Cenni storici
Cenni storici
Edificata nell' 890 dall'abate di Farfa Pietro I, costituì il centro di tutto il presidiato farfense nelle Marche. L'abate Ratfredo vi fece trasportare verso il 930, all'epoca delle scorribande dei Saraceni, il corpo della S.Vergine e Martire Vittoria, di nobile famiglia romana, che ancora si conserva, in una urna di marmo, nel santuario della Collegiata. Divenne comune nel sec. XIII ed ebbe poi, nel 1406, uno statuto proprio, il cui originale è custodito nell'archivio comunale insieme a numerose ed interessanti pergamene del sec. XIII ed altri antichi atti consiliari che vanno dal 1481 al 1791. Fu anche centro letterario ed artistico, come provano libri e codici della sua abbazia, in uno dei quali, conservato nella biblioteca di Ascoli Piceno, si legge il più antico documento volgare delle Marche (codice monastico-miscellaneo, I parte "regola benedettina del X sec."). Il comune ha sempre mantenuto, nel suo centro storico, l'antico tracciato medioevale, con numerose case del Risorgimento e altri interessanti monumenti.
La Collegiata. Il Santuario della Collegiata risale al XVIII - XIX secolo e si erge alto sull'abitato di Santa Vittoria. Sette campane ne arredano la cella campanaria e nella sua cripta è custodita l'urna che reca le reliquie della martire romana Vittoria, portate dai monaci Farfensi dalla Sabina.
Urna di Santa Vittoria. Fu l'Abate di Farfa Pietro che, abbandonata nell'anno 898 l'Abbazia Farfense in Sabina perchè assediata dai saraceni, si rifugiò nelle Marche e costruì una torre fortificata sul Colle Matenano, sul quale oggi sorge Santa Vittoria. Nell'anno 934, ad opera dell'Abate Raffredo, venne poi trasferito dalla Sabina anche il corpo della Santa martire romana Vittoria, il cui nome passò poi alla attuale cittadina. Le reliquie sono custodite nella cripta del Santuario Parrocchiale di Santa Vittoria, la cui costruzione è stata realizzata fra il 1741 ed il 1815.
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Momento di aggiornamento pastorale per il clero diocesano guidato da don Giuseppe Bonfrate
Momento di aggiornamento pastorale del clero diocesano. Interviene il dott. Francesco De Angelis