rosone

Il pensiero del giorno

24 dicembre Nono giorno della Novena di Natale

2Sam 7,1–5.8b–11.16;    Sal 88, 2–5.27.29;    Lc 1, 67-79

 

       Nella tradizionale preghiera mariana dell’Angelus, ad un certo punto così preghiamo: “ E il Verbo di Dio si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Il verbo greco che usa l’evangelista, eskēnosen, cf. skēnē, tenda,e che si riferisce al versetto “venne ad abitare in mezzo a noi”, allude alla miškān, alla dimora che simboleggiava la presenza di Dio al tempo dell’esodo, quando accompagnava il popolo nel deserto.
       Il re Davide, come ci presenta la prima lettura, vuole “catturare” questa Presenza in modo stabile, costruendogli un edificio come si conviene a un Dio. Questo desiderio del re, sembra buono anche al profeta Natan, ma non tutti i buoni desideri di dare gloria a Dio sono scevri dal’essere viziati da quelli che sono i bisogni e le logiche umane di successo, potere, stima, controllo ecc… Però Dio non umilia Davide con un rifiuto ma, leggendo invece il suo desiderio più vero e profondo, tramite il profeta, ricentra la logica di stabilità del regno, che lui aveva in mente, con quella divina, che va sempre oltre e più di ogni progetto umano.
       In questo testo si gioca sul termine ebraico bayit che può avere due significati: quello di edificio e quello di discendenza o dinastia. E’ Dio che andrà incontro al desiderio di Davide facendogli una promessa “ io susciterò un tuo discendente…egli edificherà una casa al mio nome…io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio…e il tuo trono sarà reso stabile per sempre”. Questa promessa risuonerà in modo unico nell’annuncio a Maria “ Concepirai un figlio…Il Signore gli darà il trono di Davide…e il suo regno non avrà fine”.

       Il salmo responsoriale riprende il tema della promessa messianica, la “discendenza” sarà inviata da Dio stesso, e sarà il più alto segno d’amore per il genere umano, l’ha detto e l’ha fatto; per questo col salmista possiamo dire: “ Canterò per sempre l’amore del Signore”.
      Il desiderio dell’uomo di avere sempre Dio con sé e il desiderio di Dio di avere sempre l’uomo con sé, si sono potuti realizzare definitivamente e pienamente nel figlio di Davide, Gesù Cristo. In Lui siamo tutti resi figli nel Figlio.
      Il Benedictus che ci propone il Vangelo, è cantato da Zaccaria che è pieno di Spirito Santo; egli benedice Dio perché le profezie e le attese dei padri si sono compiute, e profetizza su suo figlio la missione di precursore, lodando il Signore perché Dio, per la sua tenerezza e misericordia, ci viene a visitare  come un sole che sorge dall’alto per risplendere su di noi che siamo nelle tenebre dell’errore e della morte e per dirigere i nostri passi sulla via della pace.
 

A cura delle Monache Benedettine di Monte San Martino

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