rosone

L'Angolo della Spiritualità

I Giovani e l'educazione all'amore

di don Giordano Trapasso

E’ impossibile in un articolo affrontare esaurientemente questa questione. Mi faceva però molto riflettere la Parola della XXVII domenica del tempo ordinario, e vorrei cercare di legarla alla situazione che viviamo. Vorrei proporre tre piccoli flash. Papa Benedetto XVI nella sua prima enciclica Deus charitas ci ricorda: “all’amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo si impone all’essere umano, l’antica Grecia ha dato il nome di eros”. In seguito il Papa ne precisa le caratteristiche: si tratta di una forza che porta all’ebbrezza, che tende a sopraffare la ragione, che protende l’esistenza verso l’infinito. E’ comunque una forza reale che c’è e deve esserci in ogni persona. Di essa il poeta Orazio ricorda: “Omnia vincit amor, et nos cedamus amori”. Pensando agli adolescenti ed ai giovani oggi, scorgo la presenza di questa forza, di questa spinta all’amore, come anche mi accorgo che quando essa è inibita o censurata o non ascoltata, sorgono tante ansie e paure, diverse patologie o disturbi della personalità. E’ però oggi difficile per un giovane dare una dimensione umana e personale a questa forza. Una delle difficoltà mi sembra oggi l’incapacità delle nuove generazioni di esprimere e discernere i propri sentimenti. Si susseguono emozioni forti per diverse persone, ma quando mi sono trovato a porre la domanda: che cosa provi veramente?, ho spesso incontrato lunghi silenzi. Forse oggi l’educazione all’amore inizia nell’aiutare gli adolescenti ed i giovani ad usare la testa, a far incontrare la ragione con il caos del proprio sentire, a discernere e a raccontare ciò che provano. Questo può accadere quando noi adulti cominciamo a raccontare i nostri sentimenti, ciò che proviamo, come siamo arrivati ad innamorarci e a fare conseguentemente delle scelte sempre più impegnative, fino a quelle definitive. Oggi si mettono in piazza grovigli di emozioni indistinte, è difficile trovare, da parte di noi adulti, sentimenti chiari.

Non è bene che l’uomo sia solo, voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”, dice Dio prima di creare la donna. La creazione della donna porta nella vita dell’uomo questa novità: la possibilità di vivere una relazione alla pari con un altro che è veramente tale, cioè diverso. Talvolta oggi mi sembra che la grande fatica, nella vita, sia proprio vivere relazioni alla pari, accogliendo e rispettando l’altra persona nella sua diversità, e riconoscendola uguale nella dignità. Ciò si ripercuote in una crisi globale, non solo delle relazioni affettive di fidanzamento e di matrimonio, ma anche delle relazioni globali. Talvolta sembra che si è capaci solo di dominare, oppure ci si rassegna ad essere dominati, oppure ci si invischia in relazioni patologiche di simbiosi, in casi sempre più frequenti. Forse siamo chiamati a scoprire che l’educazione delle nuove generazioni all’amore non passa solo per gli insegnamenti, ma avviene prima di tutto in sistemi di relazioni serene ed equilibrate.

Infine, come Chiesa, siamo chiamati ad accompagnare i giovani a far maturare il proprio eros, che conduce sempre a godere delle persone, in agape, accogliendo la misura dell’amore di Cristo. L’amore di agape, che non rifiuta l’eros è la cura dell’altro, l’essere per l’altro, è pronto al sacrificio per il bene dell’amato, tende all’esclusività e al per sempre, spinge all’esodo da se stessi. Le nuove generazioni cercano in noi adulti testimoni dell’agape, non solo nell’ambito più specifico della coniugalità e della vita celibataria, ma anche nel modo in cui viviamo le relazioni con persone che non ci siamo scelte e con le quali possono anche esserci divergenze, tensioni, conflitti. Se amate solo quelli che vi amano, che merito ne avete? E’ eros, ma solo eros, e fin qui non occorre la fede

 
 

d. Giordano Trapasso

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