Ordo Virginum
Ordo Virginum
L’Ordo Virginum, cioè l’antico Ordine delle vergini, rinasce all’indomani del Concilio Vaticano II dalla Costituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium che al n. 80 dice: «Si sottoponga a revisione il rito di consacrazione delle vergini, che si trova nel pontificale romano». Nel 1970 viene promulgata dal papa Paolo VI l’editio typica del Rito in lingua latina e nel 1980, la versione italiana.
Il Codice di Diritto Canonico al can. 604 assimila alle altre forme di vita consacrata l’Ordine delle vergini che emettono il proposito di seguire Cristo a servizio della Chiesa, nelle mani del Vescovo diocesano secondo il rito liturgico approvato. Dà inoltre facoltà alle vergini di associarsi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, in tre articoli (922-924), cita questa forma di vita consacrata ricordandone l’origine apostolica; il n. 7 dell’esortazione apostolica Vita consecrata esprime gioia e speranza nel vedere rifiorire l’antico Ordine delle vergini.
Innegabilmente è il Nuovo Testamento a dare una parola nuova sulla verginità: l’esempio di Maria e di Gesù, gli scritti di S. Paolo suscitarono, dalla Chiesa apostolica in poi, donne e uomini che sceglievano la verginità per il Regno. S. Ignazio attesta nella chiesa di Smirne la presenza di un gruppo di vergini votate alla castità e assimilate al collegio delle vedove. È dal IV secolo, quando la Chiesa comincia ad istituzionalizzarsi, che troviamo tracce di un rito di consacrazione. Sappiamo di Marcellina, sorella di S. Ambrogio, consacrata in s. Pietro, nella solennità del Natale da Papa Liberio (352/353 d.C.). Tra il V-X secolo troviamo i riti di consacrazione nei Pontificali liturgici (Veronese, Gelasiano, Gregoriano, Romano-Germanico). Essi presentano due formule liturgiche: per le vergini che vivono nel monastero e per quelle che vivono nel mondo. Alcune delle preghiere e antifone sono passate all’attuale rito; la stessa preghiera di consacrazione si fa risalire a papa Leone Magno (
461). Nel 1139 il Concilio Lateranense II abolisce lo stato laicale per le vergini consacrate. D’ora in poi il rito sarà esclusivo per le moniali. Guillaume Durand, vescovo di Mende, tra il 1292 e il 1295 stila, per uso personale, una struttura di rito che rimarrà fino al Concilio Vaticano II. Fin qui la storia.
L’attuale Rito, pubblico e solenne, più semplice nello svolgimento di quelli che lo hanno preceduto, respira della teologia del Concilio Vaticano II. Emergono le due caratteristiche che connotano il carisma della vergine consacrata: il rapporto sponsale con Cristo - sottolineato dal procedere della liturgia e il legame con la Chiesa locale - rappresentato dal vescovo che è ministro del rito.
L’Ordo Virginum in Italia
Le prime consacrazioni ebbero luogo in Italia a partire dal 1970, anno di promulgazione dell’Ordo Consecrationis Virginum, con un incremento negli anni ottanta a seguito dell’edizione del rito in lingua italiana (1980).
Verso la fine degli anni ottanta e particolarmente negli anni novanta la consecratio virginum viene celebrata in diverse diocesi. Molte delle donne consacrate sono giovani e condividono anche un cammino esplicito nella Chiesa particolare.
Alcune circostanze hanno favorito la conoscenza della vocazione alla verginità consacrata vissuta nel mondo: la pubblicazione del Codice di Diritto Canonico (1983) e del Catechismo della Chiesa Cattolica (1992); l’Esortazione apostolica post-sinodale di Giovanni Paolo II, Vita consecrata (1996); il discorso di Giovanni Paolo II alle partecipanti al Convegno-Pellegrinaggio Internazionale a Roma in occasione del XXV° anniversario di promulgazione del rito di consacrazione (1995); la divulgazione delle consacrazioni attraverso la stampa nazionale cattolica e non; la pubblicazione di alcuni articoli su riviste e studi specifici, alcuni ad opera di vergini consacrate.
Una occasione speciale di conoscenza, incontro e confronto reciproci, sono sempre stati i convegni nazionali che si svolgono in Italia a partire dal 1988.
Nel 1993, poiché diviene sempre più ampia la realtà dell’ordo virginum in Italia, si forma un piccolo gruppo di consacrate di diocesi diverse: il gruppo per il collegamento, al fine di facilitare i contatti e la circolazione di iniziative. Il suo compito è quello di sostenere lo scambio tra le consacrate delle varie diocesi, offrire riferimenti e sussidi anche attraverso un Foglio di collegamento periodico, organizzare l’incontro annuale, mantenere i contatti con la Conferenza Episcopale Italiana.
Sono le diverse diocesi ad accogliere il convegno nazionale: Bari (1994), Roma (1995), Milano (1996), Firenze (1997), Torino (1998) - le partecipanti sono 160 -, Frascati (1998), Fiuggi (2000), Palermo (2001), Macerata (2002). La scelta di interagire con una diocesi per l’organizzazione del convegno fa sì che si conosca una concreta realtà ecclesiale e il suo contesto culturale e sociale ed è un momento privilegiato per sensibilizzare e coinvolgere l’intera chiesa locale al cammino di consacrazione, dando la possibilità agli stessi vescovi di avere momenti di incontro e confronto con le convenute.
