rosone

Il pensiero del giorno

Sabato 19 Dicembre: Quarto giorno della Novena di Natale

La prima lettura tratta dal libro dei Giudici racconta l’annuncio della nascita di Sansone.
Manoach un uomo di Zorea, della famiglia dei Danìti aveva sposato una donna sterile. L’angelo del Signore apparve a questa donna e disse: “ Ecco tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà mai rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei”.
La donna raccontò tutto al marito, poi partorì il figlio e lo chiamò Sansone, egli crebbe, il Signore lo benedisse e lo Spirito del Signore era in lui.
Dio porta avanti il suo progetto di salvare il suo popolo e usa vie misteriose, fa nascere un figlio da una donna sterile, Dio agisce nella debolezza dell’uomo. Sceglie Sansone, un uomo famoso per la sua forza, la forza però viene da Dio e quando lui cerca di usarla per altri scopi rendendosi protagonista essa si ritira da lui e cade nelle mani dei nemici; la forza gli ritorna appena ricrescono i capelli e la usa per sconfiggere i nemici del popolo d’Israele sacrificando la sua vita.
In Sansone inizia la salvezza che sarà realizzata pienamente da Gesù Cristo.
Il salmo ci invita a cantare la misericordia di Dio e i suoi prodigi. Dio è la nostra rupe di difesa, il nostro rifugio, la nostra fortezza.
Uniamoci alla preghiera del salmista che chiede di essere liberato dalle mani dell’empio riconoscendo che nel nostro cuore c’è l’inclinazione al male e che la nostra speranza è solo Dio.
In parallelo con la prima lettura, nel vangelo, si racconta l’annuncio della nascita di Giovanni Battista.
Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, aveva sposato Elisabetta, della discendenza di Aronne. Non avevano figli perché lei era sterile, erano osservanti irreprensibili della Legge.
A Zaccaria che officiava davanti al Signore, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso, gli apparve l’angelo Gabriele che gli disse: “Non temere, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo . . . preparerà al signore un popolo ben disposto”.
Zaccaria rispose che lui e sua moglie erano vecchi, per la sua incredulità rimase muto, la sua lingua si sciolse alla nascita del bambino per benedire il Signore.
“Se Giovanni avesse presentato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe schiusa. Si scioglie la lingua perché nasce la voce; Giovanni dice:  Io sono voce di uno che grida nel deserto.  Voce di uno che rompe il silenzio. Preparate la via al Signore, quasi a dire: per questo io grido, per introdurre lui nel cuore.
Che vuol dire: preparate la via, se non: elevate suppliche degne? Che vuoi dire: preparate la via, se non: siate umili nei vostri pensieri? Da lui stesso prendete esempio di umiltà, avvertì dov'era per lui la salvezza: comprese di essere lucerna ed ebbe timore perché non venisse spenta dal vento della superbia”.
(sant’Agostino)
Cerchiamo di imitare Giovanni nella sua umiltà e ripetiamo con fede:

O Germoglio della radice di Iesse,
che t’innalzi come segno per i popoli:
vieni a liberarci, non tardare!

 

A cura delle Monache Benedettine di Monte San Martino

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