Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno
Voglio gridare il Vangelo con tutta la mia vita: se non viviamo il Vangelo, Gesù non vive in noi. Torniamo alla povertà, alla semplicità cristiana. Dopo diciannove anni passati lontano dalla Francia, ciò che mi ha colpito al ritorno è il fatto che in tutte le classi sociali e soprattutto nella classe meno ricca, anche in famiglie cristiane, sono enormemente cresciuti il gusto e l’abitudine alle cose inutili e costose, insieme a una grande leggerezza e abitudine alle distrazioni frivole e mondane.
Charles De Foucauld
Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.
E.Pound
Gli atei annoiano perché parlano sempre di Dio.
Heinrich Boll
Il male non sconfigge il male.
san Barsanufio Il Grande
La bontà di Dio ci salva soltanto quando diventa nostra bontà, quando entra dentro di noi.
Anonimo
L’amore del prossimo è la prima manifestazione pratica dell’amore di Dio.
J. Onimus
Dio non entra solo nel nostro spazio, entra nella stessa nostra carne, nel nostro limite, la morte; egli percorre tutta la nostra miseria per redimerla, purificarla e per riportare l’umanità a tutto il suo splendore di “stirpe di Dio”.
Gianfranco Ravasi
Nessun male riuscirà mai a cancellare il mistero iniziale dell’uomo, perché non vi è nulla che possa abradere l’indelebile marchio di Dio… I sacramenti rifanno la natura primaria dell’uomo: lo Spirito Santo ci viene restituito nella consacrazione battesimale e nel crisma dell’unzione. La penitenza è un trattamento terapeutico di purificazione, l’Eucaristia apporta il fermento dell’immortalità. La potenza stessa della Risurrezione si unisce alla natura umana.
Pavel Evdokimov
Fra due giorni sarò in seno a miei “Tre”. Sarà la Madonna, questo essere tutto luce, che mi prenderà per mano per condurmi in cielo. […] Vado alla Luce, all’Amore, alla Vita!
Elisabetta della Trinità
L’amore del prossimo è la prima manifestazione pratica dell’amore di Dio.
J. Onimus
La bontà di Dio ci salva soltanto quando diventa nostra bontà, quando entra dentro di noi.
Anonimo
Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.
E.Pound

Domenica 09 Gennaio: Battesimo del Signore - Fine del tempo di Natale
Gesù chiede a Giovanni di battezzarlo, ma non ha bisogno alcuno di tale battesimo di penitenza perché, dall’inizio, tutto si realizzi e perché si manifesti la Santa Trinità che egli è venuto a rivelare. Giovanni invitava il popolo a prepararsi alla venuta imminente del Messia. A lui è concesso di contemplare ciò a cui aspira ogni uomo che prega e che contempla: Giovanni percepisce e insieme accoglie il mistero di Dio, quello del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Giovanni vede il Figlio, il Verbo eterno di Dio, e lo indica già come il Salvatore. Sente il Padre, che nessuno riesce a vedere, testimoniare e attestare che quello è davvero suo Figlio (Gv 5,36-37). Percepisce poi la presenza dello Spirito che si posa sulla superficie dell’acqua, madre di ogni vita (Gen 1,2). È lo Spirito che è sceso su Maria, generando in lei la vita umana e divina (Lc 1,35). È lo Spirito che scenderà un giorno sugli apostoli perché fecondino la terra e le diano vita eterna(At 2,4). E, pur avendo avuto un altro battesimo, altrimenti efficace (Mc 10,39), anche noi siamo stati battezzati “nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). E, secondo la promessa, la Santa e Divina Trinità pone in noi la sua dimora (Gv 14,23). Essa trasforma la nostra vita, affidandola a Dio e attirandoci verso di lui con la forza di attrazione della risurrezione. (a cura di www.lachiesa.it)
Siamo nella luce dell’Epifania, presenza velata che vuole manifestarsi nei nostri cuori e attraverso noi nel mondo. È l’avvenimento che deve illuminare questa settimana. Che cosa c’è di più importante nella vita, che amare con verità e tenerezza? Ci sono, infatti, tante caricature dell’amore.
