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Come l'uso di internet e dei social permette il passaggio da una liturgia a porte chiuse ad una pastorale "a finestra aperta"
Una Quaresima mai vista prima. Tutti – preti, diaconi e laici – dopo un momento iniziale di disorientamento di fronte all’impossibilità fisica imposta dall’emergenza sanitaria di radunarci per la preghiera e per gli incontri, abbiamo reagito reinventando la pastorale nel tempo della pandemia, per non smarrire il senso di comunità. Fin dal primo istante – dopo un tentennamento iniziale – abbiamo pensato di arrivare alle famiglie della comunità trasmettendo la S. Messa del Mercoledì delle Ceneri in diretta streaming dalla pagina Facebook dell’Unità Pastorale (facebook.com/vergraup). La risposta dei tanti fedeli che l’hanno seguita e la gratitudine che hanno manifestato ci hanno incoraggiato a proseguire. I canali social, sui quali eravamo già presenti da alcuni anni, sono diventati un vero e proprio spazio di incontro, insieme con lo scambio di messaggi e le chiamate telefoniche personali.
Man mano che passavano i giorni nell’incertezza sull’evolversi della situazione, il primo pensiero è stato per i bambini del catechismo della prima Comunione rimasti a casa a seguito dello stop alle lezioni. Abbiamo quindi, come sacerdoti, pensato di fare un breve video che li potesse raggiungere nel fine settimana a casa chiamandolo: “video-catechesi al tempo del coronavirus”. Abbiamo continuato a realizzarne uno ogni settimana, sei in totale fino a questo momento, disponibili sul canale YouTube dell’Unità Pastorale (youtube.com/c/veregraup)
Dopo aver celebrato regolarmente con la comunità, anche se con un po’ di incertezza, la prima domenica di Quaresima, siamo entrati in pieno nel periodo della “distanza”. L’idea di una Messa a “porte chiuse” proprio non ci piaceva; sfruttando perciò le potenzialità offerte dalla rete di trasmetterle in diretta le abbiamo chiamate celebrazioni a “finestra aperta”. Ogni giorno noi tre sacerdoti a servizio dell’UP ci alterniamo alla presidenza della messa feriale delle ore 19, facendola precedere alle 18:15 dalla recita del rosario e la preghiera dei vespri (di venerdì la via crucis). Con nostra sorpresa abbiamo visto ogni giorno aggiungersi fedeli, che partecipano da casa perfino lasciando preghiere scritte nello spazio dei commenti.
All’inasprirsi delle misure prese dal governo, ma anche di fronte all’aumentare della preoccupazione di ognuno per la propria salute, per la salute dei propri cari, per l’incertezza del momento attuale, per il lavoro, per la scuola dei propri figli, per le difficoltà che nascono da un modo diverso di organizzare la propria giornata e le proprie attività, per la solitudine in cui qualcuno all’improvviso si è ritrovato, è nata l’esigenza di riconoscersi e stringersi più che mai in comunità.
Molto bella l’esperienza di trovarsi quotidianamente insieme, grazie alle moderne tecnologie, per pregare, per affidare le intenzioni più profonde che ognuno porta nel cuore al Signore, per affidarsi a Lui, cercando insieme di trovare sollievo e conforto nella Parola e nella Comunione spirituale. Da qui è nata spontanea la proposta di farci giungere da casa le intenzioni di preghiera che proponiamo nelle liturgie come autentiche “preghiere dei fedeli”. Perfino l’animazione dei canti delle liturgie festive è prodotto “artigianale” dei rappresentanti dei diversi cori che animano abitualmente le messe domenicali. Davvero ci ha stupiti la voglia di esserci del “Popolo di Dio”. Ancora una volta abbiamo sperimentato che l’Eucarestia, pur se vissuta a distanza, è fonte di comunione che ci fa sentire e riconoscere fratelli in Cristo. Stimolati dall’esempio di Papa Francesco che ogni giorno a conclusione della Messa a S. Marta propone un tempo di Adorazione Eucaristica, abbiamo perfino proposto l’iniziativa delle “24 ore per il Signore”, dalla mezzanotte del 20 alla mezzanotte del 21 marzo, organizzando dei turni di un’ora di preghiera, sempre in collegamento in diretta Facebook, davanti al Santissimo Sacramento che noi sacerdoti avevamo esposto nella cappellina dove celebriamo. Anche in questa occasione la partecipazione è stata sorprendente: abbiamo visto collegate almeno 4-5 persone anche nel cuore della notte.
Per i bambini del catechismo, come già detto, abbiamo continuato a pubblicare ogni fine settimana una breve video-catechesi che possa accompagnarli nel loro cammino di preparazione ai sacramenti, anche da lontano, e dedichiamo loro una serata, il mercoledì, con una “catechesi live” (in diretta streaming) dove coinvolgiamo le famiglie interagendo dal vivo, volendo alleggerire un po’ questo tempo di convivenza forzata 24 ore su 24, che in tanti casi mette a dura prova genitori e figli, e facendo passare loro una piacevole ora insieme. Abbiamo concluso questi momenti di diretta sempre con una preghiera condivisa e con dei “compiti a casa” per rimanere “connessi” negli altri giorni della settimana.
Accanto alla proposta liturgica e a quella della catechesi per i bambini, anche la vita dei diversi gruppi presenti nell’Unità Pastorale si è riorganizzata nell’unico modo possibile: attraverso l’utilizzo dei social e delle piattaforme di incontro in videoconferenza. Il desiderio di ritrovarsi ha messo in moto la fantasia per cercare e sperimentare strumenti di incontro e comunicazione efficaci. In questo modo è stato possibile condividere insieme preghiera, catechesi, riflessioni, progetti in un modo che ci stupisce. Ogni gruppo, movimento e associazione presenti nella cittadina si è attivato in questa direzione. Perfino le persone di età più matura e meno avvezze al mondo digitale, aiutate dai giovani, hanno in fretta imparato ad usare le potenzialità del web.
In questo particolare periodo di “digiuno” dalle relazioni sociali che ci troviamo a vivere, non facciamo mancare la vicinanza spirituale, oltre alla preghiera comunitaria nelle celebrazioni feriali, a coloro che si trovano ad affrontare la malattia. I ministri straordinari della comunione non possono far visita ai malati, ma non mancano di far sentire la loro vicinanza attraverso il telefono. Momento delicato e sofferto nella vita di una famiglia e di ciascuno è il lutto per la perdita di una persona cara, ma che in questo periodo si carica di particolare sofferenza dovuta all’impossibilità, in molti casi, di essere vicini come familiari a chi sta male, nonché di poter celebrare il saluto e “stringersi” come comunità attorno alle famiglie che subiscono la perdita del proprio caro. Anche in questo caso si fa prezioso lo strumento del telefono, dei social e la preghiera di consolazione per i familiari e di suffragio per il defunto nella Messa del giorno.
Possiamo affermare di toccare con mano l’azione dello Spirito che “soffia dove vuole”, anche nel bel mezzo di una drammatica pandemia. Tante famiglie e persone della comunità ci ringraziano continuamente per la vicinanza che facciamo loro sentire nonostante la distanza fisica, che ci è giustamente imposta a tutela della salute, nonché apprezzamenti sulla possibilità che è data a ciascuno di poter pregare, sì da casa, ma non in solitudine.
Sul fronte della carità, i volontari della caritas cittadina, in accordo con la locale protezione civile e con l’amministrazione comunale, si sono subito mossi per garantire, dotati delle dovute misure di protezione personale, un servizio a domicilio per persone sole, anziane o malate e che hanno bisogno di aiuto per fare la spesa, per prendere le medicine in farmacia o per altre commissioni. Nello stesso tempo continua il servizio di ascolto e consegna dei pacchi alimentari verso le persone in situazione di bisogno. Il tutto avviene mediante il telefono dedicato della caritas, attivo dalle ore 9 alle ore 19 dal lunedì al sabato, il cui numero è reso pubblico mediante i social. Ma la “creatività dell’amore” in questo tempo di isolamento (Papa Francesco) ha visto nascere un’ulteriore iniziativa solidale scaturita dall’idea di alcuni giovani di buona volontà e della tifoseria della “Sutor” basket: il “carrello sospeso”. In pratica i cittadini che si recano a fare la spesa nei punti vendita convenzionati possono aiutare chi si trova nel bisogno causato dall’attuale crisi lasciando in un apposito carrello dei prodotti di prima necessità. A fine di ogni giornata i giovani volontari prelevano dai “carrelli sospesi” quanto depositato per conferirli nella sede della Caritas montegranarese da dove poi si organizza la redistribuzione a seconda delle situazioni verificate di necessità. In coincidenza del lancio di questa iniziativa anche la caritas cittadina ha aperto una propria pagina Facebook per rimanere in contatto con la cittadinanza (facebook.com/caritasmontegranaro).
La nostra vita di preti – siamo in tre che vivono insieme a Montegranaro – in questo tempo di pandemia è profondamente cambiata. Condividiamo la preghiera, la preparazione dei pasti e la mensa, e l’attività quotidiana (anche noi in modalità “smartworking”). Passiamo gran parte del nostro tempo “connessi” per mantenere i contatti con singole persone e con i gruppi. La nostra agenda è diversa rispetto alla normalità, ma ugualmente fitta. Non passa giorno in cui non siamo impegnati in almeno una videoconferenza. Ma il momento privilegiato è quando quotidianamente concelebriamo l’Eucaristia. Mentre i fedeli sono costretti al “digiuno eucaristico”, noi sacerdoti sentiamo più che mai la responsabilità di una preghiera che si fa di intercessione per tutto il Popolo di Dio a noi affidato. Su quell’altare dove celebriamo deponiamo le angosce, le preoccupazioni e le speranze di ciascuno, nella certezza che Cristo, nostra pace, viene e verrà a salvarci.
Una Quaresima così mai avremmo immaginato di viverla, ma di sicuro la prendiamo come un vero “tempo favorevole”. È tempo favorevole per tornare alle radici della nostra Fede, per chiederci da dove veniamo e dove stiamo andando, per rimettere al centro Gesù Cristo morto e risorto per noi e per chiederci che posto ha nella nostra vita. È un tempo favorevole per riscoprire l’importanza della chiesa domestica che è la famiglia, per sentirci chiesa unita spiritualmente e nella preghiera.
Per riprendere l’immagine che ha usato Papa Francesco nella preghiera di venerdì 27 marzo, siamo e ci sentiamo tutti sulla stessa barca, nel mare in tempesta, ma con la certezza che non siamo soli. Consapevoli che sulla barca con noi c’è il Signore e Lui provvede a noi. Egli non lascia inascoltata nessuna preghiera e ai piedi della croce non c’è lacrima che cade invano. Con questa consapevolezza camminiamo fiduciosi verso la Pasqua: la speranza non delude.
Don Sandro Salvucci
Parroco dell’Unità Pastorale di Montegranaro
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