Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno
Le letture che il lezionario ci propone in questi pochi giorni che ci separano dal Natale sono ricche di movimento, di gioia, di canto, di lode per le meraviglie che Dio compie nella vita e nella storia dell’uomo umile e semplice. Meraviglie che solo un cuore in trepidante e amorosa attesa sa cogliere, anzi accogliere, gestare e dare alla vita tramite un’attenzione fattiva a chi ci vive accanto e non solo.
La prima lettura tratta dal Cantico ci introduce in questa trepidante attesa di una venuta. La sposa attende l’amato, non vede l’ora che arrivi, con le orecchie tese ad una voce, l’unica. “ Una voce! l’amato mio!” E l’attesa si compie, lo sposo chiama la sposa e le dice “ Alzati, amica mia, mia bella e vieni, presto!”.
Vieni, in ebraico è lekilāk, la formula verbale che troviamo in Gen. 1,12 e 22,2, quando Dio ordina ad Abramo di partire per il paese dell’Alleanza. Ora si tratta della Nuova Alleanza, mistero della Kenosi di Dio: la sposa – l’umanità – non può salire fino a Lui e allora Dio stesso è lo sposo che, saltando per i monti e i colli, discende e si fa uomo, l’uomo Gesù, l’uomo nuovo che può dire alla donna nuova – Maria “vieni”.
E in Maria siamo tutti noi e con lei possiamo intonare, così come ci suggerisce il salmo responsoriale, il canto nuovo” Beata la nazione che ha il signore come Dio, il popolo che egli ha scelto come sua eredità” infatti con lei siamo beati perché siamo diventati sua eredità.
Maria è l’arca della Nuova Alleanza, il percorso che compie in fretta da Nazaret ad Ain Karim è lo stesso che fece Davide mentre portava l’arca dell’alleanza a Gerusalemme, tra canti e tripudi, benedicendo con la sua Presenza la casa di Obed Edom dove rimase tre mesi ( 2Sam 6,11).
Maria è l’arca che porta il lieto messaggio ad Elisabetta, (presso cui si intrattiene per circa tre mesi) e reca con se la pienezza di gioia che Dio le ha gratuitamente donato. Una gioia che nell’incontro fa trasalire Elisabetta e il bimbo che porta in grembo, Giovanni il precursore, “ Appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia”; “ha sussultato” Luca usa un verbo greco particolare eschírtesen che significa : saltare, o più liberamente danzare – tripudiare, proprio come danzò Davide davanti all’arca, con tutte le sue forze. (2Sam 6,5).
Con questo gesto gioioso Giovanni quasi ci anticipa chi è lui e Chi è il bimbo nel grembo di Maria, infatti un giorno dirà “Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena” (Gv3,29).
Ora questa gioia è anche nostra perché, nella sposa –Maria – la Chiesa, siamo tutti noi che attendiamo la manifestazione della sua venuta. Amen, Vieni Signore Gesù.
In comunione preghiamo e diciamo:
O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna,
sole di giustizia:
vieni, illumina
chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.
A cura delle Benedettine di Monte San Martino
Eventi dalla diocesi
Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice