rosone

Il pensiero del giorno

Venerdì II Settomana d'Avvento

Nella prima lettura il discorso del Secondo - Isaia ritorna ancora sul popolo protetto da Dio, segue un triste rimprovero per l’infedeltà del popolo che ha scelto la via della sua caparbietà perdendo così tutti i benefici di cui avrebbe goduto se fosse stato fedele, anche l’esilio poteva essere evitato ascoltando la voce del Signore; comunque il ritorno in patria può ancora far sperare nei benefici previsti. Quando anche noi, come il popolo d’Israele, siamo tentati di abbandonare il nostro Dio per stringere altre alleanze ricordiamoci che così facendo ci priviamo dei sublimi doni divini.
Lasciamoci guidare dalla Parola di Dio per gustare la dolcezza dei frutti che maturano da un ascolto attento, docile e costante.

Il salmo 1 in risposta al passo di Isaia ci propone il tema delle “due vie” e dichiara beato l’uomo che sceglie la via di Dio e che “mormora” cioè medita la sua legge giorno e notte, così troverà la vera felicità.

Nel Vangelo il lamento passa dalle labbra del profeta Isaia a quelle di Gesù, egli paragona la sua generazione incredula a fanciulli musoni che respingono tutti i giochi che vengono loro proposti. I Giudei rigettano infatti sia l’austerità di Giovanni che la condiscenda di Gesù nei confronti dei peccatori. Ma il sapiente disegno di Dio si realizza e si giustifica da solo per le stesse opere compiute da Giovanni e sopratutto da Gesù.
Il Vangelo è un appello a non trovare scuse dinanzi al progetto di salvezza che Dio ci propone.
A volte ci lamentiamo di tutto e di tutti perché in fondo non vogliamo accogliere l’invito del Signore a cambiare vita e la gioia del perdono che egli ci viene a portare. Attendiamo con cuore sincero il Signore che viene e lasciamolo entrare nella nostra vita perché finalmente la trasformi secondo il suo piano d’amore.

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