L’amore non fa calcoli, si dona con sovrabbondanza, come le ceste piene di pezzi di pane che rimasero dopo che tutti ebbero mangiato a sazietà. La Parola di Dio fatta carne si fa nutrimento spirituale in ogni Eucaristia.
Riscopriamo il nostro stato di figli di Dio, di mendicanti di Dio. Al di fuori dell’amore, vedremo soltanto infantilismo, umiliazione. Nell’amore, comprenderemo che tutto è differente: siamo figli prediletti del Signore e dobbiamo comportarci con gli altri di conseguenza.
(a cura di www.lachiesa.it)
Un pensiero per riflettere
Sappiamo amare come Gesù ci chiede di amare?
Convertitevi!
Gesù inizia la sua missione nel mondo lanciando agli uomini un imperativo: «convertitevi». Egli vuole così innanzitutto renderci coscienti della nostra situazione di peccato e poi vuole rivelarci il motivo della sua venuta e della sua presenza tra noi. Già era stato additato da Giovanni Battista come l'agnello che toglie i peccati del mondo. Ora con la sua predicazione, con i suoi miracoli, con i reiterati gesti di misericordia, vuole convincerci che ci è possibile recedere dal male e intraprendere una via, quella della salvezza; è possibile convertirsi. Ciò che era stato promesso ai nostri padri ora finalmente si adempie: «il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata». È il peccato che ci immerge nelle tenebre, Cristo è la luce del mondo, luce dell'anima che ritrova la grazia e la gioia di vivere in Dio e di sentirsi amata. Comprendiamo allora il vero significato che Gesù vuole dare alle sue prodigiose guarigioni: la sua missione, il Regno di Dio ormai vicino, debbono significare concretamente una conversione totale dell'uomo, una vera rinascita che coinvolge tutto l'uomo nella sua realtà spirituale e fisica. L'accorrere dei malati segna l'inizio di una storia ininterrotta, di tutti coloro che, ritrovandosi malati nel corpo e nello spirito, andranno o saranno condotti da Gesù, dai suoi ministri, resi capaci di assolvere e di perdonare. L'essere risanati da lui significa aver ritrovato la vita, significa la nostra completa e reale conversione.
(a cura dei Monaci del monastero di S. Vincenzo Martire)
Un pensiero per riflettere
I grandi pericoli del credente sono la superbia, l'orgoglio, il credersi superiore per avere capito certe cose, l'alteggiarsi, l'innarcisimento, l'intolleranza, la spietatezza, il giudicare gli altri, l'infantilismo,il pensare di avere un Dio tutto solo per se stesso, .... Sono tutte degenerazioni della fede e produzioni del maligno. Attenzione ! La lotta e' dura, e non finisce mai. Dobbiamo stare sempre in uno stato di perenne conversione.

Si è fatto come noi.
