rosone

Il pensiero del giorno

Giovedì 17 dicembre: Secondo giorno della Novena di Natale

Nella prima lettura Giacobbe dal suo letto di morte benedice i suoi dodici figli.
Le parole pronunciate in questa occasione sono sacre esse sono una profezia per ognuno dei figli.
L’attenzione va sulla benedizione che riceve Giuda. Giuda te loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici. . . Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone dal comando tra i suoi piedi, finchè verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli. Queste parole sono riferite al Re Davide ma anche e sopratutto a Gesù Cristo, il Messia.
In Lui noi tutti diventiamo eredi della benedizione e tutti i popoli lo diranno beato.
Regga con giustizia il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine. . .ai miseri del suo popolo renderà giustizia, salverà i figli dei poveri. Il salmo 71 ci ricorda che Gesù è il Re potente, ma è un re che si è fatto servo dei poveri per amore.
Nel Vangelo di oggi troviamo la genealogia di Gesù. Sembra un testo arido, fatto solo di una lunga serie di nomi, invece è un testo importante in cui vediamo come la volontà di Dio di salvare il suo popolo si intreccia con la storia dell’uomo segnata soprattutto dalla fragilità e debolezza. Sono indicate le 14 generazioni che vanno da Abramo a Davide, le 14 che vanno da Davide fino alla deportazione e le 14 che vanno dalla deportazione in Babilonia a Gesù Cristo.
Abramo ricorda  l’elezione, è Dio che prende l’iniziativa e in Abramo benedice tutti i discendenti. Il re Davide ricorda lo splendore del Regno e le promesse messianiche. L’esilio segna la fine della casa di Davide, la schiavitù babilonese e il riscatto operato da Dio con la redenzione.
Nella genealogia compaiono 4 nomi di donne: Tamar (un’imbrogliona che per avere una discendenza inganna Giuda suo suocero), Raab (una prostituta), Rut (una straniera) e Betsabea (la donna con la quale Davide adulterò). Esse stanno ad indicare che la salvezza di Dio è aperta a tutti anche a coloro che non fanno parte del popolo di Israele e ai peccatori. L’elenco dei nomi termina con Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
Siamo chiamati ad accogliere l’amore che il Padre ci offre in Gesù Cristo a non scandalizzarci delle nostre miserie e delle miserie che vediamo all’interno della Chiesa e a ripetere con fede l’antifona di questo giorno:

O Sapienza che esci dall’Altissimo e tutto disponi con forza e dolcezza: viene a insegnarci la via della vita.

 

A cura delle Monache Benedettine di Monte San Martino

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23 maggio 18:00

In Cattedrale

31 maggio 21:00

In Cattedrale

02 giugno 10:00

In Cattedrale

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Presso la Casa Circondariale di Fermo, luogo giubilare pro hac vice

22 luglio 18:30

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