rosone

Il pensiero del giorno

22 dicembre Settimo giorno della Novena di Natale

1Sam 1,24 – 28;  Cant. 1Sam 2, 1.4 – 8;   Lc 1, 46 – 55

     Oggi ci soffermiamo a contemplare due donne, Anna madre di Samuele e Maria la madre di Gesù. Ci accostiamo a loro per ricevere luce di speranza per il nostro quotidiano procedere nella vita, un cuore intelligente, che sappia leggere dentro la nostra storia la continua e amorosa Presenza di Dio e grato perché questa Presenza sempre ci sostiene e ci benedice.
     Dunque due donne, due madri, due vite unite, anche se a distanza di tempo, dal filo d’oro della Misericordia di Dio, della sua gratuità e della sua fedeltà alla promessa di Abramo. Un filo d’oro che nell’intrecciarsi ad altri fili forse meno nobili, rende però prezioso il tessuto di una storia, di ogni storia e vita. Un filo che non si consuma ma che sempre rimane luminoso anche quando il tessuto perde la sua originaria freschezza.
    La prima lettura tratta dal libro di Samuele, ci parla di Anna, donna sterile e umiliata per non poter avere figli; Dopo un’accorata preghiera, riceve in dono la vita tanto sperata e il suo grembo fiorisce. Così anche la storia di Maria, anche lei frutto di genitori particolari: Gioacchino e Anna erano sterili e anziani e,dopo un’insistente preghiera, ricevono in dono Maria (cfr. Vang. Apoc. Giacomo).
Anna e Maria due donne consapevoli che la vita è dono gratuito, consapevoli della loro piccolezza, della loro povertà, ma anche consapevoli che Dio agisce proprio attraverso la categoria degli ultimi, dei poveri, degli sconosciuti.
        Per questo possono essere riempite della ricchezza della Sua Grazia. E la grazia ricevuta se non viene ridonata, condivisa, non cresce, non si moltiplica ma marcisce. Anna ridona al signore Samuele, la vita che Lui le ha donato non le appartiene, e lo fa con cuore grato e gioioso. Infatti così il Salmo ci fa cantare : “l’anima mia magnifica il signore”.
          Ed è anche il canto di Maria nel Vangelo. Maria celebra la santità di Dio che si manifesta nelle creature deboli, umili, semplici. Il Magnificat è un concentrato di tutta la storia della salvezza che dalle origini si espande fino a noi, oggi, se, come Anna, come Maria, fissando lo sguardo sul filo d’oro della Misericordia e della Provvidenza di Dio, non ci soffermiamo sulle nostre fragili sicurezze, o sulla nostra consunta storia, ma ci apriamo con fiducia filiale all’azione dello Spirito, perché ciò che Dio ha compiuto in Maria lo possa compiere anche in noi, generando Cristo Gesù. “ L’anima mia magnifica il Signore”.  

Chiediamo alla Vergine Maria che dia forza alle nostre voci  e in unione con tutta la Chiesa diciamo:

O Re delle genti,
atteso da tutte le nazioni,
pietra angolare
che riunisci i popoli in uno,
vieni, e salva l’uomo
che hai formato dalla terra.

 

A cura delle Monache di Monte San Martino

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