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Altidona e il restauro di un organo storico collocato nella chiesa parrocchiale Santa Maria e San Ciriaco
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L'inaugurazione si svolgerà domenica 23 febbraio durante la messa delle ore 10, con i canti di accompagnamento a cura della corale Gino Serafini di Altidona

Dopo mesi di restauro l'organo della chiesa Santa Maria e San Ciriaco di Altidona centro storico sarà inaugurato domenica 23 febbraio durante la messa delle ore 10 con i canti di accompagnamento a cura della corale Gino Serafini di Altidona. A seguire intervento  della dottoressa Giuliana Porrà  sindaco di Altidona, mentre la spiegazione dei lavori eseguiti sarà a cura dell'organaro Pierpaolo Pallotti che ha eseguito il delicatissimo restauro. Ci sarà  inoltre il saluto dell' Ispettore onorario agli organi  storici delle Marche, prof. Paolo Peretti e sarà distribuito un opuscolo che testimonierà ogni fase del lavoro svolto. Infine sarà consegnata una targa a titolo di riconoscimento alla famiglia committente che ha finanziato l'intero progetto e la sua realizzazione.

Il restauro degli organi storici è un lavoro che richiede varie abilità, conoscenze tecniche e scientifiche: meccanica, pneumatica, chimica, musica nonché capacità specifiche che vanno dalla falegnameria alla metalmeccanica. Il restauro è stato frutto non solo di quel lavoro artigianale che si tramanda da generazioni, ma anche di ricerche storiche minuziose e uso della tecnologia più avanzata nell’ambito dello studio e dell’analisi dello strumento che gli è stato commissionato. Pierpaolo Pallotti artigiano di grande esperienza, è inoltre in possesso della qualifica di tecnico del restauro ed è costruttore di organi. Il mondo del restauro degli organi storici è affascinante e complesso e conoscerne il percorso è quanto mai necessario per comprendere meglio quanta “arte tramandata” sia necessaria.

Principalmente gli organi sottoposti a restauro filologico sono a trasmissione meccanica, pneumatica, o elettropneumatica. Il restauro filologico è un’operazione delicata e sottoposta a innumerevoli vincoli legislativi, che richiede non solo un’elevata esperienza artigianale ma anche la capacità di prendere importanti decisioni riguardo le caratteristiche dello strumento. Questo si ottiene solo grazie a un lavoro certosino fatto di ricerche storiche presso gli archivi parrocchiali e diocesani e con lo studio dello stesso strumento, nonché avvalendosi di consulenti esterni con esperienza specifica sugli organi antichi. Una volta redatta la relazione storica e seguito l’iter burocratico si procede con lo smontaggio dello strumento e il trasporto di tutte le sue parti presso un laboratorio. Inutile dire che tutte le fasi del lavoro vengono scrupolosamente documentate e in laboratorio inizia il restauro vero e proprio. Lo smontaggio del somiere maggiore, che è la parte principale dell’organo, grazie alle tracce e alle iscrizioni nascoste al suo interno, possono dare completamento alla fase di studio dello strumento. A seguire si effettuerà il trattamento antitarlo, il reintegro delle parti danneggiate e la sostituzione delle pelli logore. Il rimontaggio del somiere sarà graduale e necessiterà poi di un accurato collaudo. Ma le varie operazioni non finiscono qui. I mantici vengono aperti e sottoposti a trattamento antixilofagi. Si procede alla sostituzione delle eventuali pelli ormai logore e dove necessario, vengono fatti interventi di consolidamento alle parti lignee. I materiali usati da Pierpaolo Pallotti sono stati esclusivamente quelli permessi dalle norme per il restauro. Ogni mantice è stato collaudato prima di essere riportato nella sua collocazione originale. Per quanto riguarda le canne di legno si procede ad un esame sul materiale, per poi usare, nel caso di integrazioni, il legname della stessa essenza. Una volta pulite, vengono sottoposte a trattamento antitarlo. Le canne di legno antiche, soggette purtroppo a spaccature e scollamenti di vario genere che ne compromettono il buon funzionamento, vengono controllate meticolosamente e incollate nelle parti danneggiate. Tutte le altre  parti dello strumento, quali ad esempio meccaniche e condotti, vengono ripulite, sottoposte a trattamento antitarlo o antiruggine, ricostruite nelle parti mancanti e collaudate. Ma il nostro organo storico di Altidona è fornito anche di canne di metallo. L'organaro quindi a seguito di un accurato riordino delle canne, ha proceduto all’esame dei materiali per garantire che le eventuali reintegrazioni fossero realizzate con materiale conforme all’originale. Tutte le canne sono state pulite per mezzo di appositi scovolini, rimesse in forma, saldate negli squarci e allungate nel caso fossero troppo corte per riportarle al corista originale. Una volta terminato il lavoro di restauro del somiere e delle canne, i registri vanno gradualmente installati sul somiere e provati. In questa fase, chiamata pre-intonazione, si intona uniformemente ogni singola canna per garantire l’uniformità di timbro dei vari registri. La fase conclusiva riguarda il rimontaggio completo dell’organo nella sua sede originale e si conclude con l’accordatura finale.

Per la comunità di Altidona il giorno dell'inaugurazione dell'organo ritornato agli antichi fasti, sarà un momento di gioia. Immagino l'emozione del Parroco pon Nicola Del Gobbo che ha seguito con attenzione ogni fase del restauro. La cerimonia potrebbe aprirsi con un concerto per organo, in questo senso la tradizione musicale della Chiesa manterrebbe nell'organo una delle sue più grandi espressioni di bellezza che fin dal Medioevo mentre i cantori esprimevano la preghiera della Chiesa militante, l'organo rappresentava i cori degli angeli e l'armonia al mondo della Chiesa trionfante.

 

Pierpaolo Pallotti vive e lavora a Porto San Giorgio nelle Marche, una regione con una grande trascorso musicale che ha vissuto la sua più felice stagione nei secoli XVIII e XIX. Influenzato dalla tradizione che lo circonda e mosso da una particolare sensibilità verso" il bello", comincia a soddisfare la sua curiosità musicale dapprima come esecutore iniziando privatamente lo studio del pianoforte e dell'organo per proseguire al "Conservatorio di musica G.B.Pergolesi" di Fermo. Successivamente inizia la sua personale ricerca come costruttore di organi. Quest'attività, iniziata già in giovanissima età, si fonda sulla passione profonda che nutre verso l'organo a canne, in tutti gli aspetti musicali e meccanici dello strumento. Fondamentale nel suo percorso di formazione professionale è stato l'incontro con quello che considera il suo mentore, l'organaro trentino Andrea Zeni di Tesero. Dopo alcuni anni, scorgendo diversi elementi di assonanza, si avvicina al mondo della liuteria per tastiera, concentrandosi particolarmente nello studio e nella pratica costruttiva di strumenti a corde pizzicate. Terminato il percorso accademico in "Scienze dei Beni culturali e musicali" all'Università di Perugia, nella ferma convinzione di poter perseguire i propri intenti autonomamente con scrupolo e passione, apre il proprio laboratorio artigiano nel 2009, dove cotruisce e restaura organi a canne, clavicembali.

 

Stefania Pasquali

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