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Matrimonio d'amore o Matrimonio formale?

Matrimonio d'amore o Matrimonio formale?L'importanza del rapporto tra sposi e famiglie d'origine in una riflessione di Manuela Marini

Mio marito ed io insieme ad un’altra coppia ci occupiamo, con passione, di preparare i giovani della nostra parrocchia al matrimonio. Ci siamo resi conto, specialmente in questi ultimi tempi, che molte coppie vivono con le famiglie d’origine rapporti molto tesi, specie in prossimità delle nozze. Conflitti più o meno marcati, che però mettono in difficoltà i giovani che si vogliono sposare in Chiesa e che già vivono la difficoltà di compiere una scelta “controcorrente”.

Il fatto che il rapporto con le famiglie di origine possa essere fonte di tensioni, era già emerso nella Settimana di studi promossa dalla CEI nel 2005, in cui si era evidenziato come, almeno tre matrimoni su dieci, vadano in crisi a causa del difficile rapporto tra sposi e famiglie d’origine; in quel contesto era stata evidenziata la necessità di pensare ad incontri con i futuri suoceri nell’ambito della preparazione al matrimonio. In parrocchia, abbiamo constatato come un notevole problema sia la preparazione della cerimonia. E questo è anche il motivo della scelta, da parte dei ragazzi, di convivere. Sposarsi in chiesa, secondo questa mentalità, costa. I genitori desiderano un certo tipo di matrimonio, che è effettivamente costoso, perché aspirano al meglio per i propri figli, ma anche perché non vogliono sfigurare davanti al parentado e alla propria rete sociale. Inoltre, spesso, i genitori contribuiscono alle spese e quindi hanno la tentazione di “imporre” la propria idea. D’altro canto i fidanzati tendono a non voler arrecare dispiaceri ai propri genitori, soprattutto in un momento delicato come quello delle nozze. Non sarebbe meglio, allora, una celebrazione del sacramento semplice, ma sentita, invece di una casa completamente arredata, di un matrimonio coi fiocchi? E non sarebbe auspicabile un fidanzamento meno lungo, con meno anni di attesa per fidanzati meno “maturi”, più entusiasti e che soprattutto non scelgano la convivenza? Oggi, ci sono molte alternative al matrimonio cristiano, perciò i giovani vanno sostenuti perché saranno loro a fare la differenza nella nostra società. Il sacramento del matrimonio è un valore talmente elevato che travalica la preziosità dell’abito, la ricchezza del banchetto nuziale o l’arredamento della casa. Cari genitori, non confondiamo la festa di un giorno con l’inizio di una nuova, difficile, meravigliosa vita insieme nell’amore del Signore! Altrimenti i nostri ragazzi preferiranno non fare affatto la festa e perderanno la gioia e l’opportunità di consacrare il proprio matrimonio.

 

Manuela Marini

Commenti dei lettori
1 commenti presenti
  • Stefania Pasquali

    02-06-2010 08:53 - #1
    Famiglia: Piccola Chiesa. E' la definizione con la quale mio marito Angelo ed io apriamo i Percorsi per Fidanzati della Vicaria Valdaso ormai da 16 anni. Una piccola chiesa che si fa carico non solo delle problematiche sue proprie prima e durante il matrimonio come lei ha saputo ben descrivere ma che sa abbracciare anche le fragilità della chiesa in cui vive in comunione di intenti. A tal proposito le invio volentieri un documento che ho ricevuto di recente e che fa comprendere come sia possibile farsi carico gli degli altri anche spiritualmente. A lei i nostri più cordiali saluti. Stefania e Angelo IL MISTERO DELLA MATERNITA’ DI MARIA SS. CHE SI PROLUNGA NELLA CHIESA Il Santo Padre, nel suo recente pellegrinaggio a Fatima, ha consacrato tutti i sacerdoti del mondo al Cuore Immacolato di Maria. La maternità spirituale di Maria, in ordine alla vita della grazia, pur essendo universale, assume una particolare nota di predilezione nei confronti di questi figli consacrati, scelti per rendere presente nella loro persona il mistero di Cristo Salvatore, in virtù del loro sacerdozio ministeriale. La consapevolezza dell’importanza del sacerdozio ordinato è sempre stata viva nella Chiesa, e ciò è dimostrato anche dall’impegno di numerose anime che, in tutti i tempi, con generosità, hanno offerto a Dio preghiere e sacrifici per la santità dei sacerdoti e la fedeltà al loro altissimo ministero. Tra queste anime desideriamo, in questo finale dell’anno sacerdotale, mettere in luce sr. Maria Chiara Scarabelli, dell’Ordine delle sorelle povere di S. Chiara di Assisi, morta il 29 gennaio 1994, nel monastero delle Clarisse, sorto in località San Silvestro di Curtatone (MN). Quest’umile Suora di clausura ha offerto generosamente la sua esistenza a favore di tutti i sacerdoti e di tutti consacrati. L’esigenza di questa missione, che Maria Chiara ha considerato primaria nella sua esistenza terrena, fu da lei avvertita nella fanciullezza. Non aveva ancora dieci anni, infatti, quando scorse un sacerdote ubriaco sdraiato vicino ad una siepe. L’incontro fu scioccante; la fanciulla lo riferì alla mamma, la quale le disse: "Non ti meravigliare, bambina mia, anche loro sono creature umane, soggette a tutte le miserie, bisogna pregare tanto per loro e fare sacrifici". Questo fatto le restò talmente impresso nell’animo che, come scrisse nella sua autobiografia: "Pregavo sempre la Vergine Santissima. Mi chiedevo che cosa avrei potuto fare per quel sacerdote e per tanti altri; un giorno in cui pregavo con più insistenza, la Vergine mi disse, con bontà e dolcezza: «Figlia mia, prega, prega, fa’ sacrifici e offri la tua vita non solo per quel sacerdote, ma anche per tanti altri, sia questa la missione principale della tua vita e l'offerta più gradita al Cuore di Gesù, perché essi sono il sale della terra e, se questo diventa insipido, non è più buono a nulla». "Grande è la missione del sacerdote, questi ha bisogno di essere aiutato da anime generose per potere vivere santamente, come richiede la sua dignità". • Dopo questa esperienza la sua mente si apre ad una conoscenza sempre più profonda della grandezza del sacerdozio cattolico e, di conseguenza, anche ad un impegno sempre più generoso di donazione. È interessante ricordare a questo proposito, quanto riferisce in un suo scritto: "Non so spiegare come, dagli undici ai dodici anni, Dio mi ha fatto comprendere la grandezza, la sublime dignità del Sacerdozio cattolico, sentivo nel mio cuore una tale venerazione che vedevo in loro Cristo, mi sentivo felice di inginocchiarmi ai loro piedi, baciare quella mano consacrata, ricevere la benedizione. Che meraviglia! solo Cristo poteva operare. Una povera creatura umana, rivestita del potere di Dio, di assolvere i peccati, di cambiare il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Mistero d'amore! Dono grandissimo. Se non ci fosse il Sacerdozio, non avremmo il dono dell'Eucarestia, il Dio con noi, fattosi nostro cibo e bevanda per nutrire le nostre anime. Oh amore infinito del Cuore di Cristo! Aveva detto: «Non vi lascerò orfani, sarò con voi sino alla fine dei secoli...» Come dovrebbero essere Santi coloro che sono investiti di questo potere!" Ecco allora, da parte di sr M. Chiara, l’impegno, che ha avuto un crescendo continuo, di preghiera e di sacrificio perché questi fratelli prediletti perché vivano in pienezza la loro vocazione: "Dietro spinta divina, a dodici anni, per le mani di Maria SS., ho offerto a Dio la mia vita per la santità dei Sacerdoti. Da quel momento sono diventati i miei fratelli prediletti. Ogni sacrificio mi è sempre stato dolce per loro, la mia preghiera giorno e notte sale continuamente a Dio. Chiedo continuamente a Dio che dia a tutti i Sacerdoti e consacrati un cuore di mamma per la salvezza dei fratelli, persuasa che la paternità e la maternità spirituale supera di molto quella naturale, come l'anima è superiore al corpo. Per me ogni Sacerdote è padre, madre di tante anime. Anch’io, nel mio piccolo, sono vergine, ma anche mamma di tante anime che attendono la salvezza". Riportiamo una, fra le tante preghiere sgorgate dal suo cuore in favore dei sacerdoti: "Padre, ricordati della mia immolazione per i Sacerdoti e tutti i consacrati, essi sono i miei prediletti, perché prediletti del tuo Figlio Divino e della Vergine Santa. Fa’ che tutti siano santi come lo esige la loro sublime vocazione, la loro dignità. Voglio soffrire e morire per loro. Padre Santo fa’ che non ci sia un palpito dei loro cuori che non si ripercuota sul mio, e viceversa, che non ci sia un battito del mio povero cuore che non sia di aiuto per loro... Io e loro una cosa sola in Te!" Un impegno che si prolunga oltre il tempo: Oh sì, quanto sento di amarli questi miei cari fratelli! Quando sarò in Paradiso, sarò sempre accanto a loro, scenderò sulla terra, li accompagnerò in cerca delle anime, anzi li precederò additando loro la via per rintracciare la povera pecorella smarrita. Sì, Padre buono, questa sarà la mia missione anche lassù, non voglio stare oziosa finché il numero degli eletti non sarà completo... Suor M. Chiara non è stata soltanto un’icona vivente della maternità di Maria SS. in rapporto ai Sacerdoti e ai consacrati, è anche icona della maternità universale di Maria SS., perché la sua maternità ha abbracciato tutti gli uomini. Maria stessa la volle tale, quando nel 1940 le disse di non chiedere nelle sue preghiere, com’era solita fare: anime, anime, ma di chiederle tutte. E così avvenne fino al suo ultimo respiro: "Abbi pietà, Ti prego, dei miei amatissimi fratelli peccatori. Perdona loro: non sanno quello che fanno. Te lo chiedo per amore della Tua misericordia. Tu sai che non voglio venire in Paradiso senza tutti i miei fratelli peccatori, ma tutti, sai! Sostenuta da Te, sono pronta a pagare di persona: fa’ scendere me nell’inferno, vivente, ma dona a tutti il Tuo Paradiso. Maria, la Madre Tua, Te lo chiede per me; avrai il coraggio di negare questo alla Tua mamma? Non lo posso credere; non è Lei il rifugio dei peccatori? Ascoltala, dunque, perché anche i peccatori sono figli Suoi e Tuoi fratelli". Fra Alessandro Domenicale ofm
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