rosone

Il pensiero del giorno

 

La storia di Giuseppe è la storia della provvidenza di Dio che attraverso percorsi ritenuti impossibili arriva a destinazione. La strada di Giuseppe è la strada di chi è mandato in avanscoperta per preparare la strada ai suoi cari e così evitare per loro la morte per fame e continuare il realizzarsi del progetto-promessa di Dio. Questo progetto-promessa si realizza con Gesù e nei discepoli mandati ad annunziare l’imminenza del regno dei cieli.


don David, parroco in montagna

 

Ci sono sempre due modi di leggere la realtà, ci sono sempre due modi di affrontare la realtà. C’è sempre un muto, forse siamo noi incapaci di parlare perché il nostro peccato, l’egoismo ci chiude la bocca e ci serra la lingua finché non si incontra Gesù che scioglie la nostra lingua nel canto della lode di ringraziamento per le meraviglie che Dio ha compiuto nella propria vita, per la gioia del perdono. C’è sempre da una parte chi resta meravigliato per ciò che è successo e si pone domande che prima o poi approdano alla domanda di fede e dall’altra chi invece con occhio critico e ipocrita non vuole riconoscere la potenza di Dio e allora arriva persino ad attribuire alle forze del male quello che invece è opera del bene pur di non riconoscere l’evidenza. Il pericolo è che anche noi potremmo negare l’evidenza quando il cuore è indurito e la superbia fa da padrona in noi…


don David, parroco in montagna

 

Beato chi hai scelto e chiamato vicino.

Salmo 65

 

“Sorgiamo, dunque, una buona volta, svegliati dalla Scrittura che ci dice: - E’ tempo ormai di levarci dal sonno - e aprendo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo con orecchie attentissime  che cosa ogni giorno ci ripete la voce ammonitrice di Dio: - Se oggi udirete la voce di Lui, non indurite il vostro cuore - Così pure: - Chi ha orecchie per ascoltare, ascolti che cosa lo Spirito dice alle chiese - E che cosa dice? - Venite, figli, prestatemi orecchio; v’insegnerò il timore del Signore. Correte, finché avete il lume della vita, perché non vi colgano le tenebre della morte. E poiché, tra la folla degli uomini cui rivolge questo grido, il Signore cerca il suo operaio, di nuovo dice: - Chi è l’uomo che vuole la vita e brama di vedere giorni buoni? Che se tu, all’udirlo, rispondi: IO, così Dio ti soggiunge: - Se vuoi possedere la vera ed eterna vita, frena la tua lingua dal male, e le tue labbra non proferiscano inganno; allontanati dal male e fa’ il bene; cerca la pace e seguila”  (Prol. RB 8-18)


a cura delle Benedettine di Fermo

 

Con Gesù, è cominciata la “nuova creazione” che ha superato la condizione antica fatta di prescrizioni e consuetudini esteriori. Il rinnovamento che  esige questa vita nuova deve essere completo, profondo e radicale: non si mette “un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio”; oppure “vino nuovo in otri vecchi”. Aderire con tutto il cuore alla persona di Gesù, questo è quello che conta. Il resto verrà di conseguenza e, del resto, la Chiesa non mancherà mai di soffrire e “digiunare” nell’attesa che venga Gesù risorto.


a cura delle Benedettine di Fermo

 

Tommaso riconosce Gesù come suo Signore e suo Dio dopo aver dubitato della sua risurrezione. Noi crediamo sulla testimonianza degli apostoli e la nostra beatitudine non è inferiore a quella dei testimoni oculari. Tramite la loro predicazione e la loro vita siamo anche noi in comunione con Gesù stesso. Grazie, o Signore, di questo dono.


a cura delle Benedettine di Fermo

 

La fede di Abramo è ferma e totale fino alla disponibilità a offrire il proprio figlio come segno di obbedienza alla volontà di Dio. In risposta al suo abbandono totale, Dio lo benedice e risparmia Isacco: sarà Lui a sacrificare il Figlio Unigenito per amore dell’umanità.


a cura delle Benedettine di Fermo

 

Tra Gesù e i demoni l’opposizione è assoluta. Gesù è il giudizio e il tormento di satana, che sarà sconfitto con la morte e risurrezione del Signore. Solo che noi, invece di aderire alla vittoria di Cristo, spesso facciamo alleanza con satana: è quanto avviene col peccato. Dio è più grande del nostro peccato, ascolta il grido del cuore affranto e umiliato e lo salva.


a cura delle Benedettine di Fermo

 

Gesù domina i venti e il mare: ogni tempesta della vita, anche quelle interiori, sono placate da Cristo, ancora adesso, ma bisogna aver fiducia in Lui. Dio si ricorda di noi e, nelle tempeste, non ci fa soccombere, per “un grande atto di misericordia” nei nostri confronti. Noi, a volte, non ce ne accorgiamo e crediamo che Lui “dorma” e si disinteressi di noi. “Signore, aumenta la nostra fede”.


a cura delle Benedettine di Fermo

 

“Tu, chi dici che io sia?”. Gesù lo chiede anche a noi: dire che Egli è il Cristo significa lasciargli carta bianca e non reclamare con prepotenza voce in capitolo sulla nostra vita. Gli apostoli Pietro e Paolo hanno sperimentato che seguire il Signore spesso conduce su sentieri di croce, eppure non hanno chiesto altro che di servirlo in umiltà e mansuetudine. Fa’, o Gesù, che possiamo dire con S. Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.


a cura delle Benedettine di Fermo

Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e piega l’orecchio del tuo cuore; accogli volentieri i consigli dell’affettuoso padre e ponili vigorosamente in opera: perché tu possa per la fatica dell’obbedienza ritornare a Colui dal quale ti eri allontanato per l’inerzia della disobbedienza.
A te dunque si volge la mia parola, chiunque tu sia che rinunci alle proprie voglie, e accingendoti a militare per il vero re Cristo Signore, prendi le validissime e lucenti armi dell’obbedienza.


