rosone

Il pensiero del giorno

In più parti, da lungo tempo, ci si accontentava di una religiosità popolare, che si nutriva di pratiche e di usanze religiose tradizionali, non vivificate dal contatto con la liturgia e la parola di Dio, non inserite in un contesto di istruzione religiosa approfondita. Alla stessa liturgia i laici assistevano passivamente, oggetto, non soggetto dei riti santi, spettatori non attori: il celebrante man mano si distanziò dalla comunità, seguendo l’altare spostato sempre più verso lo sfondo dell’abside: il popolo non parlò più e non poté seguire le letture fatte da un lettore che gli voltava le spalle; il cuore della messa, il canone, fu letto dal celebrante sotto voce, mentre, individualisticamente, ciascuno diceva qualche preghiera per conto proprio senza guardare gli altri. In chiesa si pregava un po’ come si mangia alla trattoria, dove uno è a un tavolo, uno ad un altro; uno è alla minestra, l’altro alla frutta. Ben altra cosa, mangiare in famiglia, tutti insieme, i genitori coi loro figlioli, i figlioli sotto lo sguardo della loro mamma. La liturgia rinnovata porta al senso della famiglia, al pregare comunitario.

Gesù è l’amore di Dio che entra nel nostro peccato e nella nostra morte per distruggerli.

Non volere se non ciò che Dio vuole e affidarsi completamente a lui per il tempo e per l’eternità; è questo un sacrificio che gli è certamente gradito. Questa disposizione di essere pronto a tutto, questo lasciar fare, questa accettazione con amore di tutto ciò che accade, come una volontà o un’autorizzazione divina, è un olocausto che è caro a nostro Signore.

Dio non impartisce ordini, ma rivolge inviti, appelli: Ascolta, Israele! Ai decreti di un tiranno risponde una sorda resistenza; all’invito del Signore del convito la gioiosa accettazione di coloro che hanno orecchi: L’eletto è uno che apre liberamente la mano per ricevere il dono.

Il Gesù storico era l’uomo che aveva il potere di rivolgersi a Dio come Abbà e che rendeva partecipi del Regno peccatori e pubblicani, autorizzandoli a ripetere quest’unica parola: Abbà, Papà.

Respingendo il prossimo si respinge Dio.

Non sa dire dei sì ai fratelli chi non sa dire dei no e se stesso.

Le virtù cristiane che fluiscono dall’amore sono la speranza che vince il pessimismo, la dolcezza e il rispetto che piegano l’odio e il fanatismo, la coerenza che permette di rispondere a chi ci chiede ragione della speranza che è in noi, la costanza che sa sostenere lo spirito anche nelle oscurità della prova.

Dio non si dimostra, Dio si mostra. A un convertito, ritornato da Ars, chiesero: “Che cosa hai visto ad Ars?”. Ed egli rispose:” Ad Ars ho visto Dio in un uomo”.

Se dovessi scrivere un libro di morale, avrebbe cento pagine e novantanove sarebbero bianche. Sull’ultima scriverei: l’unico dovere che conosco è quello di amare.

I non cristiani possono essere nemici di un cristiano; un cristiano è sempre il tenero amico di ogni essere umano; egli ha per ogni essere umano i sentimenti del cuore di Gesù.

La preghiera e l’ascolto della Parola sono importanti per la vita cristiana, ma l’essenziale non è l’ascoltare e il dire, ma la concretezza del fare. La volontà di Dio è la carità.

Non fate i maestri di spirito, e non pensate di convertire gli altri; ma pensate a regolare prima voi stessi...

Non tenere conto della condotta del povero. L’unico titolo a favore del prossimo è la sua indigenza. Non esigere da lui nient’altro: fosse anche il più delinquente del mondo, se manca del necessario, cerca di saziare la sua fame. Così ci ha comandato Cristo.

La conversione è il radicale mutamento di se stessi per acquistare la dimensione della vita del Cristo.

Dio è morto ma, ma l’uomo non è diventato ateo. Questo silenzio del trascendente, congiunto alla permanenza del bisogno religioso presso l’uomo moderno, ecco il grande enigma oggi e ieri. Dio tace e tutto in me esige Dio!

Il papa è il Cristo che parla. L'Eucaristia è il Cristo che tace.

Poiché Dio è trascendente possiamo coglierlo solo nella negazione: non è niente di tutto ciò che conosciamo. Poiché immanente Dio si rivela a noi, ci rende sensibili alla sua presenza, e nel dire ciò che non è ci consente di dire di lui qualcosa di vero.

Il matrimonio deve combattere incessantemente un mostro che distrugge tutto: l’abitudine!

Non vi è altro modo per conoscere Dio, se non vivere di lui.

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