Il pensiero del giorno
Il pensiero del giorno

E' nato!
Nasce oggi per noi.
È vivo tra noi.
Il Verbo si è fatto carne. Dio è diventato uomo, è il più piccolo di noi. L'ha accolto prima il seno verginale di Maria, ora un grotta e una mangiatoia. Vuole immergersi così nelle viscere della terra, nel nostro mondo. Chiede accoglienza e un po' di calore umano. Vuole scuoterci dal nostro torpore e dalle nostre assurde distrazioni. Viene ad operare un recupero totale della nostra umanità. Vuole distoglierci dalla antica e perenne tentazione di poter agire senza di Lui o contro di Lui. Egli sa che la vera miseria che ci opprime consiste nell'aver perso la nostra primitiva identità: non siamo più in grado di comprendere e vivere la nostra figliolanza e la nostra fraternità divina. Ci ritroviamo estranei e pellegrini senza meta. Mostrandoci nello specchio limpido della sua natura, il volto di Dio, egli vuole farci recuperare il primitivo nostro splendore. Questa è la luce vera del Natale, questa dobbiamo sorbire nella fede, in questo senso noi guardiamo le luci che brillano dovunque: vogliamo la luce vera che illumina ogni uomo, vogliamo la grazia che ci santifica e rende presente in noi la divinità. Il Natale vero avviene allora dentro di noi: è una nascita misteriosa ma reale, diventa orientamento per la vita, diventa amore alla vita, diventa gioia della verità e certezza di essere amati per essere poi a nostra volta capaci di amare. In quella nascita c'è un germe di vita nuova, c'è un monito da non disattendere, c'è una grande lezione di umiltà e di autentica grandezza. Sono le virtù più urgenti per tornare a Dio.
Vieni Signore Gesù.
Vieni, e fa' che ti riconosciamo Vieni, e rendici capaci di vedere l'invisibile. Vieni e aiutaci a credere alla pace che tu ci hai promesso.
Vieni e aiutaci a intravedere i percorsi della pace che tu sei venuto a portare.
Vieni, e non stancarti di noi.
Marana tha, vieni Signore Gesù!
Una buona notizia
«Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore!» (Luca 2, 11).
Prima della morte di Erode (4 prima della nostra era): nascita di Gesù di Nazaret, figlio di Maria, sposa di Giuseppe. In questo periodo la Palestina era occupata dai Romani. Molti Ebrei aspetta¬vano un Messia. Egli sarebbe venuto con la potenza di Dio e avrebbe liberato il paese dall'occupante. Ottant'anni più tardi, Luca scrive il suo Vangelo. Non intende fare un rendiconto dettagliato della lontana nascita di un poppante. Ma vuole introdurre in modo meraviglioso i suoi lettori alla vita di Gesù. Per questo dipinge un quadro allo stesso tempo idilliaco e sovversivo con angeli, luci, canti, gloria: A coloro che aspettavano un messia guerriero, Luca mostra che Dio porta la pace. A coloro che credevano in un Dio che viene con potenza, Luca presenta un piccolo bambino. A coloro che pensavano che il Messia si sarebbe rivolto innanzitutto ai grandi, ai re, ai ricchi, Luca mostra che dei pastori, spesso disprezzati, hanno la priorità.
Oggi la sovversione suggerita da Luca non rimane soltanto valida, ma è moltiplicata: La pace e non la guerra. L’umiltà e non la potenza. La priorità ai piccoli e non ai profitti.
Auguri di pace e serenità
nel nome di Cristo Gesù
Eventi dalla diocesi
Presso il Santuario di Santa Maria della Misericordia di Petriolo, luogo giubilare pro hac vice