Archivio Riceviamo e pubblichiamo
Riceviamo e pubblichiamo
di Manuela Marini
Ci sono dei momenti, nei nostri consigli pastorali, in cui abbiamo un’immagine sconfortante delle nostre comunità, opache, sbiadite, fortemente conflittuali. Il nostro pensiero va, allora, alla comunità delle origini che troviamo narrata negli Atti degli Apostoli, oppure a brani evangelici dove le cose sono diverse dalle nostre realtà. Anche nelle pagine bibliche vi sono aspetti di forte criticità, sia tra Gesù e i suoi che nella prima comunità. Nei momenti di criticità, Gesù torna a chiamare attorno a sé la comunità, ne chiede il rinnovo della sua vocazione. Di fronte al fallimento, Gesù non butta via il lavoro fatto ma torna a dialogare con i suoi invitandoli, di nuovo, all’ascolto della sua Parola. Come dopo la sua morte e la conseguente dispersione dei discepoli, Gesù si affianca e discute con i suoi e spiega loro le scritture – episodio dei discepoli di Emmaus –.
Dopo l’ascolto segue, in genere, una nuova “sessione di lavoro”, dove Gesù rimette in gioco proprio loro. E’ una scuola dove i discepoli, come singoli e come gruppo, imparano il metodo del discernimento. Negli Atti degli Apostoli troviamo la comunità cristiana davanti a enormi problemi, la sostituzione di Giuda Iscariota, l’organizzazione dei ministeri, l’apertura ai pagani, la relazione con l’ebraismo e la sua tradizione. Tutte questioni di fondamentale importanza che hanno conseguenze anche nella Chiesa di oggi.
Il discernimento comunitario si opera, quindi, ripartendo dalla chiamata che Gesù fa oggi a ciascuno di noi, ponendoci di nuovo in ascolto della sua Parola, perché essa rinnovi le nostre comunità parrocchiali. Se nella Chiesa nasce qualcosa, nasce dall’ascolto della Parola. Corriamo il rischio, insieme ai nostri sacerdoti, di perderci in un attivismo affannato, poco evangelico e affatto accogliente. E’attorno alla Parola che si ha il coraggio di mettere in chiaro le varie questioni senza aver timore di chiamarle per nome, è nell’ascolto della Parola che troviamo la luce e le indicazioni necessarie per discutere con serenità le possibili soluzioni di un problema; è sempre nell’ascolto della Parola che ognuno ha il diritto, ma anche il dovere, di offrire il proprio contributo di riflessione, è là che vengono prese le decisioni condivise anche se non sono coincidenti con il proprio personale pensiero. In conclusione, è soltanto nell’ascolto della Parola che i nostri consigli pastorali possono essere animati dal senso di unità che viene dal Signore, altrimenti dovremo rassegnarci ad una fragile unità umana che è sostenuta dall’autorità del parroco già oberato di lavoro e sempre più solo.
Manuela Marini
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05-05-2010 09:56 - #1