«Dov'è il re dei Giudei che è nato?». E' l'interrogativo del Magi, ma anche l'attesa ansiosa che si protrae da quando l'essere umano ha sentito il bisogno di una guida sicura e di una liberazione totale dai mali l'affliggono. I magi diventano i prototipi di tutti i cercatori di Dio e in particolar modo dei cercatori del Dio incarnato. È significativo che questi vengano da lontano e appartengano ad un mondo pagano. La fede colma tutte le distanze e annienta le appartenenze decretate solo dagli uomini. Il presepe non ha porte, è una chiesa aperta dove tutti sono accolti se mossi dalla fede o almeno da un vago bisogno di Dio. Non mancano mai difficoltà e contrasti per chi si mette sui percorsi del Signore. Capita ancora di incontrare, dopo la luce della stella, un Erode, preoccupato solo del suo umano potere e pronto a tutto quando suppone che qualcuno, anche un bambino inerme, possa insidiarlo. Ancora oggi quando la chiesa è considerata solo come potere umano, incontra ovunque accaniti oppositori che inscenano selvagge persecuzioni. Quelli non sanno però che le migliori epifanie la chiesa le vive quando viene insanguinata dai suoi martiri. Il Signore risponde appieno alle attese dei popoli; le delusioni provengono mai dalle sue limpide epifanie, ma solo dall'incoerenza dei suoi, che non riescono a manifestarlo al mondo con la stessa chiarezza. Forse ancora oggi nell'era delle grandezze, molti rimangono delusi dalla sconcertante povertà e umiltà del presepio e dalla quella misteriosa incarnazione che ci mostra ancora un bambino povero, avvolto in fasce in una mangiatoia. Dovremmo aver imparato da tempo che le divine grandezze sono sempre nascoste nella povertà e negli umili di cuore. Un augurio per te che leggi e mediti: che il tuo cuore, la tua vita sia una perenne epifania del Signore.
(a cura dei Monaci del monastero di S. Vincenzo Martire)
Un pensiero per riflettere
Comunita aperte
«Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo» (Mt 2,2).
I Magi non erano dei re. Nella Media e in Persia erano sacerdoti che praticavano la divinazione, l'astrologia e la medicina. Venivano dall'Oriente. È possibile che dei magi, a contatto con gli ebrei in diaspora, abbiano conosciuto la loro speranza messianica. È possibile che alcuni di loro abbiano potuto osservare, nel 7 a.C., la congiunzione fra Saturno e Giove.
Matteo che scrive negli anni 80 non parla di tutto questo. II suo scopo è un altro. Egli vuole dimostrare che Gesù è venuto per tutti gli uomini e dunque che può essere riconosciuto anche dai magi venuti dall'Oriente. Luca scrive per i greci, cristiani spesso di origine pagana: dimostra loro che i primi chiamati a vedere Gesù erano dei pastori di Betlemme, degli Ebrei. Matteo scrive per cristiani di origine ebraica: dimostra loro che anche gli stranieri, i non ebrei, sono capaci di venire da lontano per inginocchiarsi davanti a Gesù.
Oggi: Matteo e Luca hanno tentato di aprire le loro comunità agli altri. È il contrario del comunitarismo. È anche un richiamo. per le comunità cristiane e per la Chiesa di oggi.
Se il lievito rimane di fianco alla pasta si secca e la pasta non lievita.
«Seguimi»
Un imperativo che cambia radicalmente la vita di un uomo esce dalla bocca di Cristo. Il fortunato interlocutore è Filippo, che ha solo il merito di aver incontrato il Signore nella sua strada. Solo lui ha questo potere di comandare o meglio di donare così perché è il Figlio di Dio; Lui chiama perché ama di un amore di predilezione. Poi la risposta alla chiamata diventa testimonianza per altri: l'amore divino è sempre coinvolgente. Filippo racconta a Natanaele della sua scoperta: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Alla fede ancora parziale di Filippo fa riscontro quella ancora più negativa di Natanaele: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». È una visione ancora molto umana, ma i dubbi, anche quelli che potrebbero apparire legittimi, si sciolgono solo facendo esperienza di Dio. È ciò che sostiene Filippo quando dice: «Vieni e vedi». È l'invito che spesso possiamo rivolgere ai nostri interlocutori ancora dubbiosi della fede o con una visione solo razionale delle verità di Dio. Vieni e vedi, significa incontra anche tu il Signore, accostati a Lui con naturale onestà e sarai inondato della sua grazia e illuminato dal suo Spirito. Anche Natanaele verrà illuminato da Cristo e passerà dal dubbio alla fede piena e dichiarata: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Oggi il nostro pensiero si rivolge ai giovani chiamati da Cristo ad una speciale sequela: quanti dubbi, quanti tentennamenti, e ahimè, quanti rifiuti. È Gesù che ripete loro: «Non voi avete scelto Me, ma Io ho scelto voi».
