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Impegno per il bene comune come forma alta della Carità
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Il Presidente dell'Azione Cattolica Diocesana Luca Girotti traccia le linee del programma associativo per l'anno 2015-2016

Per l’Azione Cattolica Diocesana di Fermo l’anno associativo è entrato nel vivo. Sabato 17 ottobre è in programma a Porto Sant’Elpidio (Piazzale antistante la Chiesa S.S. Annunziata, dalle ore 15.00) la Festa del “Ciao” dell’AC Ragazzi. A spiegare i punti cardine dell’impegno dell’Associazione per l’intero anno 2015-2016 è il Presidente Diocesano Luca Girotti.

Presidente, per l'AC questo è l'anno dell' “andare”. Che significa?

Significa andare incontro a tutti e a ciascuno nella concretezza della vita quotidiana, animati da una passione per la città. La semplicità della vita quotidiana è per noi laici il luogo della chiamata alla santità. Desideriamo essere uomini e donne di Azione Cattolica che camminano insieme al Signore, provano a raccontare le meraviglie che Lui opera nelle nostre storie, testimoniano la grandezza di un incontro che ha cambiato la nostra vita, attraverso uno stile e delle scelte concrete a servizio della costruzione del bene comune. 

Come si concretizza l' "essere AC" rispetto al "fare AC" nel rapporto con la società?

Si concretizza nell'essere "in prima fila" nel formare laici capaci di dare lettura evangelica degli avvenimenti all’interno della comunità cristiana e della società civile e nel promuovere la politica come amicizia civica e l’impegno per il bene comune come forma alta della carità. Tutti i cristiani, ci ricorda Papa Francesco, “sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore” (EG n. 183). In tale prospettiva, avvalorando una lunga storia vissuta tra piazze e campanili che ha visto la feconda partecipazione dell'AC e dei suoi aderenti alla vita della comunità ecclesiale e civile, si darà una peculiare e specifica attenzione alla politica, nella prospettiva della scelta religiosa che esige formazione personale, riflessione competente, discernimento comunitario. Un seme che si sta gettando in questi giorni è l'avvio del Laboratorio socio-politico promosso insieme all'Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro.

Giubileo della Misericordia. Come intende vivere l'AC diocesana questo momento straordinario di fede voluto dal Papa?

La risposta in realtà è tanto semplice quanto impegnativa: vivendo quotidianamente quanto Papa Francesco ci ha indicato nella Misericordiae Vultus e dando il nostro organico e sistematico contributo alla realizzazione di quanto ha indicato il nostro Arcivescovo, mons. Luigi Conti, nella Lettera Pastorale, con una particolare attenzione a contribuire alla crescita nella comunione ecclesiale. Tutta la vita dell’AC è e deve essere continuo richiamo a scelte per una fede personale e viva, capace di “essere testimone veritiera della misericordia professandola e vivendola come il centro della Rivelazione di Gesù Cristo”. Vivendo da laici radicati nel Battesimo, gli adulti, i giovani e i ragazzi dell'AC desiderano farsi “eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore”. A cominciare dalle famiglie.

 

Fermo, 16 ottobre 2015

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