Il Natale ci restituisce dignità!
Il Natale ci restituisce dignità!
di Madre M. Cecilia Borrelli*
La festa più grande dell’anno liturgico non è il Natale, ma la Pasqua, la celebrazione della morte e risurrezione di Gesù. Dalle antiche prediche pasquali del II e III sec. si nota che nella Pasqua non veniva celebrata solo la resurrezione, ma tutto l’evento salvifico che getta una luce sulla presenza di Dio nella storia dei popoli e poi in Gesù per sempre. Siamo nel cuore del medesimo mistero che trova nell’Incarnazione la sua ragione profonda, anche se si fa difficoltà ad associare il fascino natalizio, rappresentato in modo plastico dal presepe, con la cruenta scena della passione al cui centro c’è Cristo sfigurato e sofferente, con Maria desolata ai piedi della Croce.“Il verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1,14). La parola carne indica l’uomo concreto, ossia fragile, caduco. Nel seno della Vergine Maria si compie perciò il miracolo più grande: Colui che era “generato prima dei secoli cominciò ad esistere nel tempo” (cfr. Prefazio II di Natale); l’incommensurabile si fa “piccolo” e “la nostra debolezza è assunta del Verbo” (cfr. Prefazio III di Natale). S. Agostino afferma : “Dio si è fatto uomo perché l’uomo si facesse Dio” (Cfr Discorso 371). Gli antichi padri così descrivevano il mistero dell’Incarnazione: “O meraviglioso scambio! Il Creatore del genere umano ha preso un’anima e un corpo ed è nato da una Vergine; fatto uomo senza opera d’uomo, ci dona la sua divinità”.
Il Natale ci restituisce dignità!
Il Natale da’ valore alla nostra esistenza, invitandoci a venire continuamente alla luce di noi stessi.
Amati, siamo sollecitati a riamare, a scoprire il volto di Dio nel volto di ogni uomo. Il nostro Dio è una mano che ci tiene quando più nessuno ce la tende. Ci accarezza, ci conforta, asciuga le nostre lacrime, ci sostiene nel cammino, c’invita ad essere mano per gli altri: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” (Gv 13, 34) Il Natale è la memoria del nostro ultimo destino: dare carne al Verbo, partorire l’Amore. L’Incarnazione è sconvolgente, non solo per la scelta di nascere come un bimbo qualsiasi, ma soprattutto per la sua vita che ci parla, ci sollecita a fare altrettanto, nonostante i nostri limiti da accogliere e non un alibi per “nasconderci” e disimpegnarci: proprio questi ci renderanno unici e preziosi perché “Dio si fa me”!
Il nostro è un Dio personale che ci sta accanto, ci ama così come siamo ed agisce comunque in noi, a prescindere! “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor, 12): sempre attuale la teologia paolina! Proprio la fragilità è il deserto da abitare: dobbiamo amarci di più, odiarci è violenza!
La gloria splende in una stalla ed illumina il cammino di ciascuno di noi. Natale è sbocciare!!!! Come? Attraverso la Misericordia! “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia (…). La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole. (Papa Francesco)
La carne di Gesù è la mia carne: da lui abitata, la mia carne è un giardino profumato di tenerezza e misericordia!
La nostra esistenza, dunque, è preziosa se, come dice Maurice Bellet: “La divina tenerezza tutto salva, vuol salvare tutto. E non dispera di nessuno, crede che vi sia sempre una strada. Senza sosta, continua infaticabile a partorire, curare, nutrire, rallegrare e confortare”. Il mistico Angelo Silesio ebbe a dire: “Nascesse pure Gesù mille volte a Betlemme, a nulla mi vale se non nasce in me!”.
Attuale questa frase in un mondo che “sperpera” il Natale in consumi vari, togliendogli il Soggetto principale: l’Incarnazione di Gesù! Celebrare il Natale non è rievocazione, né conoscenza intellettuale, ma farlo presente nell’oggi: “Oggi è nato per noi il Salvatore!” Oggi significa lasciarsi coinvolgere in quella gioia di cui parla il profeta Sofonia: “Rallegrati, fa’ festa, gioisci con tutto il cuore..” (3, 14) Danziamo e gioiamo perché Dio si è fatto uomo per essere con l’umanità, sua sposa tanto amata!
Questa gioia raggiunga tutti, credenti o non, in modo che tutti possano percepire e gustare il dono della pace e della fratellanza attraverso i nostri gesti concreti di accoglienza e benevolenza! Buon Natale!
* Famiglia Monastica Benedettina Fermo
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