(Prologo RB 1, 3)

Un centurione pagano e una donna che non conta. Il centurione è un uomo generoso, chiede la grazia della guarigione per un suo servo malato che considera della sua famiglia. Gesù resta meravigliato per la sua fede forte e genuina. E’ un esempio “urtante” per i ‘primi della classe’ d’Israele e anche per noi. Noi cosa pensiamo di chi è lontano e poi, con la grazia di Dio, ritrova la strada? Gesù vede la suocera di Pietro malata, la prende per mano, la guarisce ed ella comincia a servire il suo Ospite. Noi, come ci avviciniamo a chi è malato?

“… e molta folla lo seguì”. Proviamo ad immaginare la scena di questo miracolo. La folla curiosa, Gesù e il lebbroso che ha fiducia. La folla gli è di ostacolo con i suoi pregiudizi legali. Un uomo vale più di ogni regola. E’ sempre tempo per fare del bene. Gesù stese la mano e lo toccò, ridonandogli così guarigione e dignità. Noi sappiamo ‘vedere’, cerchiamo i poveri lontani e quelli vicini?  Siamo equi o selezioniamo il prossimo in categorie?


A cura delle benedettine di Fermo

“Chi osserva la mia Parola e la mette in pratica, questi mi ama”. Fuggiamo l’ipocrisia, l’illusione del fariseo. Egli compie le opere esteriori, ma non è sincero. Purifica, o Signore, le nostre intenzioni e donaci la semplicità del cuore.
Dice San Benedetto: “Per quello che non riesce a fare la nostra natura, preghiamo il Signore di venirci in aiuto con la sua grazia” (Prologo, 41)


A cura delle benedettine di Fermo

“Chi rimane in me, porta frutto”.
“Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli altri”.


E’ questo il primo seme per il Regno di Dio: anche se piccolo, crescerà e darà il suo frutto. Il Regno di Dio è uno stile di vita che chiama sempre a uniformarsi alla Sua Volonta’.
Ce lo ripete anche San Benedetto: “Nulla anteporre all’amore di Cristo” (RB 4, 21)


A cura delle benedettine di Fermo

La Parola di Dio è un tesoro prezioso che esige di essere accolto da un cuore generoso che si lascia interrogare e desidera amare. E’ un bivio che conduce alla scelta: è la porta stretta della vita. Vi entra chi è libero, si fida di Dio e sfugge dalle false sicurezze. San Benedetto dice nella Regola: “Mente e cuore si accordino”. E ancora. “Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro, accogli volentieri le esortazioni del padre e mettile in pratica”.


Ascolto, accoglienza e pratica: ecco la strada!


A cura delle benedettine di Fermo

Abbiamo bisogno della luce che viene dal Signore per vedere prima in noi il bene e il male, poi negli altri che ci sono vicini. Far di tutto per far emergere il bene che è nell’altro, senza giudicarlo per il male. Dio si fida di noi. Siamo chiamati ad amare. La benedizione della chiamata personale si estenderà come raggio di luce.


A cura delle benedettine di Fermo

Nel ricordare Maria, ripensiamo non solo al suo "eccomi" iniziale, ma ai suoi quotidiani "sì". "Maria custodiva queste cose nel suo cuore", ci dice oggi il Vangelo. Ella, infatti, non capiva del tutto l'atteggiamento del Figlio, ma si rimetteva alla volontà del Padre in silenzio e in preghiera. Affidiamoci dunque al suo cuore Immacolato per avere grazia e saperla imitare soprattutto quando le situazioni di vita ci sfuggono e ci "scombussolano".


a cura delle monache benedettine di Fermo

SACRATISSIMO CUORE DI GESU' e inizio dell’anno sacerdotale
La solennità odierna ci immette nel grande mistero dell'Amore Misericordioso di Dio Padre. Quanto siamo convinti del suo amore di Padre? Se rileggiamo nella nostra vita gli eventi passati, riusciamo a vederci un Dio sempre attento a noi, un Dio che ci tiene per mano, ci nutre, ci coccola.
"Il mio Cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione" ci ripete il Signore (Os 11, 1. 3, 4. 8c- 9). Il Signore Dio ci ha donato tutto se stesso sulla croce nel Figlio e dal suo fianco squarciato viene fuori quel fiume di acqua e di sangue che purifica le nostre colpe, donandoci salvezza attraverso il dono del Battesimo e dello Spirito Santo. Entriamo nel suo cuore e dal suo cuore misericordioso impariamo misericordia.


a cura delle monache benedettine di Fermo

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Eventi dalla diocesi

23 maggio 18:00

In Cattedrale

31 maggio 21:00

In Cattedrale

02 giugno 10:00

In Cattedrale

15 giugno 18:30

Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice

30 giugno

Presso la Casa Circondariale di Fermo, luogo giubilare pro hac vice

22 luglio 18:30

Presso la chiesa di Santa Maria a pié di Chienti a Montecosaro

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