rosone

A Natale puoi…cantare quello che non puoi cantare mai

2Ariannadi Arianna Fioretti

Durante il periodo natalizio la musica è sempre nell’aria. Non si fa altro che sentire in giro “Jingle Bells” o “Tu scendi dalle stelle”. In televisione e nelle piazze delle varie città si riuniscono artisti e musicisti che danno vita a concerti a tema Natale, che sia con una classica orchestra o con un coro gospel. Si ricordino, inoltre, cantanti come Mariah Carey o Michael Bublè che nel mese di dicembre vengono rispolverati e i loro brani rimangono in vetta alle classifiche Spotify per tutto il mese. Da secoli il Natale viene associato alla musica: Charles Dickens quando scrisse un racconto su questa festa decise di intitolarla “Canto di Natale” (Christmas Carol). Perfino il Dr. Seuss ne “Il Grinch” (How the Grinch stole Christmas) faceva cantare i Nonsochi per far comprendere al protagonista il vero significato di questa festa. Tutte le festività che iniziano il 24 dicembre e si concludono il 6 gennaio hanno un minimo comun denominatore: le emozioni. Quello natalizio è un periodo colmo di emozioni e, come tutti i film Disney ci hanno insegnato, non c’è niente di meglio di una canzone per manifestarle. I canti di Natale, in particolare, intendono rappresentare in musica una specifica emozione: la gioia. La celebrazione della nascita di Gesù l’incontro con dei vecchi amici e anche con i parenti più lontani sono spesso considerati motivo per cui gioire. Si tende a considerare il Natale come un momento felice, in cui si sospendono tutti i rancori o come una piccola pausa da tutti i mali del mondo. Tuttavia, questa concezione del Natale rimane molto riduttiva. Il male non va in vacanza per due settimane all’anno: le guerre proseguono, le violenze continuano, senza dimenticare tutti coloro che hanno perso una persona cara a Natale. Come si può cantare in casi come questi? È proprio perché il male non si ferma che è necessario cantare. Non bisogna dimenticare che il Natale, oltre alla felicità, porta la speranza, che per i cattolici porta il nome di Gesù, il Messia, colui che salva gli uomini dal Peccato. Tutti i canti di Natale, dalla hit più commerciale come “All I want for Christmas is you” ai pezzi più tradizionali come “Adeste fideles” si fanno bandiera di un messaggio che avvicina tutti coloro che desiderano un futuro migliore. Si può amare o meno il Natale, ma il desiderio che domani andrà meglio è ciò che accomuna tutti. Forse è anche per questo motivo che nel 1914 inglesi e tedeschi, pur essendo su fronti opposti nella Prima guerra mondiale, decisero di fare una tregua di qualche giorno: perché cantando “Astro del ciel” e giocando insieme a pallone speravano davvero che il giorno dopo sarebbe andata meglio.

Eventi dalla diocesi

09 gennaio

Ritiro spirituale del clero diocesano animato da don Andrea Bezzini

06 febbraio

Momento di aggiornamento pastorale per il clero diocesano guidato da don Giuseppe Bonfrate

10 aprile

Momento di aggiornamento pastorale del clero diocesano. Interviene il dott. Francesco De Angelis

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