Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno
Dio ha rivelato il suo nome a Mosè: “Io sono colui che sono!” (Es 3,14). Il verbo “essere” in ebraico corrisponde al nostro “esserci”: Essere presente, essere attivo, essere accanto per aiutare…
Anonimo
La nostra gioia è il mezzo migliore per predicare il cristianesimo.
Madre Teresa di Calcutta

Ascensione versione testuale
Dopo la mia resurrezione, vi precederò in Galilea - Enzo Bianchi
Celebriamo oggi la festa dell’Ascensione del Signore, evento narrato dal brano degli Atti degli apostoli proposto ogni anno come prima lettura: «Gesù fu elevato in alto sotto gli occhi degli apostoli e una nube lo sottrasse al loro sguardo» (At 1,9).
L’ascensione di Gesù, il suo «staccarsi dai discepoli per essere portato verso il cielo» (cf. Lc 24,51), è un altro modo per esprimere la sua resurrezione: la vittoria sulla morte di Gesù grazie all’amore da lui vissuto, la glorificazione del nostro Signore e Maestro è il suo entrare per sempre, grazie alla potenza dello Spirito santo, nella vita divina del Padre. Nello stesso tempo l’ascensione, evento inenarrabile con le parole umane, proprio mentre segna una «separazione» di Gesù dai suoi, dà inizio a una nuova forma di rapporto tra il Risorto e i discepoli; tra il Risorto e noi che, passando attraverso la testimonianza degli apostoli, siamo i suoi discepoli e dunque i suoi testimoni nel mondo.
La contemplazione di questa realtà è posta davanti ai nostri occhi anche nel testo odierno, la pagina conclusiva del vangelo secondo Matteo. Prima della sua passione e morte Gesù aveva promesso alla sua comunità: «Dopo la mia resurrezione vi precederò in Galilea» (Mt 26,32); e nell’alba di Pasqua, di fronte alla tomba vuota, l’angelo aveva confermato alle donne tale annuncio, invitandole a farsene messaggere: «Andate a dire ai suoi discepoli: È risorto e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete» (Mt 28,7). Obbedendo puntualmente i discepoli, rimasti in Undici a causa del tradimento di Giuda, si recano in Galilea, la terra in cui aveva preso inizio il ministero pubblico di Gesù e la loro vita comune con lui (cf. Mt 4,12-22): si apprestano dunque a ricominciare, a rimettersi in altro modo alla sequela di Gesù, che sempre li precede.
Al vederlo i discepoli gli si prostrano innanzi, ripetendo il gesto delle donne (cf. Mt 28,9): non vi è nessuna parola, ma solo un atto di adorazione di fronte a Gesù ormai riconosciuto quale Kýrios, Signore vivente. «Alcuni però dubitano», hanno una fede vacillante: sono in balia di quella «poca fede» tante volte rimproverata da Gesù alla sua comunità (cf. Mt 8,26; 14,31; 16,8; 17,20), di quell’atteggiamento che così spesso si insinua anche nel nostro cuore indurito… Gesù prende allora l’iniziativa, colma la distanza che separa i discepoli da lui e dice innanzitutto: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra». L’autorevolezza con cui egli aveva vissuto la sua esistenza, frutto del suo amore pieno per il Padre e per gli uomini, dopo la sua resurrezione assume una portata universale, si estende al cielo e alla terra intera: il Signore Gesù è il «Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio» (Mt 26,64), è il Giudice che attendiamo come Veniente alla fine dei tempi (cf. Mt 25,31-46).
Ma nel tempo che intercorre tra la resurrezione e la venuta gloriosa del Signore, la manifestazione nella storia della sua autorevolezza dipende dalla fedeltà dei discepoli al mandato con cui egli, mettendo fede nella loro debole fede, li invia fino ai confini del mondo: «Andate e fate discepole tutte le genti, battezzandole nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro a osservare ciò che vi ho comandato». E qui va detto con chiarezza: l’opera di evangelizzazione è possibile solo a condizione di essere prima evangelizzati, di essere plasmati dal Vangelo che si annuncia. La vera testimonianza si dà nella misura in cui si vive in prima persona ciò che si vuole annunciare agli altri; anzi, chi insegna ciò che non vive deve essere consapevole che così pone ostacoli alla ricezione del Vangelo e può addirittura provocarne il rifiuto da parte degli uomini!
