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Nel giorno della memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Papa Francesco ha donato alla Chiesa il messaggio per la 55^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Don Andrea Verdecchia ci presenta i contenuti salienti del testo
Nel giorno della memoria liturgica di San Francesco di Sales – patrono degli scrittori e dei giornalisti cattolici – come ogni anno il Santo Padre ha donato alla Chiesa il Messaggio per la Giornata Modiale delle Comunicazioni Sociali, nel quale sono contenuti i temi portanti per la celebrazione della Giornata omonima che quest’anno cadrà domenica 16 maggio 2021, giorno della Festa dell’Ascensione del Signore.
A partire dalle parole dell’Evangelista Giovanni – «Vieni e vedi (Gv 1,46)» – il Papa ci offre l’occasione per riflettere sull’importanza del contatto con la realtà, dell’incontro con la persona e con il suo vissuto, per poter generare una comunicazione limpida e genuina, aderente alla verità.
«L’invito a “venire e vedere” – scrive Papa Francesco – che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto».
In questo senso, attraverso le considerazioni raccolte nel messaggio, il Pontefice suggerisce a ogni battezzato, e in particolare agli operatori della comunicazione, alcuni atteggiamenti capaci di generare un’informazione verace e onesta dentro all’attuale contesto culturale e mediatico. Un paragrafo del messaggio è dedicato dal Papa alle ‘opportunità e insidie del web’. Forte è l’appello a ritornare all’esperienza, senza accontentarsi delle tante mediazioni virtuali presenti nell’universo della rete e in special modo radicate nei social network. «Nulla – afferma Papa Francesco – può mai completamente sostituire il vedere di persona. Alcune cose si possono imparare solo facendone esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. La forte attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua predicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solamente ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare».
«Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti»: citando Sant’Agostino – nelle considerazioni finali del messaggio – il Pontefice esorta inoltre, insieme al santo di Ippona, a incontrare nella realtà il dispiegarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture così che «da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono».
A conclusione del messaggio il Papa invita al linguaggio e al respiro della preghiera con queste parole:
Signore, insegnaci a uscire dai noi stessi,
e a incamminarci alla ricerca della verità.
Insegnaci ad andare e vedere,
insegnaci ad ascoltare,
a non coltivare pregiudizi,
a non trarre conclusioni affrettate.
Insegnaci ad andare là dove nessuno vuole andare,
a prenderci il tempo per capire,
a porre attenzione all’essenziale,
a non farci distrarre dal superfluo,
a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità.
Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo
e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto.
Leggi il messaggio di Papa Francesco per la 55^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali
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