rosone

Il pensiero del giorno

23 dicembre Ottavo giorno della Novena di Natale

Ml 3, 1 -4. 23 – 24;  Sal 24, 4 -5.8 -11;  Lc 1,57 – 66

      In un tempo in cui ( come ci ha fatto presente il Papa quest’anno nel giorno della festa dell’Immacolata) siamo intossicati ogni giorno da cattive notizie che rendono i nostri volti più cupi e meno sorridenti, ci viene incontro Maria che ci insegna ad aprirci all’azione misericordiosa di Dio e a riconoscere in mezzo a tanto male un messaggero di Buone Notizie. Ma non è facile riconoscere un inviato da Dio al nostro cuore se questo cuore non è un cuore riconciliato.
     La prima lettura ci presenta il profeta Malachia che, in un periodo di abusi di potere sia da parte delle autorità politiche e civili, sia da parte di quelle religiose, annuncia che Dio ha misericordia del suo popolo. Egli invierà un messaggero che purificherà i cuori per non farli cadere nel giorno dello sterminio.
     Per questo come ci incoraggia il salmo responsoriale : “ Leviamo il capo perchè è vicina la nostra salvezza”, perchè Dio “indica ai peccatori la via giusta”. Riconosciamoci tra gli anawim, I poveri di Jhawe, coloro che hanno come unica speranza la misericordia di Dio “ Ricordati Signore della tua misericordia e del tuo amore che è da sempre” (Sal 24,6).
    “Ricordati Signore” ci riconduce a Zaccaria, il cui nome significa appunto “ Dio ricorda”. E il Vangelo ci narra proprio la storia della misericordia di Dio, dove le più profonde aspirazioni del cuore umano, l’attesa del Salvatore, stanno giungendo a compimento. La nascita di Giovanni sta a indicare che “ come Dio aveva promesso ai profeti di un tempo” la Sua Misericordia (Giovanni significa: Dio è misericordia), così apre le porte alla Salvezza.
    Siamo perciò introdotti nel tempo pieno della gioia, della meraviglia, dell’ammirazione per un Dio che si prende a cuore la povertà dell’uomo, che lo libera dalle paure e dall’incredulità che lo rendono sordo e muto di fronte alle Promesse. Non rimaniamo sterili spettatori di questi eventi, ma apriamo gli occhi e il cuore all’ingresso di Dio nella storia per essere messaggeri di quella Speranza che non delude e che solo Dio può far fiorire nel cuore di ogni uomo.

Preghiamo per noi e in particolare per i fratelli che sono senza speranza e non conoscono l’amore di Dio e diciamo:

 

O Emmanuele,
nostro re e legislatore,
speranza e salvezza dei popoli:
vieni a salvarci,
o Signore nostro Dio.

A cura delle Monache di Monte San Martino

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