Archivio Riceviamo e pubblichiamo
Riceviamo e pubblichiamo
di Manuela Marini
Nel giorno dell’anniversario della Vostra salita al soglio petrino vorrei umilmente ringraziare Dio Padre di Misericordia, la cui intelligenza sovrasta i cieli, per averci donato Voi, dolce Gesù in terra -come chiama il Papa Santa Caterina da Siena-. Vorrei ringraziarvi, a nome di tanti fedeli cattolici, per tutto il lavoro che compite ogni giorno, infaticabilmente, per noi, nella vigna del Signore.
Non sono brava ad esprimere chiaramente il mio pensiero ma spero che queste semplici parole possano giungere al vostro cuore con tutto l’affetto e la riconoscenza che prova una figlia per il padre. Come il vostro predecessore, Giovanni Paolo II, ha compiuto con noi viaggi in tutto il mondo, così Voi, con la vostra guida, ci fate compiere un viaggio all’interno della coscienza dell’uomo parlandoci con una chiarezza pari a quella di Gesù davanti agli scribi e ai dottori della legge, con un’autorità che viene dall’alto. Al pari di Gesù anche Voi siete osteggiato, criticato e condannato senza appello. Come avete affermato in un Vostro bellissimo discorso, ci stiamo accorgendo che avere una fede chiara viene spesso etichettato come fondamentalismo mentre il relativismo sembra l’unico modo plausibile di considerare la realtà; ma noi -avete proseguito- abbiamo un’altra misura, la misura del Figlio di Dio; è l’amicizia con Cristo che ci dà la chiave di lettura della realtà. Grazie di richiamarci, ogni giorno, a questa amicizia; avete iniziato proprio nell’omelia per la prima messa inaugurale del Pontificato a parlarcene e continuate a ripeterci che “Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera”.
Vorrei consolarVi, in questo difficile momento, rafforzandovi nella certezza che queste sofferenze porteranno ad una chiesa cattolica rinnovata e senz’altro più forte contro gli attacchi del relativismo e del Maligno ricordando le vostre stesse parole dell’Angelus del 15 gennaio 2006 “L’amicizia col Maestro assicura all’anima pace profonda e serenità anche nei momenti bui e nelle prove più ardue. Quando la fede si imbatte in notti oscure nelle quali non si s e n t e e non si v e d e più la presenza di Dio, l’amicizia di Gesù garantisce che in realtà nulla può mai separarci dal suo amore.”
E’ per questa vostra serenità e pace profonda, frutti dell’amicizia con Gesù, che la Chiesa Vi seguirà e riconoscerà sempre suo Santo Padre e il mondo continuerà a stupirsene.
GRAZIE.
Manuela Marini
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22-04-2010 08:46 - #1