Intesa istituisce una Commissione paritetica composta dal presidente della Regione Marche, dal presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana e da 8 membri, nominati in modo paritario da Regione e CEM. La Commissione paritetica viene presieduta alternativamente, per un anno ciascuno, dal presidente della Regione e dal presidente della Conferenza Episcopale che resterà in carica fino al termine della legislatura.
3. L’intesa tra Regione e CEM riguarda molteplici finalità: programmare interventi di recupero e di restauro del patrimonio monumentale e storico-artistico di interesse religioso, inventariare, riordinare e migliorare la fruizione del patrimonio archivistico ecclesiastico, tutelare e catalogare il patrimonio bibliografico e bibliotecario.
4. Altre aree di collaborazione sono l’elaborazione di piani di intervento annuali e pluriennali, il prestito dei beni culturali, ecclesiastici e la loro riproduzione gratuita per iniziative culturali della Regione, la valorizzazione degli itinerari religiosi, la promozione delle celebrazioni e le manifestazioni di carattere particolare; prevista anche l’organizzazione di corsi di formazione e di aggiornamento rivolti a operatori laici per approfondire il significato culturale e religioso delle opere d’arte contenute nelle chiese.
5. In base all’intesa, Regione e Conferenza Episcopale Marchigiana si impegnano a svolgere, ciascuna nel proprio ambito di competenza, un’azione congiunta di tutela, recupero, inventariazione, catalogazione, valorizzazione, fruizione e incremento dei beni culturali mobili e immobili, compresi gli archivi, le biblioteche, i musei e le raccolte di arte sacra.
6. Di rilievo le disposizioni sulla sicurezza dei beni culturali maggiormente esposti al rischio di furti, degrado e abbandono: a tal fine, Regione e CEM si impegnano, secondo le rispettive disponibilità finanziarie, a realizzare adeguate misure di protezione, con particolare riguardo agli edifici aperti al culto. Le parti garantiscono anche il reciproco accesso alle relative banche dati, secondo modalità da concordarsi. La Regione partecipa al finanziamento dei progetti con risorse da quantificare nelle leggi di settore, promuove anche la partecipazione finanziaria delle Province, dei Comuni e dei soggetti pubblici e privati. Forme, modi e tempi degli interventi saranno concordati sulla base di programmi annuali e pluriennali.
Nel corso della conferenza stampa che ha seguito la firma è stato sottolineato il fatto che questa intesa apre nuove opportunità riguardo ad altri temi e problematiche di comune interresse.
Sono sicuro che, come ha sottolineato Mons. Conti, l’avvenimento odierno possa essere considerato “singolare” nel suo genere, e che il documento che è stato firmato farà giurisprudenza. Sono altresì convinto che oggi abbiamo potuto assistere ad un fatto “storico”, che come menzionato in questo breve scritto, è frutto di collaborazione tra i rappresentanti della Regione Marche e i rappresentanti della Conferenza Episcopale Marchigiana: insieme hanno saputo appianare divergenze e trovare un luogo d’incontro. I diversi protagonisti erano animati non da protagonismo, ma dalla volontà di offrire attraverso i Beni culturali un itinerario dello spirito e, più in profondo l’opportunità di incontro con l’Altro, contemplare il Crocifisso-Risorto e il Suo amore o, almeno, cominciare a intraprendere un percorso alla Sua scoperta.
Fermo, 10 marzo 2009
Don Robert Szymon Grzechnik