Archivio Notizie dalla Diocesi
Notizie dalla Diocesi
Il Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, dopo l'ultimo incontro della Consulta, comunica un resoconto degli argomenti trattati
Consulta con intenzione analitica e progettuale mentre le commissioni si dedicano allo svolgimento delle pratiche.
Intervento di don Giordano che ripercorre la storia della pastorale giovanile, anche in merito all'idea del sinodo dei giovani che era pensato per avere un contributo diretto della realtà giovanile per la Chiesa.
Introduzione sull'oratorio San Carlo, centro diocesano delle attività pastorali e casa delle realtà giovanili.
Intervento di don Giordano: storia della pastorale giovanile. La PG a livello italiano ha avuto inizio con papa Giovanni Paolo II, quando il rapporto della chiesa con e per i giovani diventa decisivo con la prima giornata internazionale dei giovani nel 1985.
La chiesa guarda ai giovani e vede se stessa nei giovani e la sua dimensione missionaria. Anche la diocesi di Fermo comincia nel 1985 aprendo un centro dedicato e facendo una analisi dei giovani, con don Francesco Monti come responsabile fino al 2000. Ebbero inizio 35 nuovi gruppi giovani nella diocesi e dunque un grande lavoro di formazione dei nuovi educatori.
Dal centro di PG si passa al coordinamento diocesano di PG nel 2000, con la partecipazione delle realtà giovanili parrocchiali e delle associazioni. La PG è interesse di tutti e tutti vanno coinvolti.
Nuovi preti giovani sono stati mandati nelle parrocchie/vicarie per curare la pastorale dei giovani.
Il coordinamento si compone dei preti e dei laici che agiscono nelle vicarie con la guida di don Tarcisio nel tentativo di camminare insieme.
Negli anni dell'Agora dei giovani nel 2007 si passa al servizio diocesano di PG che sottolinea più una spinta alla vicinanza alle parrocchie: le GMG siano un motore che coinvolga i giovani ma poi le realtà parrocchiali siano sostenute nelle loro attività.
La consulta è un'occasione di comunione, perché camminare insieme e stimarsi a vicenda è una testimonianza anche nei confronti dei giovani. Alcuni nodi si possono affrontare solo insieme...ci sono momenti che ci chiedono di camminare uniti. Ma una comunione non finalizzata a se stessa ma con un obiettivo missionario.
Gesù ha versato il suo sangue non per pochi né per molti, ma per tutti...così il servizio di PG si rivolge a tutti i giovani.
Sigalini disse che il coordinamento è il motorino che avvia la macchina per far sì che ogni realtà sia sostenuta nel loro servizio e per arrivare a tutti i giovani.
L’ultima frontiera è la necessità di una pastorale integrata, così il COF e la PG stanno camminando insieme, ma anche riuscire a coinvolgere di più i giovani.
I giovani sono una priorità e vanno coinvolti, non se avanza spazio nella chiesa ma fin da subito siano integrati in tutte le attività.
Favorire il dialogo tra le realtà giovanili, non significa solo negoziare i propri spazi e pensieri, ma confrontarsi per trovare nuove strade e nuovi orizzonti.
Il tentativo del sinodo dei giovani era quello di ascoltarli e renderli protagonisti. Oggi sinodalità è favorire il dialogo tra giovani e adulti.
GMG ma non solo, l'attenzione va alla quotidianità.
Don Tony
Condivisione del pensiero di un coordinamento come motorino, validando l'idea di gruppi viacariali che promuovono la PG e le GMG diocesane.
Lavorare insieme è stata la prospettiva che ha fatto scegliere di partecipare alla GMG di Cracovia con un percorso diverso da quello della regione Marche. Non è detto che un evento non serva a nulla ma può portare frutti e rappresentare un'occasione vocazionale, per cui si può ripensare le GMG diocesane.
Quest'anno è nella vicaria di Sant'Elpidio a mare e dovrebbe prevedere l'occasione per tutti di confessarsi visto il tema della misericordia.
L'intenzione è quella di coinvolgere anche il mondo della scuola nella promozione della GMG di Cracovia, uno strumento in più.
Il messaggio del papa incentrato sull'essenziale. La gioia di Dio è il perdono. Si richiamano le parabole della misericordia.
Domanda per il dibattito. Per la vostra esperienza oggi quale messaggio rivolgiamo ai giovani? Cosa, come e a chi? Che percorso pensiamo per tutti i giovani?
Don Lorenzo: molte consulte ma poche persone che partecipano a tutte, c'è il rischio che sia una moltiplicazione di appuntamenti simili. Servirebbe un coordinamento delle varie realtà e uno snellimento, magari con un responsabile che svolge questo ruolo di integrazione.
Don Fabio: le GMG sono una bella occasione ed è importante prepararle, sostenere i giovani e coinvolgere i parrocchiani nel sostenerli economicamente.
Si potrebbe chiedere ai giovani di andare nelle scuole per invitare gli altri giovani alla GMG con una visita nelle classi o con incontri di istituto. Le iniziative di raccolta fondi sono anche l'occasione per creare gruppo e fare comunione coalizzando diverse realtà intorno ad un progetto comune. I giovani cristiani di oggi sono isolati e si sentono la pecora nera non riuscendo a vivere la propria fede...mettendoli insieme non si sentono soli e la fede si rafforza, non sono l'unico a crederci. Bello sarebbe coinvolgere ragazzi tiepidi più che i giovani che sono già in parrocchia.
Nella parrocchia di San Giovanni Bosco in preparazione del musical che fanno ogni anno hanno fatto una riflessione sul papa e il percorso delle GMG, il messaggio del papa sulla misericordia anche in rapporto con gli ultimi fatti terroristici. Lo spettacolo servirà anche per raccogliere i fondi per sostenere i giovani alla GMG.
Francesco: quando facciamo una azione pastorale va pensato chi è il destinatario. Chi e quali sono i giovani di oggi? Probabilmente l'idea che abbiamo non è nemmeno coerente con la realtà. Bisogna creare un luogo in cui darsi la possibilità di incontrarsi. Non si possono creare contenitori ma il giovani va coinvolto per fare qualcosa, e il giovane si appassiona dello stare insieme. A questo punto, creato il luogo di incontro, arriva il lievito che come nel pane è l'ultimo ingrediente. È fondamentale che ci siano persone che fungono da catalizzatori per i giovani e che li guidino, pur nei loro modi e linguaggi, affinché i giovani non siano solo i partecipanti ma anche gli organizzatori. Un ruolo molto soft che faccia emergere il giovane e non l'adulto, che racconti quanto basta per suscitare l'interesse ad un approfondimento personale. Lo spirito agisce già nel mondo giovanile, bisogna assecondarlo e agire parallelamente, aiutare i giovani e non dirigere.
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