Una raccolta dati dice che, attualmente, secondo una stima abbastanza vicina alla realtà, le consacrate sono circa 400 appartenenti a oltre 90 diocesi, mentre circa 200 donne sono in formazione o interessate a questa vocazione.
L'Ordo Virginum nelle Marche
In questo contesto si colloca anche l’esperienza dell’ordo virginum nelle Marche. Se ne ripercorriamo la storia possiamo individuare due nuclei iniziali. Una prima realtà prende forma nella diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola con le prime due consacrazioni avvenute nel 1991 ed una terza nel 1993; successivamente, nel 1998, avvengono due nuove consacrazioni. Un secondo nucleo nasce nella diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia dove, nel 1999, avviene la prima consacrazione ma già dal 1996 è presente una consacrata proveniente dalla diocesi di Roma. Una prima consacrazione ha luogo, nel 1997, anche nella diocesi di Camerino-San Severino.
Una tappa, che si rivela provvidenziale sotto diversi aspetti, è la proposta di organizzare l’Incontro nazionale dell’ordo virginum del 2002, a Macerata. Due i motivi di questa scelta: la presenza di un gruppo di consacrate delle Marche, ormai 10 fra le diocesi di Macerata e Fano, che dava la propria disponibilità circa l’organizzazione logistica dell’Incontro in appoggio al gruppo per il collegamento secondo la prassi degli ultimi quattro anni, e l’opportunità di interagire con S.E. Mons. Luigi Conti, allora vescovo di Macerata e membro della Commissione per il Clero e la Vita Consacrata.
Da quell’Incontro è scaturita anche una consegna: l’impegno di lavorare in ordine alla formazione. Ma - ci si chiedeva - a quali modelli attingere? Se l’Ordo virginum germina e si sviluppa nella Chiesa locale, quali mezzi e vie ha la Chiesa particolare per “dare forma” alla vita cristiana? Appropriarsi dell’itinerario della iniziazione cristiana che la Chiesa offre come forma tipica al crescere della fede, rivelava alle presenti all’Incontro del 2002 la “provocazione” giusta per impostare il cammino della vergine consacrata nel modo più confacente alle sue condizioni di vita e di formazione e in ascolto della tradizione ecclesiale. Così a livello nazionale, ha preso corpo, una nuova tappa di riflessione che si è sviluppata attraverso gli incontri nazionali successivi - Marola (RE) 2003, Cetraro (CS) 2004, Napoli 2005 -, e ha visto anche alcuni vescovi coinvolti come relatori. Il lavoro si è proposto di ricondurre la consecratio virginum alla propria radice battesimale e di fondare la formazione specifica e permanente secondo l’ispirazione fornita dalle Note pastorali del Consiglio Permanente della CEI. Dal 2003 si è attivato, a livello nazionale, un gruppo di studio spontaneo sulla formazione secondo il modello della iniziazione che ha promosso una serie di incontri per la elaborazione di un possibile itinerario formativo. Infine gli ultimi due anni gli incontri di Verbania-Pallanza (NO) 2006, Collevalenza (PG) 2007 e S. Giovanni Rotondo (FG) sono stati impostati in preparazione e a seguito del Convegno che la Chiesa italiana ha celebrato a Verona “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo” secondo i cinque ambiti della vita affettiva, lavoro e festa, fragilità, tradizione, cittadinanza.
Anche per le diocesi delle Marche l’incontro di Macerata ha segnato un punto di svolta: cominciavano a maturare i tempi per incontrarsi in un cammino comune di formazione permanente per le già consacrate e un cammino specifico per chi si apprestava a chiedere la consacrazione.
Nel frattempo, dal 2002 al 2008, nelle Marche, si sono aggiunte nuove consacrazioni: cresceva il numero a Macerata e a Fano mentre si apriva l’Ordo virginum a Jesi, Senigallia e Ascoli Piceno, Fermo, Fabriano-Matelica e Ancona. Queste circostanze hanno dato a tutte modo di conoscersi, confrontarsi ma anche sostenersi nei propri percorsi personali o diocesani. Pertanto ha cominciato a prendere forma la proposta di fissare almeno due volte l’anno un incontro regionale.
Attualmente la realtà dell’Ordo virginum conta nelle diocesi: di Ancona-Osimo 1 consacrata, di Ascoli Piceno 1 consacrata e 1 in formazione, di Camerino-San Severino 1 consacrata, di Fabriano-Matelica 1 consacrata, di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola 7 consacrate, di Fermo 3 consacrate e 1 in formazione, di Jesi 1 consacrata, di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia 5 consacrate e 2 in formazione, di Senigallia 2 consacrate. Ad oggi, pertanto, le consacrate sono ventitrè.
Sono quattro, ora, i nuclei formati dall’ordo delle diverse diocesi che si incontrano, secondo modalità e itinerari propri, per la formazione e il cammino comune a livello diocesano o interdiocesano: Ancona-Osimo, Jesi e Senigallia; Ascoli Piceno, Fabriano-Matelica e Fermo; Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola; Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.
a cura dell’Ordo Virginum di Fermo
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