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Notizie dalle parrocchie
Sarà il suo sorriso ad accogliere quanti frequenteranno il nuovo oratorio di Colbuccaro. Riportiamo le testimonianze della mamma e di quanti l'hanno conosciuta
Un grande sorriso accoglie quanti fra bambini, animatori e genitori nei prossimi giorni frequenteranno l’oratorio parrocchiale di Colbuccaro (nei locali sottostanti la chiesa della Natività di Maria). Il sorriso è quello di Franca Nicolai, suora agostiniana, ritratta in una grande foto posta all’ingresso della struttura che sabato 14 novembre è stata intitolata alla sua memoria. Dopo una messa in suffragio ad un mese dalla sua nascita al cielo seguita ad un periodo di sofferenza, fedeli e parrocchiani si sono ritrovati nei locali dell’oratorio dove, dopo la benedizione del vice parroco Don Massimo Fenni e dopo i ringraziamenti della mamma della religiosa affidati ad una toccante lettera, è stata scoperta la grande foto.
Alcuni giorni prima di questa cerimonia siamo andati a casa sua per farci raccontare di lei e della sua vita dalla mamma. Appena arrivati sulla porta la signora Emilia ci ha accolto con un gran bel sorriso. Lo stesso sorriso di Franca. Ci ha fatto accomodare in sala da pranzo. C’era un fuoco acceso. Sopra ad un mobile una piccola statua della Madonna. Sul tavolo e dentro alcuni scatoloni tanti libri per grandi e piccoli: si riconoscono un trattato sulla devozione a Maria, la vita di Papa Giovanni XXIII, la storia della venerabile Marietta Gioia, testi per il catechismo dei bambini. Girato lo sguardo, inevitabilmente gli occhi sono andati su un grande quadro in vetro appeso al muro con tante foto. C’era la storia della famiglia di Franca, i suoi nonni, i genitori, i fratelli, i nipoti. Tra le tante immagini lei è ritratta una volta con un abito ed un velo bianchi, un’altra con la sua famiglia, a casa, in abito scuro. Quello che spiccava in entrambe era il suo sorriso. Non un sorriso di convenienza, da scatto fotografico. Un sorriso che veniva da dentro. Suor Maria Franca Nicolai aveva solo 48 anni. 24 li ha trascorsi con l’abito dell’ordine agostiniano. Nella sua Colbuccaro di Corridonia, e non solo, ha lasciato un segno indelebile. Negli ultimi tre anni ha continuato la sua missione nella sua comunità, nella sua parrocchia, lavorando in modo incessante per far nascere l’oratorio. Un obiettivo perseguito e ottenuto. Come se, senza fare torto a S. Agostino, avesse fatto suo il motto di San Francesco: “Signore fa’ di me uno strumento della tua pace”. Il suo impegno per l’oratorio parrocchiale è stato un piccolo miracolo. Ha riunito giovani, educatori, catechisti, genitori. Ogni sabato pomeriggio nei locali sottostanti la Chiesa della Natività di Maria è stata una festa continua. Giochi, musica, teatro, laboratori di decopuage, la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, bambini e ragazzi insieme a tanti papà e mamme. I suoi occhi brillavano di soddisfazione. Non per sé, ma per il seme gettato, per la prima goccia di un grande mare. Per il miracolo di Dio. Lei ha dato il “la”, ha spianato la strada. I frutti della sua vocazione. Determinata, appassionata e sempre con il suo sorriso ha accompagnato, da vera testimone della fede, chi ha voluto aderire al progetto dell’oratorio, contribuendo anche ad avvicinare molti alla Chiesa. Nel giorno del suo funerale le campane hanno suonato a festa. “Non vi scandalizzate - ha detto il celebrante Don Luigi – Franca è nata tre volte: quando è venuta al mondo, quando è entrata in monastero, quando ha raggiunto il Padre”. Prima di quattro fratelli, stava per diplomarsi ragioniera quando alla voce di bilanci e partite doppie ne ha preferita un’Altra ed a 23 anni è entrata al Monastero di “S. Maria in Betlem” di Foligno. Non fu un giorno casuale: era il 6 gennaio, il giorno in cui il Signore si mostra al mondo. Tanti incontri, tante testimonianze, tante opere. Su tutto le stava particolarmente a cuore l’iniziazione cristiana dei giovani, anche attraverso l’oratorio parrocchiale. Una vocazione offerta. Una sofferenza offerta. “Il suo ricordo, il suo esempio e la sua fede accompagneranno coloro che passeranno per questo oratorio” – ha detto Don Massimo dopo la benedizione dei locali dell’oratorio “Franca Nicolai”.
Tiziano Zengarini
“Eccomi, Signore, io vengo per fare la tua volontà” (Eb10,10)
Dinanzi al mistero della vita ritroviamo l’espressione coinvolgente che è quella della chiamata. Come capire la portata di questa voce di fronte a certi avvenimenti della nostra vita? Ci lasciamo soltanto inghiottire dall’ interrogativo del “perché” o della paura? E ben no!!! Il nostro ricordo ci permette di concretizzare la nostra speranza e di riabbracciare la chiamata alla vita grazie a tanti incontri edificanti che avvolgono la nostra vita. Quanto detto poc’anzi ha suonato e risuona ancora nel cuore di più di una persona in ricordo di Franca.
L’espressione della chiamata ha rinvigorito quanti erano presenti il giorno del suo funerale nella chiesa di Colbuccaro. Don Luigi ha ricordato che la prima chiamata di Franca è stata quella della vita a cui lei avevo risposto positivamente, la seconda chiamata l’ha coinvolta nella vita consacrata e anche qui lei aveva manifestato la sua disponibilità a contribuire all’avvenimento del Regno di Dio. L’ultima è stata quella alla vita eterna. In quel momento commovente in cui delle volte solo il pianto, il dolore e l’angoscia sembrano prendere tutta l’attenzione umana, Don Luigi ha ricordato che era un momento di festa e così ha svelato il desiderio di Franca nel quale lei gli aveva chiesto di suonare le campane a festa il giorno del suo funerale. Cos’altro si potrebbe dire di quest’intento se non di riconoscere nella nostra cara Franca quelle parole del prefazio dei defunti “ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta ma trasformata e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno viene preparata una abitazione eterna nel cielo”. Gli ultimi momenti della sua vita attraverso i ricordi di alcune persone ci lasciano intravedere come questa vita era così radicata in lei. Ecco come Don Massimo Fenni ce la fa ritrovare:
“Penso che il Signore il 14 Ottobre 2009 mi abbia fatto un grande dono, quello di essere stato l’ultima persona a parlare con Franca. Quella mattina ero in parrocchia, squilla il telefono ed era Emilia la mamma di Franca, mi chiedeva di andare a casa loro a portare l’unzione dei malati per Franca. In un primo momento ho esitato dicendole che Franca aveva ricevuto l’unzione già mesi prima. Poi, una voce interiore mi diceva: “vai subito”. Allora sono andato senza esitazione. In questi 3 anni che svolgo il mio ministero ho avuto occasioni diverse di incontrare persone in punto di morte. Invece trovare Franca in quella situazione mi ha dato tanta pace. Appena sono arrivato da lei abbiamo pregato, ci siamo affidati a Dio in questo momento così duro di prova e poi le ho detto che nel pomeriggio avrei avuto la riunione con le catechiste di Colbuccaro. Essendo una delle catechiste le ho detto che sarebbe stata presente alla riunione in maniera tutta speciale e che l’avremmo ricordata nella preghiera. Lei con voce bassa ma chiara mi ha risposto che sarebbe stata con noi sempre con tutto il cuore e poi mi ha sorriso, con un sorriso indescrivibile che mi ha lasciato spiazzato; un sorriso di chi ormai ha compreso che era tutta di Dio e che da lì a poco sarebbe andata nelle braccia dell’Eterno Padre. Poi ci siamo salutati e poco dopo si è addormentata nella pace e nella serenità. Con queste poche righe vorrei ringraziare Franca per l’esempio che mi ha dato nel portare la croce e di come fare la Volontà di Dio, con coraggio e determinazione anche nel dolore”.
Inoltre una delle catechiste ricorda una domanda retorica rivolta a Franca sul perché di tanta sofferenza da affrontare, lei le ha risposto così: “La conversione costa cara! La conversione, a qualsiasi livello. La chiamata alla vita, aperta alla conversione, soprattutto in quel momento di sofferenza che stava attraversando, ci fa ritrovare in lei il germoglio di speranza al quale ha fatto eco il saluto dei ragazzi del catechismo: “come faremo se incontrandoci non ti vedremo più”. La sua presenza ha donato tanto loro e il ricordo della sua esperienza come testimone di speranza riaccenderà sempre in loro il desiderio di ritrovare Colui che le aveva donato questo coraggio di affrontare la vita. In più si era unita a tante persone nella preghiera ed esse l’hanno accompagnata affinché rimanesse accesa questa candela di speranza. Ricordo ancora quanto questa richiesta di pregare insieme era viva ed espressa in occasione del suo primo intervento chirurgico.
La testimonianza della sua vita ci porta a pensare cosa dobbiamo lasciare agli altri. Lei ci ha ridato la possibilità di riconoscere come l’unione a Cristo ci conduce a ritrovare la gioia di vivere nonostante le avversità o le incomprensioni che possiamo incontrare nel percorso della nostra esistenza. Possa la sua intercessione riportarci a corrispondere alla nostra chiamata di vivere in Dio. Lei che ha riconosciuto come festa il suo ultimo momento terrestre interceda per noi affinché impariamo a vivere bene il nostro tempo in unione con l’Autore della vita così che possiamo diventare i suoi messaggeri audaci. Grazie Franca e arrivederci.
Don Pasteur Manirambona e Don Massimo Fenni
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