Il vangelo secondo Matteo, che si era aperto con l’annuncio della venuta dell’Emmanuele, del Dio-con-noi (cf. Mt 1,22-23), fatto uomo in Gesù, ora si chiude con le parole con cui il Risorto assicura il permanere della sua presenza tra gli uomini: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Sì, Gesù asceso al cielo dimora alla destra del Padre quale intercessore a favore degli uomini (cf. Rm 8,34), eppure è sempre accanto a noi. Ci è chiesto solo di credere che il Risorto, pur nella sua assenza fisica, è con noi, che il Signore Gesù e ciascuno di noi viviamo insieme: allora ogni nostra azione nella compagnia degli uomini discenderà dalla comunione con lui, sarà sua azione tra gli uomini e nella storia.
Enzo Bianchi
Il miracolo della Chiesa è di sopravvivere ogni domenica a milioni di pessime omelie.
Joseph Ratzinger
L’ultimo gesto di Gesù sulla croce fu la proclamazione del perdono verso tutti: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
Anonimo
La pazienza di Dio non è debolezza, ma amore, bontà e sapienza. Solo gli umili, però, imitano Dio e camminano sulla via della sua infinita pazienza.
Anonimo
La verità che costituisce la misura della fede è la morte di Dio per amore del mondo… Credente è colui che ha compreso una tale possibilità e la sceglie.
Hans Urs Von Balthasar
Ho trovato Dio il giorno in cui ho perduto di vista me stessa.
Santa Teresa d'Avila
L’adesione autentica a Cristo trasforma il cristiano in missionario.
Anonimo
La richiesta del pane trova la sua verità in una situazione di bisogno urgente e necessario. In una società sazia e sciupona come la nostra è possibile chiedere al Padre con sincerità il pane per l’oggi? Sì, è possibile! Ma solo se coinvolgiamo nella richiesta milioni di uomini e intere popolazioni che lottano ogni giorno per la sopravvivenza.
Anonimo
Attraverso il potere esercitato sui corpi, i miracoli provano il potere che Dio ha sui cuori.
Blaise Pascal
L’ateismo, col suo odio contro Dio, può essere più vicino alla fede che non l’indifferenza del mondo occidentale, che non è né caldo né freddo e che quindi verrà vomitato dalla bocca di Dio.
F. Sheen
Non si può parlare di Dio per abitudine, ma soltanto per amore.
Anonimo
Il Signore ci insegna a pregare insieme per tutti i nostri fratelli. Infatti egli non dice Padre "mio" che sei nei cieli, ma Padre "nostro", affinché la nostra preghiera salga, da un cuore solo, per tutto il Corpo della Chiesa.
San Giovanni Crisostomo
Deus homo factus est ut homo fieret Deus: Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio.
Sant' Ireneo
Gesù Cristo è realmente, nei suoi misteri e nella sua passione, il Libro scritto all’esterno e all’interno. E quali sono le lettere che vediamo tracciate in questo Libro? Unicamente queste: Amore. I flagelli, le spine, i chiodi, le hanno scritte con caratteri di sangue sulla sua carne divina; ma non accontentiamoci di leggere e di ammirare dall’esterno questa scrittura divina; penetriamo fino al cuore, e vedremo una meraviglia ben più grande: è l’amore inesauribile e inesausto che considera un niente tutto ciò che soffre e che si dona senza stancarsi.
Leone Dehon
Mettiamo l’orgoglio sotto i piedi e saremo liberi, sereni e fraterni: saremo creature che vivono e testimoniano la risurrezione di Cristo.
Papa Giovanni XXIII
Apprendere che nella battaglia della vita si può facilmente vincere l'odio con l'amore, la menzogna con la verità, la violenza con l'abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell'educazione di un bambino.
Gandhi
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Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice