Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno

Si è fatto come noi.
«Dov'è il re dei Giudei che è nato?». E' l'interrogativo del Magi, ma anche l'attesa ansiosa che si protrae da quando l'essere umano ha sentito il bisogno di una guida sicura e di una liberazione totale dai mali l'affliggono. I magi diventano i prototipi di tutti i cercatori di Dio e in particolar modo dei cercatori del Dio incarnato. È significativo che questi vengano da lontano e appartengano ad un mondo pagano. La fede colma tutte le distanze e annienta le appartenenze decretate solo dagli uomini. Il presepe non ha porte, è una chiesa aperta dove tutti sono accolti se mossi dalla fede o almeno da un vago bisogno di Dio. Non mancano mai difficoltà e contrasti per chi si mette sui percorsi del Signore. Capita ancora di incontrare, dopo la luce della stella, un Erode, preoccupato solo del suo umano potere e pronto a tutto quando suppone che qualcuno, anche un bambino inerme, possa insidiarlo. Ancora oggi quando la chiesa è considerata solo come potere umano, incontra ovunque accaniti oppositori che inscenano selvagge persecuzioni. Quelli non sanno però che le migliori epifanie la chiesa le vive quando viene insanguinata dai suoi martiri. Il Signore risponde appieno alle attese dei popoli; le delusioni provengono mai dalle sue limpide epifanie, ma solo dall'incoerenza dei suoi, che non riescono a manifestarlo al mondo con la stessa chiarezza. Forse ancora oggi nell'era delle grandezze, molti rimangono delusi dalla sconcertante povertà e umiltà del presepio e dalla quella misteriosa incarnazione che ci mostra ancora un bambino povero, avvolto in fasce in una mangiatoia. Dovremmo aver imparato da tempo che le divine grandezze sono sempre nascoste nella povertà e negli umili di cuore. Un augurio per te che leggi e mediti: che il tuo cuore, la tua vita sia una perenne epifania del Signore.
(a cura dei Monaci del monastero di S. Vincenzo Martire)
Un pensiero per riflettere
Comunita aperte
«Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo» (Mt 2,2).
I Magi non erano dei re. Nella Media e in Persia erano sacerdoti che praticavano la divinazione, l'astrologia e la medicina. Venivano dall'Oriente. È possibile che dei magi, a contatto con gli ebrei in diaspora, abbiano conosciuto la loro speranza messianica. È possibile che alcuni di loro abbiano potuto osservare, nel 7 a.C., la congiunzione fra Saturno e Giove.
Matteo che scrive negli anni 80 non parla di tutto questo. II suo scopo è un altro. Egli vuole dimostrare che Gesù è venuto per tutti gli uomini e dunque che può essere riconosciuto anche dai magi venuti dall'Oriente. Luca scrive per i greci, cristiani spesso di origine pagana: dimostra loro che i primi chiamati a vedere Gesù erano dei pastori di Betlemme, degli Ebrei. Matteo scrive per cristiani di origine ebraica: dimostra loro che anche gli stranieri, i non ebrei, sono capaci di venire da lontano per inginocchiarsi davanti a Gesù.
Oggi: Matteo e Luca hanno tentato di aprire le loro comunità agli altri. È il contrario del comunitarismo. È anche un richiamo. per le comunità cristiane e per la Chiesa di oggi.
Se il lievito rimane di fianco alla pasta si secca e la pasta non lievita.
Eventi dalla diocesi
Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice