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Auguri di Buona Pasqua
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Pubblichiamo il testo del messaggio che l'Arcivescovo Rocco invia a tutti i fedeli

Fermo, 17 aprile 2025

 

Carissimi fedeli,

 

in occasione del Triduo pasquale, giunga a tutti voi il mio augurio di Pasqua.

Ho preferito, quest’anno, farlo nella ricorrenza del Giovedì santo perché il Triduo è un’unica, grande e inscindibile celebrazione con al centro la passione, morte e risurrezione di Gesù. Anche liturgicamente, la Messa detta in coena Domini, la Passione del Signore del venerdì e la Veglia Pasquale sono un tutt’uno. Il celebrante, infatti, darà il saluto iniziale alla Messa in coena Domini e la benedizione finale solo al termine della grande Veglia. Proprio nella madre di tutte le veglie cogliamo l’unità del Mistero; in essa, infatti, oltre ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, si torna a celebrare l’Eucaristia, assente il venerdì e il sabato santo.

Insieme alla domenica delle Palme, i giorni del Triduo vedono una grande partecipazione del popolo di Dio, alimentata nei secoli anche da tante pie pratiche, prime fra tutti la Via crucis. La partecipazione alla liturgia e i riti della Settimana santa favoriscono e alimentano la fede, con simbolismi efficaci ad esprimere le realtà che significano. In questi giorni particolari, unici, lasciamoci interpellare dalla Parola e dalla preghiera della Chiesa per entrare con sempre maggiore consapevolezza nella grandezza del mistero pasquale.

Ai miei auguri, aggiungerei due esortazioni.

La prima: non perdiamo di vista l’unità del mistero che celebriamo. La passione e la morte di Gesù sono inscindibili dalla sua risurrezione, che è il senso della stessa incarnazione; se abbiamo sperato in Cristo solo in questa vita siamo da compiangere più di tutti, ci ricorda S. Paolo (1Cor 15,19); cresciamo sempre più nella comprensione della sua risurrezione e del significato per la nostra vita, anche approfittando dei cinquanta giorni del tempo pasquale che, fino a Pentecoste, accompagna e sostiene la vita dei risorti.

La seconda: cerchiamo di vivere il mistero pasquale nella quotidianità della vita. Se la morte e la risurrezione di Gesù scaturiscono dal suo amore donato fino alla fine, il segno più eloquente di una vita risorta sarà ricevere, donare e testimoniare, contro ogni egoismo, questo amore oblativo. Non dimentichiamo quei luoghi e quelle persone che non possono celebrare liturgicamente ma che vivono nella loro carne la Pasqua del Signore, gli ammalati e i familiari dediti alla loro assistenza, persone detenute, anziani soli… Ogni segno di carità è speranza concreta e affidabile, come ci ricorda papa Francesco nella bolla di indizione dell’Anno Santo: “La speranza, infatti, nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce” (Spes non confundit, n. 3).

Con questi sentimenti Vi benedico di cuore augurando a tutti serene festività pasquali. Cristo, immolato per noi, è veramente risorto!

 

 

+ Rocco Pennacchio

Arcivescovo Metropolita di Fermo

 

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