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Notizie dalle parrocchie

“….Perché non c’era posto per loro….” (Lc2,7)
Foto sommario

Le parrocchie di Potenza Picena, in collaborazione con la Caritas, hanno proposto una tavola rotonda sul delicato tema dell'abitare, in cui si è parlato della casa come intervento primario per contrastare povertà e precarietà

«In una città un posto ci deve essere per tutti:

un posto per pregare (la chiesa), un posto per amare (la casa), un posto per lavorare (l’officina), un posto per pensare (la scuola), un posto per guarire (l’ospedale)» (Giorgio La Pira)

 

Perché questa iniziativa?

Grazie per aver voluto partecipare a questa iniziativa. Forse potevamo essere molti di più, forse di meno, ma è un piccolo passo che, ci auguriamo , porti alla costruzione dei percorsi e processi condivisi.

Intanto una informazione  sul perchè  del titolo che abbiamo scelto per questo incontro: “ …..Perchè non c’era posto per loro”.  E la frase di Giorgio la Pira, scelta dalla Caritas nazionale  per il quaderno sull’abitare, che parla della città come un luogo dove ci deve essere un posto per tutti, e la casa “ come un posto per amare.

 Giuseppe e Maria, nella ricerca di un luogo per partorire era la ricerca di un luogo dove potessero   vivere la nascita di Gesù, l’Amore donato, nell’intimità con il caldo tepore degli affetti che riscaldano i cuori. E’ per questo che ci è sembrata adeguato a stimolare la riflessione  di questa sera anche  con il pensiero di La Pira che descrive la casa come : “ un luogo per amare”.

In realtà oggi la ricerca della casa genera situazioni di precarietà, ansietà, paura non indifferenti. La non certezza di avere un posto dove abitare  spesso provoca all’interno della coppia una crisi anche delle relazioni affettive, cade il senso di fiducia personale , specialmente degli uomini che si sentono incapaci di provvedere alle necessità della famiglia.  Ci capita di assistere anche all’ansia dei bambini che hanno  paura di non avere un posto per stare; ciò anche se i genitori cercano di proteggerli e non investirli pienamente della situazione; essi comunque percepiscono l’ansia dei genitori.

Nella nostra esperienza di centro di ascolto “il dono”  e Caritas di Potenza Picena e Porto Potenza, la richiesta della casa è stata una costante:  Diamo alcuni numeri del nostro osservatorio: il centro di ascolto è nato nel 2017. nei primi due anni 2017/18 compreso le richieste della casa sono state 13, nel 2019 =12, nel 2020=10 2021=11 2022=17. Italo ci dice che anche a Potenza , anche se non tante come a Porto Potenza , però le case vengono richieste.

Chi sono le persone che vengono a chiedere casa?

Sono famiglie che subiscono lo sfratto e non sempre per inadempienza economica,  famiglie che vivono situazioni abitative non idonee per motivi diversi; sono single che, spesso a causa di una separazione devono trovare casa per ricevere i figli in modo degno (l’Amare), o , sempre a causa di separazione, devono trovare case più piccole per diminuire la spesa degli affitti. Sono single che hanno perso lavoro ed hanno dovuto abbandonare le case dove abitavano e magari sono costretti  ad alloggi provvisori. Sono persone  a cui, in un primo momento il datore di lavoro ha trovato situazioni abitative anche per la famiglia, ma poi, allo scadere del contratto o con la crisi del lavoro richiedono la casa. Etc. Come Caritas, specialmente nel periodo della Pandemia, insieme ai parroci, abbiamo sostenuto parecchi affitti, proprio per evitare ulteriori sfratti.

Ci mettiamo anche nei panni di chi deve riavere la propria casa affittata e ciò non è meno doloroso, perché anche questi casi  a volte riguardano persone e famiglie che hanno perso il posto di lavoro, e che pagando affitti in altre parti hanno bisogno di riavere le proprie proprietà. Ci sono anche molte persone che hanno avuto esperienze di affitto negative.

 Anche ultimamente abbiamo sentito ed interpellato numerosi privati che affittano le case in estate, ma nessuno è stato disponibile ad affittare neanche per una emergenza; ognuno giustamente ha le sue ragioni, ma è proprio questo che ci convince che non può essere la buona volontà di un privato, ma dobbiamo tutti insieme adoperarci  per avere soluzioni a breve ed a lungo termine e soluzioni per gestire le emergenze.  Ritornando a La Pira, in ogni città ci deve essere posto per tutti. Specialmente nei nostri due centri in cui la povertà è aumentata, le case vuote crescono e le persone sono costrette ad andarsene portando via però anche“ la vita”.

 

(Presentazione dell'incontro svoltosi lo scorso 20 Novembre a cura di Anna Rossi)

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