Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno

Medita
È il giorno di Pentecoste, il giorno della grande effusione dello Spirito, che segna l'atto di nascita ufficiale del nuovo popolo di Dio. L'evento è accompagnato dal dono delle lingue. Il segno della ricomposizione dell'unità infranta, di cui Babele era l'emblema. Ma chiediamoci: quello delle lingue è l'unico dono connesso con l'effusione dello Spirito? Certamente no! Perché gli Atti sembrano sorvolare sugli altri per evidenziare proprio questo? La parola è lo strumento per eccellenza della relazionalità. Con essa la persona può consegnare ciò che gli è più intimo: se stesso. Rendere comprensibili i vari idiomi equivale ad abbattere barriere, abolire frontiere, rendendo così possibile la comunione. Nel dono delle lingue, allora, il segno di una missione, anzi della missione che qualifica l'essere della Chiesa: ricondurre all'unità i figli di Dio, di cui il peccato ha minato in radice le relazioni. La Chiesa non nasce per se stessa, ma per essere fermento di unità nel grembo della storia. Non rappresenta un privilegio riservato ad alcuni, ma una missione a favore di tutti. E ciò nel pieno rispetto dei diversi idiomi. Pentecoste, infatti, non segna l'abolizione delle differenze, ma il loro armonizzarsi così che gli uni intendono gli altri. Ognuno resta se stesso con ciò che lo qualifica, ma è messo in grado di comprendere e di essere compreso. Una molteplicità di note non più discordanti ma in armoniosa relazione fino a fondersi in una sinfonia, fino a comporre l'unica lode gradita al Padre perché concorde.
Prega
Donami, Signore, di non utilizzare altro linguaggio che quello del cuore, l'unico capace di intendere e di farsi capire.
La voce di un padre apostolico
Dalla vostra unità, dal vostro amore concorde si innalza un canto a Gesù Cristo.
Ignazio di Antiochia
(A cura dell'Eremo S. Biagio)
Eventi dalla diocesi
Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice