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Il racconto dell'esperienza profonda e toccante del Campo di servizio, che i giovani di Grottazzolina e Capparuccia hanno vissuto a Gualdo

Il terremoto è una realtà della vita terribile, non solo per la morte e la distruzione che spesso porta con sé, ma per il senso di impotenza e soprattutto per la paura che lascia nei cuori e nelle menti delle persone colpite. Una triste esperienza quella del terremoto che quasi un anno fa ha attraversato anche i paesi delle Marche e che da allora non ha mai smesso di far tremare le nostre terre. Per fortuna nessuno ha perso la vita sotto le macerie, in molti, però, hanno perso la casa, il lavoro, la comunità, le proprie cose ... preziose non solo per il valore economico, ma per i ricordi e per i segni di una vita trascorsa. Il terremoto è come una spugna che sembra cancellare ciò che la storia ha scritto nella vita delle persone e dei territori.

In molti, nei giorni più drammatici delle scosse, si sono fatti vicini alla  gente dei nostri paesi più colpiti, dalle istituzione ai volontari, pronti a scavare nelle macerie, a portare cibo e vestiti, a mettere in sicurezza case ed edifici. I riflettori dei media si sono accesi anche sulla nostra realtà, spingendo le persone a farsi avanti concretamente portando beni di prima necessità o raccogliendo soldi, molti si sono offerti come volontari, nei cuori di molti è nata una preghiera e tanta compassione.

Dopo un po’ i riflettori però si sono spenti. La desolazione di paesi spettrali e di gente ancora senza casa e lavoro, di cuori colmi di dolore e paura è invece rimasta. Come dicono in molti la vita dopo il terremoto non è e non sarà più la stessa in nessun caso.

In questo anno oramai trascorso molte realtà, soprattutto del nord, hanno deciso di venire nei nostri paesi per un aiuto, un po’ di compagnia e di conforto, semplicemente per una presenza. In particolare in questa estate.

Gualdo. Un piccolo paese del maceratese anch'esso colpito dagli eventi sismici di un anno fa e che, ancora oggi,  mostra i segni evidenti di quei giorni.  Ponzano di Fermo  e Grottazzolina due piccoli paesi del fermano anch’essi colpiti dal terremoto, ma in modo molto più lieve. Paesi e persone, comunque, accumunati dalla paura e dalla voglia di fare qualcosa per ripartire o per aiutare a ripartire.

E’ stato con questo desiderio in cuore che 25 giovani, dell’Azione Cattolica di Grottazzolina, Capparuccia e Ponzano, di età compresa tra i 15 e i 18 anni, si sono rivolti a Caritas Marche e Caritas Fermo per mettersi a disposizione con un campo di servizio, nella settimana dal 21 al 27 agosto 2017, lasciando per un'intera settimana le loro vacanze così come erano abituati a viverle, tra piccoli lavoretti, riposo, mare e amici. La Caritas di Fermo ha proposto loro di vivere questa esperienza a Gualdo, inserendosi nella vita quotidiana di questa piccola comunità, piegata e dimezzata dal terremoto. Dopo una semplice progettazione della settimana, fatta insieme a don Bruno, il parroco di Gualdo e Manila del Comune di Gualdo, i 25 giovani sono approdati, il 21 agosto 2017, accompagnati dai loro genitori, nel cuore del Paese. In tutti c’era un po’ di timore: come saremmo potuti essere utili alle persone di Gualdo? Noi non eravamo lì per spalare macerie, né per portare viveri o beni, né per ricostruire case. Non avevamo fatto una raccolta di soldi da donare loro, né eravamo esperti di animazione e spettacoli. Che cosa allora potevamo fare o essere per loro?

Con semplicità e confidando nel Signore, accolti e aiutati in maniera straordinaria dagli stessi abitanti di Gualdo, ci siamo avvicinati e inseriti nella vita normale di questo piccolo paese. Con i bambini abbiamo fatto i compiti e giocato, con gli anziani della Casa di riposo abbiamo parlato, camminato, spinto carrozzine, giocato a carte, ascoltato i loro racconti tristi e quelli allegre. Siamo andati anche nelle case ad incontrare e stare un po’ con alcune signore anziane e quasi centenarie. Ogni sera siamo stati a Messa con tutta la comunità e con loro abbiamo pregato per il loro futuro e perché non perdessero mai la speranza. Abbiamo camminato tanto per le vie del paese, siamo stati nel parco comunale, nel gioco delle bocce, nelle sedie del bar in piazza. Abbiamo incontrato il Sindaco Zavaglini, che con addosso la fascia tricolore ci ha voluto dire l’importanza civile e sociale della nostra presenza e ci ha condotti a vedere la parte peggiore del disastro del terremoto, che ancora portiamo negli occhi e nel cuore. Abbiamo fatto la spesa nei piccoli negozi del Paese e gustato i pasti nel gazebo che la Proloco, con il suo presidente Leonardo, ci ha messo a disposizione ai bordi della piazza. Che dire poi di Filomena e di tutti gli operatori della Casa di riposo che ci hanno sopportato con la nostra confusione ed inesperienza e ci hanno permesso di godere della compagnia e dell’affetto dei loro ospiti. Le signore dell’Unitalsi, dell’Avulss  e le Consorelle della Confraternità del paese poi sono state impagabili come tutte le persone di Gualdo.  In verità abbiamo fatto poco, abbiamo più di tutto distribuito saluti, sorrisi e abbracci.

Molto di più abbiamo ricevuto dalle persone che abbiamo incontrato, che sono state non solo accoglienti, ma ci hanno coccolati, circondati da mille piccole attenzioni e regali, ringraziati e incoraggiati. Hanno accolto con un sorriso la nostra inesperienza, i nostri errori e limiti.

E’ stata una esperienza incredibile, come non avremmo mai pensato e neppure sperato. Alla fine della settimana abbiamo trovato uno slogan che ci ha rappresentati #regaliamosorrisi, perché sorridere e far sorridere con spontaneità e spensieratezza è stato il nostro piccolo contributo e l’obiettivo di questa straordinaria avventura. Al termine della settimana è stato durissimo andarsene, tutti avremmo voluto rimanere e, se fosse stato possibile, avremmo tutti messo in cantiere almeno un’altra settimana. Ce ne siamo andati con la promessa reciproca di rivederci presto. Il presto è stato già martedì 12 settembre per un intero pomeriggio insieme.

Noi giovani di Grottazzolina, Capparuccia e Ponzano possiamo oggi dire con certezza, che se la vita delle persone di Gualdo dopo il terremoto non è stata e non sarà più la stessa, anche la nostra vita dopo Gualdo non sarà la stessa. Ci siamo resi conto di come l’incontrare, il mettersi a disposizione, l’ascoltare, l’abbracciare, il sorridere e anche il piangere, il pregare insieme, il semplice camminare e salutare le persone, non solo sono dimensioni importanti della vita, ma possono cambiare e rendere un po’ migliore il mondo anche se per una milionesima parte di esso. Come diceva, però, Madre Teresa anche il mare è fatto di gocce e noi speriamo di cuore di averne messa qualcuna.

 

Gualdo, 27 agosto 2017

 

I giovani dell’Azione Cattolica - Parrocchie di Capparuccia, Grottazzolina e Ponzano

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