Archivio Riceviamo e pubblichiamo

In questi giorni si è fatto un gran parlare, ovunque, della sentenza della corte europea per i diritti umani di Strasburgo in cui si stigmatizza la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche italiane. Ciò che mi ha addolorato della sentenza è stato che mentre la chiesa cattolica, quelle protestanti e quella ortodossa insieme con gli ebrei e i musulmani cercano forsennatamente punti in comune per un dialogo, con questa sentenza si è gettata benzina sul fuoco dell’intolleranza e del relativismo religioso. Inoltre, così procedendo, la corte europea ha creato, nella popolazione, sfiducia nelle istituzioni europee ed un allontanamento dall’ideale di un’Europa capace di rappresentarci; poiché ciò che unisce realmente gli europei è la cultura cristiana a cui tutti gli stati, in maniera più o meno consapevole, storicamente si ispirano. Una cultura che ha riguardo per le persone, la loro libertà, nel rispetto dell’altro.

Mi pare comunque che la maggioranza degli italiani, anche al di là delle norme e delle differenze religiose, non sia affatto d’accordo sull’abbandono del crocefisso. Questo mi ha molto rincuorato poiché significa che ci stiamo svegliando dal sonno del relativismo religioso. A conferma di questo risveglio si pone anche l’accordo stato-chiesa d’Abruzzo con il progetto “Una chiesa per Natale” in cui si prevede la riapertura di ben 71 chiese per le feste natalizie ( sono più di mille le chiese danneggiate dal terremoto).

Da parte nostra, di semplici cristiani e cittadini, possiamo, con la nostra vita e il riferimento a Cristo Parola Viva, aiutare tutti coloro che incrociano le nostre vite ad incontrare Gesù, il Crocifisso, colui che per amore dell’altro –anche di chi lo uccide- non rinuncia a dire la Verità sull’uomo, accetta la sofferenza, la morte e trionfalmente le sconfigge, poiché l’Amore ha sempre l’ultima parola nella storia.

Manuela  Marini