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Diario del Campo Famiglie
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In questa fresca settimana che segue la festa dell'Assunta si svolge il Campo Famiglie diocesano a Carpegna, sul tema "maschio e femmina li creò". Le famiglie partecipanti desiderano condividere alcune tematiche su cui esse sono state chiamate a confrontarsi

Lunedì 17 agosto il prof. don Tonino Nepi (biblista) ha introdotto alle famiglie l'argomento partendo da ciò che la Bibbia -dialogo fra uomo e Dio- propone come riflessione sulla creazione dell'uomo, maschio e femmina. Il progetto del Creatore sulla coppia, anche la più lontana da qualsiasi fede e prima del matrimonio, prevede una scintilla di Dio. (cfr. Cantico dei Cantici)
In Genesi 1,26-28 vi è una concezione androcentrica ma AMBEDUE, maschio e femmina, sono i vicari, immagine del Re creatore. Se Dio crea maschio e femmina è perchè non ci può essere umanità nella singolarità e nella indistinzione. Nella storia di Samuele si mette poi l'accento sul fatto che la comunione fra uomo e donna precede la procreazione. Pro-creare è creare al posto di Dio, è un dono ULTERIORE alla coppia ma il dono principale è quello di avere un compagno/a che ci sia di fronte da pari ma NON DA UGUALI.
Quando voglio che l'altro assomigli a me lì c'è l'origine della violenza. Uomo e donna sono la cosa "Molto buona" della creazione, in sé, perchè portatori dell'amore di Dio e della Sua immagine; il "crescete e moltipliacatevi" è l'augurio di una benedizione ulteriore da parte di Dio. La priorità è la relazione d'amore nella coppia, senza di essa la coppia scoppia; la sessualità è anch'essa dono, gusto pieno della vita.
Quando i due scoprono di essere nudi è perchè non c'è più comunione e vedono solo i difetti dell'altro, rischio concreto oggi.
Inoltre, la Bibbia esalta la dignità della donna, "carne della mia carne e osso delle mia ossa"; significa avere gli stessi diritti e gli stessi doveri.
In Genesi 2,16-25 si mette l'accento sul fatto che l'uomo -essere umano- non può stare solo, cioè senza una relazione con l'altro, l'uomo è sofferente. La solitudine è una maledizione.
Dio fa all'uomo un alleato che gli sta di fronte, un alleato che gli può diventare nemico (perchè lo conosce bene). Il segreto sta nel raccontarsi la vita. Questa è una peculiarità della Bibbia, infatti per le altre culture, greca, maya, della mesopotamia etc. la relazione è una maledizione necessaria.
Ma come evitare di perdere questa relazione, correndo i rischi della "competitività", della prevaricazione, della coppia perfetta in apparenza ma vuota dentro? Il Creatore ci ha fatto dono del DISCERNIMENTO
che possiamo fare anche in coppia.

Martedì 18 agosto si é parlato di "maschio e femmina: nella differenza, la relazione d'amore" con il prof. Don Enrico Brancozzi docente di teologia dogmatica.
Dopo esserci riallacciati ai primi capitoli della Bibbia abbiamo riflettuto che l'atto di fede nella creazione non è un atto di conoscenza ma di riconoscenza, l'uomo e la donna sono co-creatori con Dio.
Non siamo dei vagabondi nel viaggio della vita ma dei pellegrini che nella Bibbia hanno le indicazioni per il proprio cammino; lo studio della creazione ci porta a farci domande sulle nostre origini che suscitano meraviglia!
L'uomo è l'unico essere capace di conversare con Dio, ma quale Dio?
Un Dio che è relazione (distinzione fra noi e altre religioni) nella Trinità; essa è un dono continuo, uno scambio senza che qualcuno manchi di nulla. Questa è COMUNIONE, composizione delle differenze e NON composizione dell'identico. (es i 12 apostoli erano diversissimi tra loro)
Quali sono le differenze da accettare? La prima siamo noi stessi, spesso il debole da amare siamo noi!
Ci può essere la diversità causata dalla mancanza di affetto dei nostri genitori, quella causata da violenze ed abusi, o da un'educazione arrendevole (del sempre sì). Alcuni miti greci ci rappresentano le nostre fragilità come Sisifo, Procuste, Tantalo o Prometeo che assomiglia ai nostri Adamo ed Eva.
Come la fede può aiutarci? La fede è l'annuncio di un amore incondizionato che ci ama con tutte le nostre fragilità.

 

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