Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno

Il peccato dell'uomo è stato descritto efficacemente come una volontaria chiusura all'amore di Dio, un assurdo ifiuto, una barriera incolmabile, l'abbandono volontario di un benessere garantito dallo stesso Signore per vagare senza meta nelle strade scoscese del mondo. L'amore di Dio però, che è la sua stessa essenza, di sua natura è inarrestabile, l'amore è più forte del peccato: è per questo che possiamo e dobbiamo leggere tutta la nostra storia come una incessante ricerca dell'uomo smarrito e ferito dal peccato, da parte di Dio. Egli tenta in tutti i modi di rientrare nel cuore dell'uomo, l'uomo però ha un cuore che è diventato di pietra, insensibile ai richiami divini. Allora lo stesso Dio crea per se un cuore puro, immune da ogni macchia, che lo faccia innamorare con l'intensità del suo amore di Padre. E' nel cuore purissimo di Maria che Dio sceglie di porre la sua dimora, lì sceglie di riversare tutto in bene di cui l'uomo si è volontariamente privato, scende in lei con la forza dello Spirito Santo, la rende feconda, esalando la sua verginità, la rende Madre del Cristo, la vuole come sua Madre, ce la offre come Madre. E' per questo che lei è concepita senza peccato, per questo lei è l'Immacolata concezione. E' quindi in lei che scopriamo il capolavoro di Dio, in lei rimiriamo la nostra perduta innocenza, in lei ancora scorgiamo, pieni di gioia e di stupore, la nostra ri - creazione in Cristo con una nuova somiglianza soprannaturale che ci configura al Creatore e Padre nella grazia santificante. In lei, come madre nostra e di Cristo, abbiamo ormai la fondata speranza di un recupero pieno della nostra dignità di Figli. L'immacolata ci sollecita a ricercare quella interiore purezza che ci rende splendenti dinanzi a Dio e al nostro prossimo.
Un nuovo esodo
«Ti tengo per la destra e ti dico: “Non temere, io ti vengo in aiuto”» Is 41, 13.
La deportazione degli Israeliti a Babilonia dura già da circa quarant’anni. I deportati sono scoraggiati. Dicono: “Il Signore ci ha abbandonato” (Is 49,14). Lo stesso anno, Ciro sale al trono dell’impero persiano. Vola di vittoria in vittoria. Ovunque è accolto come liberatore, entra in Babilonia con esultanza. La sorte dei deportati è sul punto di cambiare. Un discepolo di Isaia descrive questo cambiamento. Dio prende il popolo per mano e gli fa vivere un nuovo esodo.
Oggi: Il discepolo di Isaia era solidale con il suo popolo al quale annuncia: il Signore ti prende per mano per salvarti. Oggi noi siamo solidali con la sorte dell'Umanità.
In che senso possiamo dire: «Il Signore ti prende per mano per salvarti»?
Eventi dalla diocesi
Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice