Archivio Riceviamo e pubblichiamo
Riceviamo e pubblichiamo
In occasione dei suoi 90 anni
I Lapedonesi si sono riuniti attorno a don Abramo Levantesi che dal 1954 ha guidato spiritualmente questa comunità con attenzione perspicace verso ogni famiglia. Il 23 gennaio 2011suonavano i suoi novant'anni che sono occasione per i rallegramenti e per gli auguri. Don Abramo si è legato nella genuina fiducia con la popolazione e dice che sin da quando venne, cinquantasette anni fa, ha incontrato persone genuine, generose, laboriose e ne è restato contento.
Umili le sue origini nella campagna belmontese dove nacque il 23 gennaio 1921. I suoi genitori, Basilio e Nazzarena, avevano un campicello e ci allevarono tre figli. Persone cordiali e volenterose, come le ricordano anche a Lapedona dove vissero molti anni con il figlio. Con loro egli comprese le esigenze della gente di paese e di campagna. Dall'umiltà nativa all'operosità più vasta. Si adoperò a che fossero ampliate le strade con vari cantieri e asfaltate. Per le sue sollecitazioni, si potenziò la distribuzione della corrente elettrica e poi dei telefoni. Furono rinnovate le condutture dell'acquedotto, esteso poi dal paese al territorio.
Dottore in legge e professore, non per esser superiore, ma per servire, come don Rolando di Mattia. Entrambi cappellani: Di Mattia a Loro Piceno e Levatesi a Sant'Angelo in Pontano. Si incontravano, frequentavano a Macerata l' università nell'unica facoltà di Giurisprudenza. Concepivano il miglioramento delle leggi come necessario per dare ordine alla vita sociale nelle piena libertà, a tutela dalle sopraffazioni e dallo sfruttamento delle persone e per la piena realizzazione della dignità altrui e propria.
La chiesa di San Giacomo, a Lapedona, è priorìa e don Abramo viene chiamato comunemente "il priore". In occasione dei suoi novant'anni il sindaco del comune, Pieroni, ha espresso gli la gratitudine della cittadinanza per l'impegno svolto a sostegno delle iniziative di ambito civile e morale e gli ha consegnato, come premio di riconoscenza, una targa da parte dell'amministrazione comunale ed a nome della cittadinanza. Lo ha lodato come persona trainante per tutta la comunità.
Don Abramo non ha lesinato le sue energie per costruire una società migliore, nelle legalità responsabile, promuovendo la cultura, aiutando i più emarginati, creando solidarietà per la pace, nell'ideale rispetto reciproco. Ha alimentato lo spirito parrocchiale in tutta Lapedona in modo che ci fossero il dialogo e l'ascolto vicendevole, la collaborazione adatta a far fiorire la vita comunitaria, evitando che la concordia fosse soffocata dal guadagno smodato, dall'utilitarismo, dall'aggressività.
Diffuse le ACLI come organismo funzionale per i corsi d'aggiornamento, per le pratiche di patronato, per chiedere attenzione alle pubbliche istituzioni a favore dell'occupazione, per fare le case popolari, per potenziare gli ospedali e la sanità, per restaurare le chiese e promuovere la formazione professionale e accrescere l'istruzione fino ai più alti gradi. Nell'edilizia religiosa, si distingueva, con meriti, l'architetto Dante Tassotti, suo amico, lapedonese verace. Altro grande amico il presidente della Provincia, Giovanni Ramazzotti. E all'università maceratese aveva conosciuto amichevolmente quel Ciampi, poi presidente della Repubblica Italiana.
Don Abramo è stato vicino alle famiglie, si è recato in campagna per le lezioni di catechismo e per le riunioni di famiglie. Sono migliaia i ragazzi e le ragazze che hanno fruito della sua opera formativa. Il suo metodo era gioioso, speciale come quello del suo maestro e modello, don Ernesto Ricci, fondatore dell'opera degli Artigianelli del Sacro Cuore, che a Fermo raccoglie tanti ragazzi provenienti da vari paesi. L'arcivescovo Mons. Norbesto Perini affidò a don Levantesi la direzione dell'Ufficio Catechistico Diocesano. Poi lo mise a diffondere le ACLI che divennero un servizio utilissimo per migliaia di pratiche. Ha potuto collaborare con ogni parrocchia dell'Archidiocesi.
Con la gioia il priore don Abramo esprime la bontà d'animo, la stessa con cui ha insegnato Italiano, Latino e Greco nelle classi del Ginnasio nel Seminario Fermano e in altri momenti di lezioni. Fece sì che una Scuola media dell'obbligo avesse sede a Lapedona. Dal 1954 ad oggi questo paese ha avuto enormi cambiamenti e don Abramo Levatesi li ha incoraggiati insegnando ad andare avanti con fiducia e nella speranza.
Carlo Tomassini
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