(a cura dei Monaci del monastero di S. Vincenzo Martire)
Un pensiero per riflettere
Se hai paure vuol dire che non hai fiducia in te stesso. Cosa ti rende triste e ti impedisce di seguire Gesu' ? " Signore parla, il Tuo Servo Ti ascolta " (1 Re 3,9).
Il piu' grande miracolo e' la conversione dei cuori.
«Venite e vedrete».
Giovanni fissa ancora lo sguardo su Gesù, lo addita come agnello di Dio e suscita la curiosità di due dei suoi discepoli i quali si mettono alla sua sequela. Gesù li interroga: «Che cercate?». Una domanda ancora più che mai opportuna per ciascuno di noi che abbiamo scelto di seguirlo. Dicendo «che» cercate e non «chi» cercate, vuole chiederci se da lui attendiamo qualcosa, qualche umana sicurezza, qualche bene di cui fruire. L'evangelista Matteo riferisce più dettagliatamente la risposta di Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». Così egli dichiara la sua estrema povertà e contemporaneamente orienta i suoi seguaci a scelte chiare e consapevoli: nessuno si mette alle sequela del Cristo per avere beni di questo mondo, ma per ottenere il sommo bene, la vita in Dio. Così fece Andrea, il fratello di Simone, così fece lo stesso Pietro, che ottiene un nuovo nome, così hanno fatto milioni e milioni di seguaci e apostoli del Cristo. Sono loro che ancora una volta ci rivelano con semplicità ed entusiasmo la grande scoperta della vita: «Abbiamo trovato il Messia, che significa il Cristo». È la scoperta di ogni cristiano che vive il proprio battesimo e sceglie con piena convinzione di seguire Cristo e il suo Vangelo. È poi l'esperienza della vita a convincerci giorno dopo giorno della splendida realtà del dono ricevuto; è l'esperienza a convincerci quanto ci convenga rinunciare alle nostre fragili ed umane sicurezze per possedere quelle stabili e certe che Dio ci dona rivelandosi gratuitamente a ciascuno di noi.
(a cura dei Monaci del monastero di S. Vincenzo Martire)
Un pensiero per riflettere
Il giovane ricco Gli disse: " Maestro, ho sempre osservato i comandamenti;
che mi manca ancora ? " Gli disse Gesu': " Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi ". Matteo 19,20
Colui che battezza in Spirito Santo.
Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio». È la presentazione ufficiale che Giovanni Battista fa del Signore, ma è lo stesso Spirito Santo che ha confermato la sua e la nostra fede. Egli afferma di non conoscerlo, sì perché la vera conoscenza di Cristo implica la fede, la rivelazione divina. l'imitazione e soprattutto la testimonianza. Il battesimo di penitenza che egli amministrava, nel caso di Gesù, si è trasforma in una grande teofania: la voce di Dio completa e perfeziona quella di Giovanni, proclamando Cristo suo Figlio. Per questo il battezzatore afferma di non conoscere Gesù prima di quella rivelazione e di poter ora, che ha visto lo Spirito Santo discendere, essere invece un convinto testimone della sua divinità. Così si afferma l'autorivelazione di Dio, così ci è concesso di certificare la nostra fede in Lui e nel suo Figlio. Ci prepariamo alla grande epifania per vedere nella vera luce il mistero dell'incarnazione e della missione si salvezza apportata da Cristo a tutti noi.
Un pensiero per riflettere
L’umanità assunta da Dio e da lui interiormente ispirata diventa capace di pace.
Dio si è fatto compagno dell’uomo perché gli uomini siano capaci di essere tra loro compagni nel rispetto delle differenze.
Dio si è fatto uguale all’uomo perché gli uomini cerchino di essere uguali tra loro.
Dio si è fatto tenerezza perché gli uomini imparino ad essere buoni…
Eventi dalla diocesi
Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice