rosone

Il pensiero del giorno

San Marone, eremita, memoria
Foto sommario

m. Siria, 410 circa

Assai ammirato dal celeberrimo Giovanni Crisostomo, San Marone visse a cavallo tra il IV ed il V secolo, eremita nei pressi della città di Ciro in Siria. Pur possedendo una capanna coperta di pelli di capra, si narra che ne abbia poco usufruito, vivendo principalmente all’aperto. Fu fedele discepolo di San Zebino, il quale era solito dispensare consigli estremamente succinti per poter trascorrere il maggior tempo possibile conversando con Dio. Scovate le rovine di un tempio pagano, Marone volle dedicarlo all’unico vero Dio, trasformandolo così nel suo luogo privilegiato di preghiera. Coloro che vi si recavano per consultarsi con il santo e per chiedergli consiglio non solo erano accolti con cortesia, ma venivano inoltre invitati ad unirsi a lui nell’orazione, cosa che spesso consisteva nel vegliare per l’intera notte. Si guadagnò la fama di taumaturgo, compiendo prodigiose guarigioni sia fisiche che psichiche, ma anche la sua reputazione quale direttore spirituale non fu da meno. Molti dei suoi ammiratori maturarono poi la decisione di farsi monaci o eremiti ed il vescovo Teodoreto di Ciro giunse a testimoniare che tutti i monaci della sua diocesi fossero stati istruiti da Marone.
Il santo eremita morì dopo una breve malattia, logorato dai rigori della sua vita, ma non è ben definita la data esatta della sua morte, da collocarsi comunque nella prima metà del V secolo. Purtroppo non si hanno notizie più approfondite e storicamente attendibili su questo santo, nonostante la sua popolarità. Alcune province confinanti si contesero il possesso dei suoi resti, che infine furono tumulati nel celebre monastero di Beth-Maron, nella regione siriana di Apamea, nei pressi della fonte del fiume Oronte. La Chiesa definita “maronita” afferma di aver avuto origine proprio in quel luogo e venera il santo eremita come proprio fondatore, facendone memoria anche nel canone della loro Divina Liturgia. Per alcuni storici è tuttavia difficile che le origini dei cristiani maroniti risalgano oltre il VII secolo, quando cioè si separarono dalla Chiesa adottando il monoteismo, eresia condannata dal concilio di Calcedonia nel 680. Il loro nome sarebbe collegato con maggiore probabilità al leggendario Giovanni Marone, da essi venerato anch’egli come santo, che fu monaco a Beth-Maron e nel 676 divenne vescovo di Botira su insistenza del patriarca monotelita Macario e primo patriarca maronita.
Distrutto dagli invasori arabi nel X secolo, il monastero fu ricostruito a Kefr-Nay nel distretto di Botira e qui venne traslata la testa di San Marone. Nel 1182, durante le crociate, ben quarantamila maroniti si convertirono al cattolicesimo e da allora la loro Chiesa rimase sempre unita a Roma, pur mantenendo una propria liturgia ed un proprio calendario. Sotto la protezione della Chiesa Cattolica i maroniti conobbero un periodo di prosperità e nel 1584 papa Gregorio fondò a Roma un collegio maronita che attirò le attenzioni di molti studiosi. Il XIX fu però il Venerdì Santo della Chiesa maronita: nel 1860 molti furono massacrati e patirono terribilmente per mano dei turchi, l’abate di Deir el-Khamar fu orribilmente torturato e circa sedicimila fedeli vennero espulsi dalle loro abitazioni. Nel 1926 il pontefice Pio XI beatificò un gruppo di undici vittime di tale persecuzione, capeggiato dal francescano Emanuele Ruiz Lopez, del quale facevano parte anche tre fratelli laici maroniti: trattasi dei beati Francesco, Abdel-Mooti e Raffaele Massabki. Ulteriori sanguinosi massacri colpirono i maroniti nel XX secolo, durante la prima guerra mondiale ed in Libano anche negli anni ’80.
Il Martyrologium Romanum commemora San Marone, presunto fondatore di questa grande Chiesa orientale, in data 9 febbraio, mentre i sinassari bizantini lo ricordano al 14 febbraio.


a cura di: Fabio Arduino

 

Martirologio Romano: Su un monte presso Apamea in Siria, san Marone, eremita, totalmente dedito all’aspra penitenza e alla contemplazione, presso il cui sepolcro fu eretto un celebre monastero, da cui ebbe poi origine una comunità cristiana che da lui prese il nome.
 

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